27 dicembre 2013

Il comune senso del pudore

Fa parte del patrimonio morale di un popolo, di una nazione, di una comunità'.
E' quel sentimento, atteggiamento, per cui un'azione indegna, non consona al proprio codice etico o più' in generale alla morale collettiva porta ad un biasimo pubblico oltre che personale e privato, che ha come conseguenza un senso di vergogna verso se stessi e verso la collettività'.
Già verso la collettività... gli altri, quelli cui tutti, in un modo o nell'altro, dobbiamo o meglio, sentiamo di dover dar conto, se ci consideriamo facenti parte di un qualcosa di più grande della nostra meschina esistenza, se ci sentiamo depositari di una cultura, di un sapere, di un pianeta che ci è stato affidato a tempo e che dovremo prima o poi restituire.
Gli altri, che anche senza essere colpiti direttamente dall'azione riprovevole, hanno l'interesse legittimo di indignarsi in quanto depositari anch'essi di quanto detto prima.
Il comune senso del pudore è questo.
Certamente nel corso delle epoche è stato strumentalizzato e si è prestato ad interpretazioni esasperate, ortodosse od integraliste come per esempio la censura letteraria, musicale o cinematografica.
Ma il comune senso del pudore è questo.
Era questo. E adesso? Adesso:


- Il direttore del carcere di Marassi, per intenderci, quello che non sapeva che il delinquente cui ha dato un permesso era un serial killer forse verrà' trasferito, non sente il bisogno di scusarsi con la Nazione e non si dimette;
- I responsabili del centro di accoglienza di Lampedusa che denudano, deridono ed offendono nell'anima dei rifugiati siriani, non chiedono scusa e non si dimettono;
- Berlusconi che va a letto con le minorenni mentre e' Presidente del Consiglio, corrompe giudici, finanzieri, falsifica bilanci e' ancora li' pronto a scendere di nuovo in campo;
- Bossi, che chiama Roma ladrona, che ruba a piene mani non solo soldi, ma titoli, privilegi ed ancor più' grave, la fiducia di tanta gente, che tra l'altro sputa sulle nostre istituzioni, sulla nostra bandiera e poi fa di tutto per entrarvi e gestire il potere ed invece di dimettersi e scomparire si ricandida a segretario;
- Lavitola che è stato direttore dello stesso giornale che hanno diretto Pertini e Nenni, che ora è in galera ed ha ancora la faccia di farsi vedere in giro;
- Il ministro Scajola che si è trovata intestata una casa al Colosseo a sua insaputa;
- Truffatori, imbroglioni, pregiudicati, miserabili e falliti che siedono ai posti di maggiore responsabilità del nostro Stato senza batter ciglio;
- Cialtroni ed analfabeti che gestiscono il nostro grandioso patrimonio culturale ed artistico che, ignorando totalmente di quale immensa ricchezza dovrebbero occuparsi, si comportano come i ciechi con la lanterna in mano (per usare un eufemismo) ed ignari dei danni che fanno solo non occupandosene, stanno li' al posto che gli hanno dato con la convinzione che con la cultura non si mangia, ma non se ne vanno neanche se cacciati.
Nessuno di questi sente o ha sentito la necessità di dimettersi.
Nessuno di questi ha provato o prova vergogna per ciò che ha fatto, per il danno arrecato al Paese, per la mancanza assoluta di rispetto per le Istituzioni, per la mancanza di senso delle Istituzioni.
Perché il popolo non si indigna?
Perché il popolo non insorge?
Perché il popolo li vota ancora?
La verità è che gran parte del popolo dà loro ragione, al loro posto si comporterebbe come loro, anzi, ne prova ammirazione e rispetto.
E allora, il comune senso del pudore?
Non esiste più?
NO, esiste ancora, ma si è ribaltato!
Sono quelli che rispettano l'ambiente, quelli che pagano le tasse, quelli che non hanno come obiettivo sesso e potere, quelli che non sono falliti o che pagano i debiti a vergognarsi!
Ma non potrà essere sempre cosi, non potrà essere più cosi.
Io lo spero...
Io ci credo.

Gianluigi Bassanello

Caro amico Gianluigi,
non potevo non esserci per ammirare i tuoi :

"Angeli di terra"


Con affetto. 

                                                    Mimmo

17 dicembre 2013

Ribollita montorese

Neanche troppo tempo fa si combatteva per le nostre contrade, a suon di slogan e di incontri pubblici, una dura battaglia tra chi voleva tenere divise le due Montoro e chi voleva unirle per farne un nuovo, grande e sfavillante comune.
Chi scrive, conoscendo i suoi polli, assunse una posizione critica ed in controtendenza (!!!) rispetto a questo progetto, asserendo che le condizioni non erano state create, che la fusione era solo un'operazione buona per riciclare politici scaduti o in scadenza. 
- Nient'affatto! - gridavano ai quatto venti i sostenitori del Si
- La fusione servirà per mandarli a casa!-
Pensavo tra me e me:" a casa di chi ? "
Detto fatto, le posizioni ostinate e contrarie, (almeno in prima istanza) vengono sempre ignorate e schernite dalla massa che di solito tende a fare ciò che fa la sua maggioranza e ci si trova improvvisamente ed impreparatamente fusi da ogni punto di vista.
Arriva il commissario, anzi, ne arrivano tre, tutti a pagamento, ovviamente, e senza porsi il minimo problema, senza indagare su cosa ci fosse da fare, senza aver fatto un'ora di lavoro, si preoccupano solo di fissare la data delle prossime elezioni: 23 maggio, mi pare.
Del resto, non c’è da stupirsi: cosa gliene può fregare a tre tecnici nominati politicamente e pagati profumatamente delle sorti di noi poveri e sbattuti abitanti di questo paese?
Non se ne sono preoccupati quelli che in questo caos ce lo hanno portato, figurarsi!!!
L'unica cosa che conta è la data delle elezioni!!!
Anch'io ho gioito quando me l'hanno detto, per due motivi:
1- prendevo atto del mio errore di valutazione, poiché' bastano pochi mesi per unire bilanci, aliquote Imu, aliquote dell'addizionale comunale, regolamenti edilizi, indici di cubatura, Tares (o come si chiama adesso), rinegoziazione degli innumerevoli mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti e così via.
2- come dicevano quelli del Si, i sindaci uscenti ed i vecchi amministratori li manderemo tutti a casa.
Ripetevo tra me e me: " Ma a casa di chi?"
Finalmente mi rispondevo: " A casa nostra, ovviamente!!!"
Infatti da quando è stata resa nota la data delle elezioni si è aperta una campagna acquisti che come obiettivo primario , quello di redistribuire tra le varie formazioni capeggiate dagli stessi sindaci ed ex sindaci uscenti, gli stessi identici amministratori dell'ultimo ventennio, che hanno la necessità vitale di riciclarsi e riproporsi ad ogni costo, facendosi accompagnare da più o meno giovani portatori di voti parentali e da donne intanto presenti, in quanto obbligatorio per legge, scegliendo, anche queste tra quelle più fornite di attributi elettorali. 
Unica novità potrà essere il nepotismo Stile ferrovie dello Stato o Poste Italiane degli anno 80:
pensionare il padre per dare il posto al figlio o nipote!
Paese che vai, minestra che trovi!

16 dicembre 2013

Lo spirito di questo Natale

Il titolo di questo post ricorda un po' il Canto di Natale di Charles Dickens. 
Pensandoci, un po' è vero, è nelle mie intenzioni ricordarlo, senza ovviamente l'ottocentesca morale ed il senso di ammonimento e di timore che se ne coglie.
Il senso, però e ' quello di soffermarsi a pensare.... è quello di fermarsi dal proprio correre ... di tirare il fiato e guardarsi intorno per vedere cosa sia cambiato, come sia cambiato quello che ci circonda e come siamo cambiati noi, come ci siamo adattati a vivere in ragione di ciò che è divenuto il mondo in cui viviamo, anzi il mondo che viviamo...
Ieri, all' imbrunire passeggiavo per le mie strade deserte e senza suoni... e come spesso capita quando si resta da soli con se stessi, la mente spazia, emigra, va alla ricerca di cose perdute, di emozioni vissute, sopite e mai dimenticate...di una vita vissuta che non sembra più la propria, tanto è il tempo che è trascorso...
passeggiavo e ricordavo quegli stessi marciapiedi che stavo calpestando com'erano allora, dissestati , e ricchi di quelle che noi chiamavamo "mattonelle esplosive", cioè quelle betonelle rimaste ormai senza calce e solo appoggiate che quando pioveva o dopo che aveva piovuto bisognava imparare a riconoscere per evitare che, calpestandole, l'acqua accumulatasi lì sotto schizzasse fuori da tutti i lati inondandoci scarpe e piedi!!!
Passeggiavo, dicevo, in questo 15 di dicembre ed insieme ai marciapiedi rivedevo le case diroccate, tenute male, un lontano udire di suoni di zampognari, orde di ragazzini in ogni dove a giocare a qualunque cosa, con niente... mi giravo a guardare e rivedevo i bar ed i circoli pieni di fumo di sigarette e di gente pervasa da quella magica atmosfera che solo il Natale sa creare e trasmettere... gente semplice ed allegra...camminando ancora mi avvicinavo alla casa in cui sono cresciuto e la rivedevo piena di vicini di casa che ci venivano a giocare a tombola, con le candele sempre pronte per essere accese, visto che al primo alito di vento andava via la luce...
passeggiando mi sovveniva lo spirito di quei Natali : una strana ed inspiegabile frenesia ed allegria che portava tutti a sentirsi parte di una stessa grande famiglia, uno spirito che senza volerlo era un tutt'uno con il senso evangelico e cristiano del Natale, cioè il riconoscere che qualcosa nelle nostre vite cambiava a Natale, che il Natale doveva servire a migliorarci ed a migliorare la nostra comunità.
D'improvviso mi guardo intorno e mi ritrovo da solo, su quegli stessi marciapiedi, più accoglienti, meno dissestati, senza mattonelle esplosive, che costeggiano case signorili, ben tenute...le strade sono attraversate da tristi luminarie con l'intenzione di ricordarci che è Natale, mancano ormai pochi giorni... ma non vi ' è traccia di quell' atmosfera magica...le strade sono deserte, i circoli ed i bar sono vuoti, non hanno più la funzione sociale di un tempo, non si odono voci o suoni, non c’è traccia di comunità, ognuno in fondo è perso dentro ai fatti suoi, per dirla con Vasco.
Il senso di questo Natale si è ridotto ad una parossistica ricerca del regalo più indovinato, all'adorazione, inebetiti, non del Salvatore, ma delle luci d'artista a Salerno,
al modo di cucinare il baccalà ed ai banchetti in famiglia che costringono, per quieto vivere, a mangiare di fianco a gente che normalmente non si sopporta! 
Non voglio essere retorico o, peggio, patetico, ma c’è bisogno di ritrovare il senso autentico delle cose, c’è bisogno di una consapevolezza nuova, o vecchia se vogliamo, che è quella di considerarci non come semidei che rifuggono il contatto con gli altri, ma come facenti parte di un qualcosa che vada oltre noi stessi, che sia qualcosa di più grande e più importante del nostro piccolo e stupido orticello... c’è bisogno che la nostra dignità di essere umani, di animali sociali, venga fuori e venga fuori spontaneamente, senza doverci augurare una guerra un terremoto o qualcosa di simile!!!
Facciamo in modo che si possa ricreare lo spirito autentico del Natale, che con la sua magia torni ad avvolgerci tutti, rendendoci delle persone migliori.

Buon Natale.

3 dicembre 2013

Italia, Italie...

Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono !
NO, non è mia... per quanti lo ignorassero, è Gaber, più o meno l'ultima o penultima maniera.
L'essere nati in Italia è un grande privilegio, essere compatrioti di Giulio Cesare, Dante, Leonardo e Pavarotti da' un certo tono ed all'estero, una certa supponenza ed un senso di superiorità del tipo "PROUD TO BE ITALIAN" o anche meno aulicamente "ITALIANS DO IT BETTER".
Ma Gaber nella sua canzone (le sue erano più che altro riflessioni cantate), diceva che la nostra italianità raramente si manifesta nella sua magnificenza e grandezza; per lo più l'italiano è quel coglione che, ignaro di cotanto passato e patrimonio culturale, ricorda di essere una nazione, un popolo solo ai mondiali di calcio e per il resto è dedito al dissolvimento o depauperamento di quanto ereditato.
Gaber era di Milano. 
Milano, Italia.
Io sono di Montoro Inferiore, Avellino, Italia.
Anzi da domani, Montoro, Avellino, Italia.
Non è la stessa Italia.
Ho sempre pensato che i piemontesi ci conquistarono e ci annetterono al loro regno per formare quella nazione che, mi costa dirlo, di fatto non esiste.
Abbiamo due "Italie": quella austera da Low & Order, quella pulita, ordinata quella per cui "CIO' CHE NON E' MIO E' DI TUTTI " e l'altra quella alla "Sanfaso' ", sporca, rotta, devastata, quella per cui " CIO' CHE NON E' MIO NON E' DI NESSUNO", per cui mi sento abilitato a distruggere, sporcare, mortificare.
Inutile dirlo, la mia è la seconda!
Non voglio assolutamente esaltare la prima e denigrare l'altra....ma mi sono sempre chiesto che cosa avessero in comune uno di Lumezzane, Marostica o Mondovì con uno di Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Pagani o Gela!
Nulla, neanche la lingua!
Noi dell'Italia di quaggiù abbiamo un modo di pensare, di intendere la vita, di relazionarci tutto nostro e totalmente differente da quelli dell' Italia di lassù, che assomigliano più ai mitteleuropei che a noi, come noi somigliamo più ai greci o agli arabi che a loro.
Aveva ragione il povero D'Azeglio... gli italiani non esistono ancora e forse, aggiungo, non esisteranno mai.
Quelli di lassù, considerandoci un'altra Italia, per esempio, non hanno avuto alcuno scrupolo a mandarci la loro monnezza tossica e noi di quaggiù, che non ci consideriamo affatto, ce la siamo presa e l'abbiamo sotterrata sotto casa come fossero semi da far germogliare!
C’è da dire che lassù hanno sempre avuto il senso dello Stato e noi quaggiù abbiamo sempre avuto la percezione che lo Stato non ci fosse, forse anche per questo si sono sviluppate le organizzazioni malavitose che in qualche modo e per molti lo hanno sostituito.
La nostra Italia, la mia Italia, quella di quaggiù, non ne può più, ha sete e voglia di giustizia, di legalità, di rispetto, non vuole più essere alla merce' di una minoranza e ribadisco, di una minoranza, di una feccia che vuole ricacciare indietro i nostri sforzi, la nostra cultura, il nostro voler affrancarci da loro e dal loro mondo!
Ma nessuno ci da' una mano.
Ne' le istituzioni che sono in balia di affaristi ignoranti, ne' l'Italia di lassù che è alle prese con il suo problema di sempre, fare soldi e siccome ultimamente ci riesce meno è in sofferenza.
Ma non possiamo sempre sperare negli altri, non è giusto farlo!!!
E' necessaria una NOSTRA presa di coscienza forte, netta, è necessario che "la meglio gioventù" alzi la voce, protesti, si ribelli, smetta di subire passivamente la voce della prepotenza dei forti, dei violenti, dei sopraffattori!
Diffonda questo seme, attraverso l'esempio, nelle istituzioni, nella scuola, nel mono del lavoro,
Insomma è necessario che la parte migliore dell’Italia di quaggiù PRETENDA di prendere il posto di quei pochi che l'hanno continuamente offesa, ferita, vilipesa e che l'hanno trasformata nella TERRA DEI FUOCHI!
Siamo in un epoca da basso Impero.... i barbari sono in ogni dove...
Riavremo il Medioevo....
Ci sarà un altro Umanesimo....
Ci sarà un altro Rinascimento !!!
Io non mi sento italiano.
Ma per fortuna o purtroppo LO SONO !!!

14 ottobre 2013

Competizione e concorrenza

Negli anni 70, quando ero ragazzo esisteva solo la Rai con due canali: il primo e il secondo.
Mi ricordo che durante le campagne elettorali capitava che facessero Tribuna Politica sul primo ed un documentario sul secondo, così che noi ragazzi non potevamo far altro che andare a dormire.
Verso la fine degli anni '70 nascevano le televisioni commerciali.
Tutti eravamo più contenti perché avevamo più scelta, c'erano più cose da vedere...tribuna politica o i telegiornali che avevano come notizie ricorrenti la crisi in medio oriente o la guerra IRAN-IRAQ non ci facevano più paura!!! 
Ormai avevamo i tre canali Fininvest con i loro programmi altamente educativi e formativi, ricchi di telenovelas, programmi di intrattenimento come Il pranzo è servito, Ok il prezzo è giusto, Il gioco delle coppie, la ruota della fortuna... 
Di fronte a questa rivoluzione culturale che catturò la benevolenza dell'utenza televisiva (quella elettorale sarebbe stata catturata un po' più avanti ...) la vecchia Rai invece di andare dritta per la sua strada di formazione, di informazione, di educazione e di innalzamento del livello culturale a suon di programmi di qualità e di avanguardia, tipici del servizio pubblico, cosa fa? SI ADEGUA!!!
Si adegua all'immondizia culturale delle Tv commerciali che hanno solo lo scopo di abbassare il livello medio di intelligenza degli Italiani e portarli a comprare, a scegliere ed a pensare come hanno pianificato!!!
Con questo abbassamento della qualità del servizio televisivo siamo andati avanti e dopo qualche anno, visto che la concorrenza aveva portato tutti questi buoni frutti abbiamo sperimentato la concorrenza tra gli esercizi commerciali, liberalizzandoli e facilitandone l'apertura, creando despecializzazione ed improvvisazione dal lato degli imprenditori ed abbassamento della qualità dei prodotti venduti, dal lato dei consumatori; poi è venuta la liberalizzazione e la concorrenza tra gestori di energia e di telefonia che ha avuto a fronte di un misero risparmio sulle bollette ( quando non rubano o imbrogliano in altro modo) un incremento del lavoro precario, sottopagato, frustrante e mortificante ovviamente voluto ed incentivato da una certa politica.
Ma il bello è arrivato quando il modello di concorrenza è stato applicato alla sanità ed alla scuola. 
L'intento è stato quello di trasformare il nostro sistema sanitario e farlo simile a quello americano, quando invece Obama lotta per applicare il nostro modello sanitario pubblico in America, e di annientare la scuola pubblica a vantaggio delle prestigiose scuole ed università private, che in cambio di tanti bei soldoni (oltre che di ingenti finanziamenti pubblici scippati alla scuola pubblica) promettono (spesso mantengono) posti prestigiosi e futuro garantito a scapito di quelli che in queste scuole non ci possono andare!!!
Il risultato e' che gli ospedali pubblici muoiono piano piano, per mancanza di risorse e quindi di infermieri, di medici bravi e quindi di ammalati e la scuola pubblica sarà appannaggio solo degli extracomunitari e di altri disgraziati che non potranno fare altrimenti, mentre la brava scuola privata che invece di tendere all'integrazione tende sempre più alla ricerca del proprio pari produrrà specialisti specializzati, incanalati da subito verso una specializzazione in modo da eliminare quanto più possibile spirito critico o interessamento a problemi che non siano precipuamente relativi alla propria famiglia o categoria!!!
Ovviamente questo regime di concorrenza assoluta ha generato un clima di competizione che non è' più quello sano che spronava a fare meglio nel limite delle proprie possibilità ma un ossessivo correre dietro agli altri, a quello che fanno gli altri, a quello che hanno gli altri ... fin da quando si è bambini....bambini vittime dell'egoismo dei propri genitori che ne vedono la risoluzione alle proprie frustrazioni, generando in loro ansie da prestazione continue che si porteranno appresso per tutta la vita...
Chi sta scrivendo non è un troglodita, amante del monopolio o dell'immobilismo, è uno cui non sta bene il mondo così come è stato ridotto, che è convinto che una sana competizione faccia bene, ma che è convinto che l'istruzione e la sanità, almeno, restino saldamente in mano pubbliche a garanzia e nell'interesse di tutti!!!

7 ottobre 2013

Come eravamo


Sono stato al cinema, ieri sera, a vedere un film dal titolo "Anni felici".
Il film era ambientato nel 1974 e la voce narrante era di un ragazzino, figlio dei protagonisti, che aveva la stessa età' che avevo io nel '74, nove anni.

Il film non è' stato un granché , è stato un po' come è accaduto per altri film usciti ultimamente, con lo stesso intento di raccontare gli anni in cui erano ambientati, ma che sono rimasti incompiuti nel loro intento, riuscendo appena a trasmettere una leggera e quasi inavvertita immagine di ciò che erano quegli anni.
È stato un po' come guardare quel programma idiota dal titolo " I migliori anni" condotto da un impresentabile presentatore che ha la velleità di poter rappresentare, evocare e spiegare gli anni andati con una superficialità e banalità disarmanti, per usare un eufemismo. 
Nonostante la sua incompiutezza, il film, per me che ero coetaneo di quel ragazzino è stato molto evocativo.
Per quelli che c'erano in quegli anni, è stato il pretesto per ricordarli quegli anni...
Si, mi ha messo in contatto con la mia infanzia, ho ricordato come mi vestivo, dove e come giocavo, le giornate intere trascorse con mio fratello, le passeggiate con la bici con lui e con mio padre nelle domeniche chiamate "d'austerità" cioè' quelle domeniche in cui a causa del caro petrolio era fatto divieto di circolare con qualsiasi mezzo a motore, delle partite goliardiche organizzate dai grandi al campo sportivo che attiravano il paese intero, i pantaloni senza tasche ed a zampa di elefante che portavo anch'io, le cravatte larghe e coloratissime che si vedevano in giro... 
Però, il film, nel raccontare la storia di uno scultore d'avanguardia, storia, ripeto, abbastanza banale, ha però posto l'accento su quello che è stato il "leit motiv" degli anni '70: la voglia di cambiare.
La voglia di cambiare il sistema, la morale, l'arte, la scuola, la famiglia, lo stato.
I giovani vivevano con la speranza che il mondo che era stato preparato ed organizzato per loro, dovesse lasciare il passo ad un nuovo modo di concepire la vita, che dovesse essere spazzato via dal pensiero nuovo, dal pensiero libero, da quella rivoluzione culturale che passava per la presa di coscienza di se stessi e del mondo circostante, passava per l'emancipazione femminile, per i referendum sul divorzio e sull'aborto, per un sentimento diffuso di solidarietà , di pari opportunità , di uguaglianza e giustizia sociale, di lotta al privilegio...per dirla con Gaber: "qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri"...
Mi sono rivisto in quel film, bambino incosciente ed inconsapevole di ciò che gli stava capitando intorno, che ammirava quelli che quel cambiamento lo stavano realizzando, fosse solo per libertà conquistata di uscire la sera e di vestirsi come gli pareva...
Noi ragazzini, dal canto nostro, godevano indirettamente di quella libertà che si respirava ovunque, portavamo i capelli lunghi e le basette, scoprivamo la Girella Motta, la Gomma del Ponte, i bastoncini Findus....per dirla col ragazzino del film...
erano anni felici, ma non lo sapevamo!

15 settembre 2013

L'improvvisazione

È bello esercitarsi a trovare le diverse accezioni che hanno le parole della nostra bella lingua italiana.
Quella che da' il titolo a questo post sembrerebbe la qualità che possedeva il grande Totò , o Gigi Proietti o Ettore Petrolini, per parlare di teatro o che possedevano Hendrix o i Led Zeppelin per parlare di musica...insomma la dote, la virtù, l'abilità, senza averlo studiato e preparato prima, di andare a braccio, per conto proprio, senza seguire il copione, ma sempre senza andare fuori tema o fuori dalla melodia ...
Non è di questo di cui voglio parlare .., no, voglio parlare dell'altra accezione della parola "improvvisazione " quella che è sinonimo di approssimazione , incompetenza , pressappochismo.
Non voglio sembrare un censore o un bacchettone, non penso di esserlo, ma l'osservazione di ciò che ci circonda, del mondo che abbiamo creato e che ora ci punisce, si presta a delle riflessioni che pure bisogna fare, per non rimanere completamente vittime dell'appiattimento cerebrale che sembra torreggiare sulle nostre teste...
Lo spunto me lo ha dato, l'aver assistito, davanti ad un bar, questa mattina, alla richiesta di quattro avventori seduti all'esterno, di quattro aperitivi.
Ebbene, il "presunto" barista, si presentava con quattro bicchieri di plastica portati fra le dita delle mani, quindi senza alcun vassoio, senza uno stuzzichino ed al modico prezzo di due euro cadauno.
Tutto ciò oltre a denotare una complessiva mancanza di rispetto nell'avventore o nel cliente in genere, che non è più visto come persona da accontentare da salvaguardare per un eventuale ritorno, ma solo come un portatore di soldi, denota quella approssimazione, incompetenza e pressappochismo di cui dicevo prima oltre ad una educazione molto discutibile!!!
Ma ormai questa società involuta, abbrutita, de specializzata ci ha abituato a trovare quello che lavorava in conceria fino a ieri dietro al bancone di un bar, un ex idraulico a fare le pizze o un carrozziere a togliere i calli!!!
La cosa grave è che queste aberrazioni, queste nuovo modo di mettere "l'uomo giusto al posto giusto" è lo stesso in ogni ambito ed ad ogni livello nella nostra evoluta società ..
Capita sempre più spesso di trovare gente convinta che Fernando sia un gerundio che scrive libri , o peggio, che li commenta o critica, deputati e senatori che sono convinti che la separazione dei poteri, che confusi con i poderi , sia la distruzione del latifondo, che gente che è convinta che il congiuntivo sua una malattia degli occhi diventi presentatore TV....
Si potrebbe continuare ad libitum ...
Mi chiedo sempre più spesso, quale potrà essere la soluzione ( mai come in questo caso intesa sempre più come interruzione) a tutto ciò, quando potremo tornare a vedere la gente giusta al posto giusto per davvero, quando ad aprire un bar sarà uno che prima di farlo abbia imparato a fare il barista presso altri bar (quello che una volta di diceva " andare 'o mast') e che sappia fare una granita, un frappe' o un caffè freddo senza averli già confezionati...quando potremo rivedere un onorevole che prima di esserlo sia stato segretario di partito, o consigliere comunale o provinciale o una show girl che prima abbia studiato canto, ballo e recitazione invece di essere solo "bona" ?
In questo mondo senza più specializzazione, con una scuola ornai capace solo di formare i tecnici e non più i cittadini di domani, con le famiglie incapaci di trasmettere il valore di un sacrificio ma tese solo a garantire opulenza e protezione, con una scala di valori che ha al primo posto l'apparenza, l'avere e non l'essere, non vedo vie di uscita, almeno nel futuro prossimo.

Mi perdonerete quello che più che pessimismo oserei definire lucido realismo.

13 settembre 2013

L'inadeguatezza


Sono stato sempre abituato a pensare che ogni problema avesse bisogno di una soluzione adeguata, che ogni domanda avesse bisogno di una risposta adeguata, che per ogni occasione ci fosse bisogno di un abito adeguato....insomma ho sempre pensato che l'adeguatezza fosse riferita alla necessità di un comportamento , alla capacità di individuare un'equa e sobria risposta alla domanda di turno....

Poi, ho scoperto che adeguarsi (come suggeriva Totò a Peppino nel famoso film "La banda degli onesti") vuol dire trovare il modo di fare come fanno tutti o quasi, di mettersi alla pari con quelli che sono i vincenti di questa società, i furbi, quelli che sono disposti a passare sopra a tutto e sotto a tutto, giustificandosi con il fatto che così fan tutti, che se non fai così sei fuori ....
Allora ho scoperto che l' adeguatezza, ha assunto una
accezione totalmente diversa e secondo me, deteriore rispetto a quello che aveva un tempo.
Invero, significa omologarsi al pensiero e quindi al comportamento della maggioranza, di quelli che pensano che quello è il viatico per il successo, per il potere, per il consenso !!!!!
E chi pensa diversamente ?
E chi pensa che non è giusto adeguarsi, quando non è giusto farlo, che bisogna ribellarsi al pensiero omologato, che non possiamo ridurre il tutto ad un vergognoso " così è, che ci vuoi fare ?"
Come si collocano queste persone ?
Quelle a cui si dice:"se sei onesto la politica non la puoi fare" oppure:"se dici la verità non va bene, bisogna essere diplomatici, vendere fumo, perché e' quello che fai sembrare di essere che conta, non quello che sei..."
Dove si collocano queste persone?
Si collocano in una minoranza che non teme di essere minoranza, ma che orgogliosamente e spavaldamente ostenta il suo essere "diverso" se diverso significa essere munito di un pensiero autonomo o almeno di pensiero, fregandosene del (non)pensiero comune e che è ben felice di sapere che il proprio essere, il proprio modo, il proprio esternare non si addice all'epoca attuale...
Quindi è un po' come sentirsi con le scarpe da ginnastica ad un matrimonio o col piumino al mare, esposti allo sguardo sgomento ed al contempo invidioso per il "tanto ardire" di una massa omologata che ti giudica inadeguato !

31 agosto 2013

Amarcord

Dopo trent'anni sono ritornato nel posto dove ho trascorso le estati della mia adolescenza: San Marco di Castellabate.
Sono arrivato di buon ora, c'era poca gente, così ho potuto esplorarla tutta la spiaggia della mia giovinezza ...ne ho riesplorato tutti gli anfratti, mi sono seduto da solo nel posto in cui stavamo allora, posto adesso non più utilizzabile dai bagnanti poiché il mare ha rubato la già piccola spiaggia ... sono rimasto seduto per qualche minuto...ho rivisto chi c'era allora... com'era allora...si affollavano nella mia mente i ricordi di quel tempo che uscivano e ripopolavano quella spiaggia di schiamazzi e di allegre risate...poi d'un tratto tutto è svanito ed avevo davanti a me solo quel mare sempre così azzurro ed antico che aveva mangiato la mia spiaggia e che ora portava via anche i miei ricordi .
Mi sovviene l'antica disputa filosofica tra Parmenide ed Eraclito sull'essere e sul divenire ....mai come in questo istante mi sono sentito vicino ad Eraclito che per dimostrare che la realtà, il mondo è continua evoluzione, in continuo movimento, insomma, un divenire, diceva che si può fare il bagno nella stesso esattissimo posto, nello stesso fiume, ma mai nella stessa acqua!!!
Sembra ovvio, scontato, non è così...si ha la convinzione che tutto resti sempre immutato ed immutabile, soprattutto se si tratta di cose belle, di esperienze esaltanti ... quanto è amaro scoprire che non è vero, come è triste pensare che ciò che è stato non potrà più essere, perché è ' già stato ...
dove sono quelle persone che popolavano quei tempi ?
chi sono ?
Anche loro, anch'io, come il fiume di Eraclito siamo qualcosa di diverso da ciò che eravamo, al punto da essere altre persone ...è come quando si guardano le foto, non siamo noi quelli ritratti o quantomeno non siamo più noi...noi siamo cresciuti , siamo invecchiati ed ogni nostra ruga che ci segna il viso ci racconta di un'altra vita, di un'esperienza passata..
Io ne ho una molto profonda che spesse guardo...

È quella che mi racconta di quella vita...in questo posto.

3 agosto 2013

La sostenibile chiattezza dell'essere

Il mondo è stato sempre bipolare.
Sempre.
Solo la nostra politica se ne è accorta tardi, tant'è vero che il bipolarismo politico, proprio perché nato tardi, è imperfetto.
Per il resto tutto è tutto o il suo contrario.
C'è chi è di destra e chi di sinistra , chi è alto e chi è basso chi è onesto e chi è ladro, chi è etero e chi è gay, chi vede tutto bianco o tutto nero , chi è erudito e chi ignorante, come pure c'è chi è magro o chi è grasso.
Ho sempre pensato di voler essere magro e mentre lo pensavo mi mangiavo una sfogliatella, invidiavo i miei amici snelli e slanciati come il cannolo che stavo gustando e mi immaginavo lieve e leggero come la panna che guarniva i miei gelati!!!
Nonostante tutti questi sacrifici (più che altro mentali ), questa natura maligna mi ha punito facendomi appartenere alla categoria dei chiatti, anche se la mia è una chiattezza moderata al punto da considerarmi un diversamente magro!!!
Infatti io, diversamente dai magri non ho il minimo senso di colpa nel mangiare a sbafo quello che mi piace (in prevalenza cose dolci ), non ho la minima voglia, diversamente dai magri, di andare in palestra per mantenere il fisico....visto che non c'è modo migliore della pastasciutta per mantenere il mio, per anni faticosamente costruito e scolpito dai carboidrati!!!
Nonostante tutto, ho sempre voluto cercare e raggiungere il mio peso forma.

Niente da fare!!!
Poi, dopo anni di questa affannata ricerca del peso forma, ho indagato, mi sono informato ed ho scoperto che una forma di parmigiano pesa anche 110 chili e siccome io ne peso ancora 106, sono ampiamente all' interno del peso forma!!!
Adesso sono al mare .
Mi fermo sul bagnasciuga a parlare con un magro che alla mia meraviglia sulla sua magrezza risponde che mangia, mangia e non ingrassa!!
Poveraccio, penso fra me e me!!!
Non nascondo un certo imbarazzo, per non dire commiserazione nei confronti di questa gente che mangia, mangia senza che il suo fisico se ne accorga, lasciandola in una triste condizione di sazia emaciazione , in evidente soggezione rispetto a noi giunonici che qualunque cosa ingurgitiamo ne facciamo salute !!!
Però il mio interlocutore mi fa notare che lui grazie al suo fisico asciutto non ha paura della prova costume...
Me ne sono stupito!!!
Infatti non c'è niente di peggio che indossare sempre le stesse cose.. immaginate questo essere secco secco che vorrebbe comprarsi un costume nuovo, ma che ogni anno prova sempre lo stesso costume e nota con rammarico che gli sta ancora bene al punto che anche il costume gli dice:" e compratene uno nuovo lo stesso, dammi pace!!!"
Fortunati noi, invece, che facciamo girare l'economia perché proviamo il costume e ci va sempre stretto rispetto all'anno prima, dimostrazione che l''anno trascorso ci ha giovato!!!
Gioiosamente ne compriamo uno nuovo e più largo e superiamo anche noi, anche se al secondo tentativo (come alle olimpiadi) la nostra prova costume!!!
E poi, penso, che ne sanno gli altri se quello che indosso non è' il costume dell'anno scorso che mi va ancora bene ?
Invidiosi !!!
Non c'è niente da fare.... questo mondo di apparenze, di esteriorità, di messa in scena vuole per forza farci venire i complessi, farci sentire obesi e pesanti ..
Io non me ne curo... 
con la mia pancia ciondolante e simpatica mi tuffo nell'acqua...mi abbandono....galleggio e come l'Albatros di Baudelaire mi sento leggero leggero....
Improvvisamente la mia chiattezza, seppur moderata mi appare completamente sostenibile !!!

31 luglio 2013

Incubo di una sera di mezza estate


Dopo una settimana di afa, oggi si e' respirato un poco con questa bella tramontana ....
Ho pensato di scendere un po' in piazza per incontrare qualche amico e fare quattro chiacchiere al fresco ed un pace col mondo.
Ho pensato di scendere a piedi dalle Parrelle per farmi avvolgere da questa brezza fresca e riconciliante ...ma appena arrivato in piazza ho trovato una sgraditissima sorpresa: con un ritardo di una ventina d'anni a Piano, in piazza e' arrivato ' il Karaoke!!!
Sedie disposte in modo da favorire il consumo al bar insieme allo stonato e sguaiato canto, pochi curiosi all' ascolto dell' "artista di turno" nella speranza di essere chiamati alla ribalta dagli improbabili detentori del microfono....gli abitue' della piazza che, espropriati della stessa cercano un luogo dove sedersi....ed io insieme agli amici che ho incontrato cerco di scambiare invano qualche parola sommerso dagli strilli timpanodirompenti che ne rende pressoché impossibile la comprensione!!!
Che fare ? 
Dove andare?
Ci sono sagre e feste mangerecce ovunque ...
Del resto l'estate è ormai questo...un periodo in cui ogni sera andarsi ad ingozzare... raggiungere i posti più battuti, più affollati, per evitare di trovarsi troppo soli con se stessi ... Non sia mai !!! Vuoi vedere che poi ci scappa di pensare !!!
Non sia mai !!!
Scappo dalla mia piazza nonostante le canzoni che si propongono sono quelle della mia gioventù ...rifletto che quei tempi hanno comunque lasciato qualcosa nella memoria collettiva, visto che le cantano i giovanissimi ... c'è troppo chiasso... non riesco neanche a pensare ...
Me ne vado.

27 luglio 2013

Ipocrisia e falsi profeti

Non esiste connubio peggiore.
Se poi è creato teatralmente per essere destinato e rivolto ai poveri e creduloni cittadini di Montoro, la commedia assume i tratti della farsa !!!
Vi è da dire che i montoresi erano stati messi in guardia circa l'incapacità  degli attuali amministratori a traghettare le due comunità verso il comune unico, da chi conosceva bene i suoi polli !!!
La realtà dei fatti sta avendo la meglio, (come sempre accade, basta solo attendere) e sta dimostrando tutta la falsità di quanti, nelle due amministrazioni sbandieravano una unità che già esisteva nei fatti, per la legittimazione della quale si aspettava solo la vittoria al referendum.
Infatti ci si diede molto da fare per organizzare un inutile, vanaglorioso e stupido consiglio comunale congiunto durante la campagna referendaria, in cui i De Gasperi, Nenni e Togliatti nostrani e paesani gonfiavano il petto nello schierarsi, in guisa dei citati padri costituenti, a favore del nuovo comune unico spiegando alla gente di non darsi pensiero di nulla, che ci avrebbero pensato loro con il loro già dimostrato acume politico e con il loro indubbio senso delle istituzioni e spirito di servizio per la gente....
Ipocriti!!!
Infatti a dieci giorni dal referendum, Montoro Inferiore pubblicava un bando di gara per i prossimi 15 anni , per la pubblica illuminazione ovviamente da solo, senza Montoro Superiore che, si dice aveva già provveduto a farsela anch'esso da solo la stessa gara di appalto...
Adesso sta esplodendo in tutta la sua gravità, dopo conflitti di (in)competenze, lassismo, sottovalutazione e fatalismo il problema delle vasche di laminazione da realizzassi nel territorio di entrambi i comuni.
Mi chiedo: non era questo un argomento che meritava un consiglio comunale congiunto ?
Perché non lo si è fatto???
Forse perché non sarebbe stata la solita vetrina autoreferenziale, ma qualcosa di serio, nel quale dimostrare veramente alla gente l'interesse e l'attaccamento per Montoro Unita, intesa come un unico territorio che tutti abbiamo il dovere di salvaguardare e di difendere ???
Forse perché questi ipocriti falsi profeti avrebbero dovuto prendere una posizione univoca , chiara e netta che andasse per la prima volta, oltre i miseri interessi frazionali che sono soliti rappresentare e difendere l'intero territorio intercomunale e non essendone capaci ne hanno avuto paura???
Perché con la stessa solerzia con la quale hanno investito i loro miseri riferimenti regionali per far indire il referendum, non investono adesso, Caldoro, il Presidente del Consiglio o i vari onorevoli che si vantano di conoscere ed a cui portano voti per impedire o almeno per metterli a conoscenza dello scempio ambientale che si vuole consumare a Montoro????
Perché non invitano a Montoro l'assessore regionale all'ambiente???
Perché il Consiglio Comunale di Montoro Inferiore ha deliberato di opporsi al provvedimento che impone la costruzione delle vasche di laminazione mentre quello di Montoro superiore non lo ha
fatto tal che il buon Carratù si è sentito (finalmente ) pubblicamente in dovere di biasimare questo atteggiamento???
Forse perché a Montoro Superiore le vasche non saranno uno scempio come da noi ed allora fanno pensato che, salvi loro, cosa gliene potrebbe fregare di Montoro Inferiore ???
E allora mi viene da pensare, a parti invertite, come si sarebbe comportato Montoro Inferiore???
Che squallore !
Che ipocrisia!
Che venditori di fumo!
Che falsi profeti!

Non sarebbe più dignitoso, alla luce di tanta disunità, di tanto menefreghismo reciproco, chiedere congiuntamente alla Regione di non tener conto di quella farsa di referendum che si è consumato un paio di mesi e lasciare le cose come stanno anche in considerazione della manifesta incapacità di chi lo aveva proposto e propugnato ?

25 luglio 2013

Senza scampo

Sono sul treno per tornare a casa dopo tre giorni di soggiorno romano a casa di mio fratello.
Sono stati con lui ieri, in giro per Roma fin dalle 2 e mezza del pomeriggio.
Orario assurdo e soffocante, ma ideale per ammirare in un silenzio a tratti irreale, la beltà , la sontuosità e l'imponenza di quella che resta, per me, la città più bella del mondo.
Da via Arenula ci siamo diretti verso piazza del Popolo ma attraverso vicoli e viuzze per ammirare e riempirci gli occhi e le narici di quella romanità autentica che va sempre più sparendo per lasciare spazio ad improbabili mercanti e bottegai che biascicano qualche "Ao"oppure qualche "Anvedi" millantando parentele o compaesanita' con Belli e Trilussa', ma i cui tratti somatici ed accenti tradiscono una extracomunitarieta' alla strenua ricerca di una nuova identita'. Siamo passati per piazza Farnese ed entrati a Campo dei Fiori, apoteosi della Roma popolana che sotto lo sguardo triste e severo di un ormai dimenticato Giordano Bruno che li' veniva arso vivo per aver avuto un pensiero troppo libero ed indipendente per quell'epoca ( oserei dire anche per questa ) veniva ripulita dagli avanzi del mercato che c'era appena stato.
Imboccata un'altra viuzza alla volta della barocca piazza Navona ci siamo imbattuti in un marmo datato 1733 inserito sul muro della stradina che vietava di gettare rifiuti sotto un arco antico adiacente... divieto rimasto inascoltato visto che sotto l'arco c'era una quantità notevole di bustoni neri di immondizia! Abbiamo attraversato piazza Navona per sbucare a Via del Corso e fare una capatina a via Frattina.
Abbiamo camminato volutamente per un paio d'ore per fare circa 400 metri in linea d'aria!!! In quei 400 metri c'erano 500 anni di cultura, di storia, di arte, li abbiamo sentiti tutti.... li abbiamo ammirati tutti... abbiamo invidiato i romani dell'epoca papalina, quelli della "Bell' Epoque" quelli di epoca littoria che vedeva fiorire talenti come Trilussa o Petrolini, quelli degli anni 50... insomma tutti quelli che si erano goduti la loro Roma con le sue contraddizioni le sue esagerazioni ma con il suo magico incanto che al sol guardare ti fa essere in pace con te stesso e con l'universo!
Tristemente abbiamo poi pensato che invece stiamo vivendo un'epoca dedita alla sottocultura di ogni tipo da quella storica a quella culturale a quella ambientale, che associata a questa globalizzazione finta e solo economica, dove regna oltre che il fast food anche il fast think inteso non come pensiero veloce, sveglio, acuto, ma come pensiero che non è' più abituato a soffermarsi, a riflettere, a considerare, ha portato ad un abbrutimento ed ad un'involuzione della specie!
Non siamo più in grado di riconoscere ed apprezzare quanto ci è' stato lasciato... e se non lo siamo non potremo 
neppure impedire che venga deturpato, sfregiato, svilito, mortificato ed abusato!!!
Ogni volta e sempre più rifletto che nonostante i sedicenti progressi tecnologici, di comunicazione e di conoscenza , siamo sempre più dediti al riempimento della pancia, alla forsennata ricerca di qualcosa da fare,da bere o da fumare che ci allontani dal pensare e dal pensiero....nonostante i mezzi a disposizione, i più vivono in una inconsapevolezza preoccupante e disarmante !!!
Se non si farà qualcosa, se non si porrà' l'accento sulla cultura intesa nel senso più ampio ed incondizionato del concetto non avremo scampo .

21 luglio 2013

I forzati della domenica

Chi sono: (interpretazione )
Personcine per bene, solitamente accompagnate da parenti e/o amici che dopo una settimana di lavoro, per rilassarsi, si svegliano tra le sette e le nove, si mettono alla giuda dell'auto per raggiungere l'ambita località balneare che hanno scelto la sera prima.
Svolgimento:


Invocazione (nella migliore delle ipotesi) di un calendario di Santi non appena si accorgono che un altro milione almeno di personcine per bene come loro hanno avuto la stessa idea su come passare la domenica, sulla località da raggiungere e sul mezzo usato per raggiungerla 
Epilogo:
rientro insieme allo stesso milione di personcine con cui si era partiti dopo aver trascorso,delle otto ore disponibili, più o meno quattro in auto, una a cercare parcheggio e tre a calpestare i vicini di ombrellone che ti stanno praticamente incollati nell'intento di fare un bagno in un'acqua per lo più malsana ed in alcuni caso nauseabonda.
Replay :
Si può scommettere sul fatto che l'evento si ripeterà, per tutte le domeniche estive, fino ad esaurimento dei nervi e dell'estate .
Chi sono: (interpretazione autentica)
Massa informe e pressoché decerebrata di gente scoppiata con la stessa creatività di un branco di pecore che imperterrita ed ad ogni costo pensa di andarsi a rilassare in autostrada a 40 gradi ed in coda, a mangiare panini immondi di pane raffermo su una spiaggia affollata all'inverosimile , a farsi rubare una trentina di euro per un ombrellone e due sdraio e due euro all''ora di parcheggio, che torna a casa più incazzata e stressata di quando è' partita !!!
È triste ammetterlo... Io sono fra loro !!!
Morale 
Al mare bisogna andarci a Novembre!!!
P.s. 
Domani e' lunedì ... meno male!!

5 luglio 2013

Lo spazio ed il tempo

Variabili dimensionali in cui si inserisce la nostra esistenza.
Bisognerebbe fare in modo da ottimizzarle queste variabili, per avere una qualità della vita quantomeno decente. 
Capita, invece di spendere il proprio tempo ad ascoltare un inutile conferenza sulla gestione finanziaria degli enti locali in un posto in cui non verrei neanche a pagamento se non costretto, come ora, da un non chiaramente utile obbligo di formazione professionale, cioè Nocera Inferiore, in senso lato, l'agro sarnese/nocerino.
La sala è piena di miei colleghi che sembrano interessati alla regolarità dei conti pubblici, al patto di stabilità, alle verifiche di cassa da fare nei comuni o ai controlli obbligatori da fare nella qualità di revisori.Molti di questi colleghi sono revisori dei conti o amministratori di questi comuni dell'agro, altri ne sono semplici cittadini, ma nessuno sembra accorgersi dello sfacelo
In cui versa il posto che abitano , della devastazione che ha subito e che continua a subire quella che sulla carta è la zona migliore, più fertile, più produttiva della Campania ma che invece è' l'apoteosi dell'abusivismo edilizio, l'esaltazione del menefreghismo, l'eccellenza del lassismo e del depauperamento di ogni risorsa, il tutto condito da una generale diseducazione ai più elementari rudimenti di educazione civica....provo a parlarne con qualcuno ma il tenore della risposta è un misto di rassegnazione, connivenza ed inconsapevolezza.Mi viene da chiedere al mio interlocutore: ma sei mai stato in Toscana, in Umbria o più semplicemente a Benevento o in Irpinia?È come fai a non ribellarti a chi ti costringe a vivere un in posto dove una strada sterrata è migliore di quelle del centro urbano ,dove i rifiuti sono ovunque, dove non c'è una casa intonacata , dove convivono di fianco ed in ogni dove, opifici industriali , ville abitate, parcheggi di camion ed esercizi pubblici!
Come si può consentire che uno strumento urbanistico che pure deve esistere, possa contemplare una tale mortificazione ambientale e territoriale ?
Ma la qualità della vita è anche godere di ciò che ci circonda?
Lo spazio inteso in questo ultimo senso non è forse un elemento che qualifica la nostra esistenza ?
Ed il tempo che stiamo sprecando, non potrebbe essere impiegato in corsi intensivi di educazione civica e rispetto per il proprio territorio ed i propri concittadini?
Non sarebbe meglio impiegato il nostro breve e sfuggente tempo... la nostra vita a cercare di accrescere la conoscenza dell' arte , della poesia, della cultura in genere tale da ottenere gli strumenti che possano permettere di riappropriarsi del proprio tempo e del proprio spazio, dei propri luoghi oppure per trovare il coraggio di andarsene e lasciare lo sfacelo a quelli che lo vogliono che lo creano e che ci sanno vivere?