3 dicembre 2013

Italia, Italie...

Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono !
NO, non è mia... per quanti lo ignorassero, è Gaber, più o meno l'ultima o penultima maniera.
L'essere nati in Italia è un grande privilegio, essere compatrioti di Giulio Cesare, Dante, Leonardo e Pavarotti da' un certo tono ed all'estero, una certa supponenza ed un senso di superiorità del tipo "PROUD TO BE ITALIAN" o anche meno aulicamente "ITALIANS DO IT BETTER".
Ma Gaber nella sua canzone (le sue erano più che altro riflessioni cantate), diceva che la nostra italianità raramente si manifesta nella sua magnificenza e grandezza; per lo più l'italiano è quel coglione che, ignaro di cotanto passato e patrimonio culturale, ricorda di essere una nazione, un popolo solo ai mondiali di calcio e per il resto è dedito al dissolvimento o depauperamento di quanto ereditato.
Gaber era di Milano. 
Milano, Italia.
Io sono di Montoro Inferiore, Avellino, Italia.
Anzi da domani, Montoro, Avellino, Italia.
Non è la stessa Italia.
Ho sempre pensato che i piemontesi ci conquistarono e ci annetterono al loro regno per formare quella nazione che, mi costa dirlo, di fatto non esiste.
Abbiamo due "Italie": quella austera da Low & Order, quella pulita, ordinata quella per cui "CIO' CHE NON E' MIO E' DI TUTTI " e l'altra quella alla "Sanfaso' ", sporca, rotta, devastata, quella per cui " CIO' CHE NON E' MIO NON E' DI NESSUNO", per cui mi sento abilitato a distruggere, sporcare, mortificare.
Inutile dirlo, la mia è la seconda!
Non voglio assolutamente esaltare la prima e denigrare l'altra....ma mi sono sempre chiesto che cosa avessero in comune uno di Lumezzane, Marostica o Mondovì con uno di Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Pagani o Gela!
Nulla, neanche la lingua!
Noi dell'Italia di quaggiù abbiamo un modo di pensare, di intendere la vita, di relazionarci tutto nostro e totalmente differente da quelli dell' Italia di lassù, che assomigliano più ai mitteleuropei che a noi, come noi somigliamo più ai greci o agli arabi che a loro.
Aveva ragione il povero D'Azeglio... gli italiani non esistono ancora e forse, aggiungo, non esisteranno mai.
Quelli di lassù, considerandoci un'altra Italia, per esempio, non hanno avuto alcuno scrupolo a mandarci la loro monnezza tossica e noi di quaggiù, che non ci consideriamo affatto, ce la siamo presa e l'abbiamo sotterrata sotto casa come fossero semi da far germogliare!
C’è da dire che lassù hanno sempre avuto il senso dello Stato e noi quaggiù abbiamo sempre avuto la percezione che lo Stato non ci fosse, forse anche per questo si sono sviluppate le organizzazioni malavitose che in qualche modo e per molti lo hanno sostituito.
La nostra Italia, la mia Italia, quella di quaggiù, non ne può più, ha sete e voglia di giustizia, di legalità, di rispetto, non vuole più essere alla merce' di una minoranza e ribadisco, di una minoranza, di una feccia che vuole ricacciare indietro i nostri sforzi, la nostra cultura, il nostro voler affrancarci da loro e dal loro mondo!
Ma nessuno ci da' una mano.
Ne' le istituzioni che sono in balia di affaristi ignoranti, ne' l'Italia di lassù che è alle prese con il suo problema di sempre, fare soldi e siccome ultimamente ci riesce meno è in sofferenza.
Ma non possiamo sempre sperare negli altri, non è giusto farlo!!!
E' necessaria una NOSTRA presa di coscienza forte, netta, è necessario che "la meglio gioventù" alzi la voce, protesti, si ribelli, smetta di subire passivamente la voce della prepotenza dei forti, dei violenti, dei sopraffattori!
Diffonda questo seme, attraverso l'esempio, nelle istituzioni, nella scuola, nel mono del lavoro,
Insomma è necessario che la parte migliore dell’Italia di quaggiù PRETENDA di prendere il posto di quei pochi che l'hanno continuamente offesa, ferita, vilipesa e che l'hanno trasformata nella TERRA DEI FUOCHI!
Siamo in un epoca da basso Impero.... i barbari sono in ogni dove...
Riavremo il Medioevo....
Ci sarà un altro Umanesimo....
Ci sarà un altro Rinascimento !!!
Io non mi sento italiano.
Ma per fortuna o purtroppo LO SONO !!!

6 commenti:

  1. Gian Luca Aliberti
    Dottor Torello mi sa tanto che ci toccherà solo il Medioevo, lungo e buio.. E non avrà più fine. Non ci saranno menti, geni né mecenate o signori che bramano il sapere
    Solo avidi affaristi.
    Mimmo ho una notizia buona e una cattiva La buona è che ci è rimasto qualcosa. La cattiva è che quel qualcosa è la disperazione.

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  2. Ribadisco: non disperare, c'è sempre una luce in fondo al tunnel ...

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  3. Alfonso Torello
    Mimmo,
    l’Italia è una cosa, l’unità d’Italia e un altra cosa, l’Italia, gli italiani e la lingua italiana (le tre prerogative che distinguono un popolo) risalgono a secoli prima dell’unità. Non ti confondere. Il discorso dei due vecchi rincoglioniti che non si capiscono, poteva andare bene fino a 50 anni fa, adesso i vecchi siamo noi, e se qualcuno di noi è un asino, non è certo per colpa di Cavour o di Mazzini. Ti invito alla riflessione

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  4. Mimmo Ferrentino
    Carissimo amico mio , condivido in pieno il tuo pensiero, con nostalgia e rammarico ricordo le parole che mi dicevano le persone anziane un bel po’ di anni fa. "Cari ragazzi (riferito a noi , all'epoca molto giovani), noi attraverso sofferenze guerre, morti e fame Vi abbiamo preparato la strada e gettato le fondamenta per un futuro migliore, sta a Voi adesso continuare la costruzione. Ho la vaga impressione che non abbiamo sfruttato al meglio l'opportunità che ci è stata data, e purtroppo devo constatare con grande dispiacere che per chi ci seguirà sarà ancora peggio in quanto si troveranno a dover ripartire e/o ricostruire su un ammasso di macerie da noi prodotte con altissima arte. Per quanto riguarda l'essere o sentirsi Italiani, le nuove generazioni così legate alla tecnologia , ai social network, alla nuova lingua "tvb cmq cvdm strz", (manco toro seduto la parlava), ripeto le nuove generazioni non penso proprio che possano avere o sentire un legame patriottico, o quanto meno campanilisticamente, del paese dove vivono. Sono troppo impegnate a scavarsi un solco di solitudine attraverso la tecnologia. Lungi da me l'idea di non accettare la modernità dei mezzi tecnici, ma w la piazzetta dove si giocava a calcio, w l'oratorio dove si giocava a ping-pong o a calciobalilla, w il bar o il circolo dove si poteva solamente osservare i "Grandi" che giocavano a carte. W l'Italia, w il futuro, w la virtualità. Italiano fai da te??????? No Alpitur? ahi! ahi! ahi!

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  5. Condivido con nostalgia caro Mimi '...

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  6. Emilio Pellecchia
    Queste sono le cose, i pensieri e le parole che alzano il livello di facebook complimenti è un piacere leggerti/vi .......

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