23 dicembre 2014

Originale e fotocopia

È ormai Natale.Si, si capisce guardando il calendario. È  il 23 di dicembre.
Se mi fossi addormentato qualche mese fa e mi fossi svegliato oggi senza guardare il calendario, non avrei mai immaginato che è Natale. Infatti avrei notato che il clima è mite, che c’è ancora qualche foglia sugli alberi, che non si sente in giro quell'allegria, quell'atmosfera speciale, gaia e gioiosa che il Natale solitamente sa infondere in ognuno.
Avrei certamente notato ragazzi scherzare per strada ed avrei incontrato gente sorridente e bonaria augurare ogni bene a chiunque, felice di possedere quella inspiegabile e condivisa serenità a dimostrazione del fatto che si può essere felici solo se lo sono anche gli altri.
Poi sarei andato in strada e guardando in alto avrei notato delle funeree decorazioni traversanti in lungo e in largo la via principale del mio borgo, avrei sentito un forte olezzo provenire da marciapiedi pieni di salate od essiccate vittime di stagione, e mi sarei persuaso che... sì, sembrerebbe che sia Natale.
Platone sosteneva che la nostra realtà altro non fosse che la copia imperfetta, opaca e sbiadita di quella esistente da qualche altra parte, precisamente nel mondo delle idee, in quel mondo, cioè, di cui la nostra mente conserva il retaggio, (di là provenendo evidentemente) tale da spiegare il perché' ogni nostro concetto, ogni nostro pensiero su ogni cosa si diriga sempre su quella più bella e perfetta tra quelle possibili.
Se per esempio mi fosse chiesto di pensare ad una sedia, mai mi verrebbe in mente di pensare ad una sedia sgangherata, di quelle impagliate ma senza ormai impagliatura, con una gamba più corta o tarlata... no, penserei ad una sedia solida, bella, laccata ed importante così come più bella non potrebbe esserci, ovviamente in relazione al mio personale gusto.
Io penso allora, se ciò è vero, (come in un modo o nell'altro penso che sia), che il Natale deve senza dubbio essere qualcosa di stupefacente e di inspiegabile bellezza. Si, perché il Natale di oggi altro non è che la brutta copia di quello che io ricordo di qualche decennio fa, che a sua volta altro non è che la brutta copia di quello che c’è nel mondo delle idee.
Quindi siamo arrivati alla fotocopia delle fotocopie, che come accade alla fine, fotocopiando ancora, ci permette di intravedere solo qualche macchia scura... non si capisce più cosa ci sia scritto e quale sia il senso vero di ciò che è riportato sul foglio originale.
Il Nostro Natale ha il sapore della decadenza, in perfetta sintonia con l'aria decadente di questo nostro mondo sempre più degradato, offeso e maltrattato dalla nostra cupidigia, dal nostro bisogno di arraffare a danno di tutto e di tutti, che ci porta solo al lamento collettivo sulla crisi che non finisce, sui soldi che non ci sono, sulla ricchezza e sul benessere ormai scomparsi.
Mai che ci ispirasse un atto di coraggio o di indignazione collettiva che ci portasse a riappropriarci della nostra vita, del nostro mondo, del nostro Natale. 
Se lo facessimo, potremmo insegnare a chi non ne ha memoria e ricordare a noi stessi, ormai dimentichi, com'è bello leggere dall'originale, com'è dolce il senso delle parole se lette chiare e nette e non sbiadite o sfocate da fotocopie su fotocopie.
Per quanto possibile, Buon Natale.