27 dicembre 2012

L'anno che verrà


Lucio Dalla nel 1980 scrisse una canzone che si intitolava cosi' e che sembrava una canzone senza senso ma analizzandola a fondo, ascoltandola bene e contestualizzandola evocava e raccontava il fallimento e la disillusione di una generazione, per tutto quanto si aspettava dagli anni sessanta e soprattutto dagli anni settanta in termini di riscatto generazionale, di conquiste sociali, di libertà di pensiero.
Tutto volgeva verso una restaurazione ed un ritorno ai valori più tipici dell' occidente conservatore, all'affermarsi nuovamente, dopo un decennio di speranza, del ruolo centrale e dominante di un ceto medio e borghese che preferiva l'agiatezza e la tranquillità economica all'incertezza degli effetti di una propugnata e mai realizzata giustizia sociale e redistribuzione della ricchezza.
La canzone, infatti, scritta sotto forma di lettera ad un amico si apre con l'amaro e delicato racconto di una vita trascinata tra noia ed abitudine, continua con la falsa speranza, falsa anche per chi la racconta, di un mondo diverso e migliore per chiudersi con il ritorno triste alla realtà :in fondo nulla e' cambiato e nulla cambierà.
Cosi' aveva cantato gli anni settanta Lucio Dalla, all'alba degli anni ottanta, che sono poi quelli della mia generazione, che si caratterizzarono per l' edonismo Reaganiano, per l'ottimismo della volontà Craxiano, per la restaurazione conservatrice e borghese della lady di ferro, Margaret Thatcher, insomma per la voglia di cancellare e di spazzare qualunque fremito riformista precedente sostituendolo con la ricerca del piacere e del benessere a tutti i costi.
Venivano lasciati fuori dalla porta e troppo spesso dalla coscienza i problemi irrisolti di un mondo che era improvvisamente ripiombato nell'oblio, quello dei bisognosi, degli ultimi, dei disagiati per la ricerca di benessere, dicevo, affiancata dal vuoto delle nascenti tv commerciali che propagandavano quotidianamente la Milano da bere, il godimento effimero e fine a se stesso, ossia: il nulla.
In quegli anni abbiamo speso tutto ed abbiamo contratto debiti in quantità impressionate.
Gran parte del nostro debito pubblico e' stato contratto allora.
ED A TE, CARO AMICO VIRTUALE, COSA POTRÒ SCRIVERE DEL NOSTRO ANNO CHE VERRÀ?
Non sara' tre volte Natale e festa tutto l'anno, i preti continueranno a non sposarsi, neanche ad una certa eta' '', continueremo a fare l'amore in modo classico, non " a ognuno come gli va" dato che la nostra chiesa cattolica è ancora determinante nelle nostre scelte sessuali e morali, non spariranno ne' i troppo furbi ne' i cretini di ogni età, (la nostra cultura ed informazione lavora perché i furbi continuino a imperversare ed i cretini a crescere a dismisura).
E allora ?
Qual'e' la nostra speranza?
Dov'è la nostra speranza?...Che cos'è quel buio davanti a me? ...Oddio!... Il baratro! ... Il fondo del barile... ci stiamo arrivando... ci stiamo avvicinando.... ma che cos'è quella cosa piccola che vedo laggiù mentre precipito? ... E' piccola...ma e' molto luminosa!... che sara', voglio toccarla, voglio prenderla in mano... mi avvicino... la guardo... non ci credo ancora... ma e' lei.... LA NOSTRA SPERANZA!!!
L'anno che sta arrivando, tra un anno passera' (speriamo)
io mi sto preparando
è questa la novità!
Ciao Lucio ed a voi
BUON ANNO!

19 dicembre 2012

La fine del mondo


Manca poco.

No, non parlo dell'idiozia del 21 dicembre.
Non ci ho mai creduto.
Non ci ha mai creduto neppure chi lo ha detto e lo ha divulgato.
Pero' ha fatto effetto.
Tutti ne hanno parlato.
Molti hanno detto di averci creduto e di crederci ancora.
Ma non ne hanno avuto paura.
Infatti non hanno fatto nulla in vista della fine imminente.
Non hanno donato nulla a nessuno.
Non hanno fatto nulla per nessuno.
Non vivranno il giorno 20 dicembre come se fosse l'ultimo...
"So this is Christmas and what have vou done?.. Nothing"!
Come sempre...
In fondo allora, non ci ha creduto nessuno...
E allora?
A cosa e' servito?
Come al solito e' servito per dimostrare che siamo vicini alla fine...
Alla fine...
Ma non a quella fisica, a quella biologica, quella che tutti noi temiamo, quella e' sempre vicina o della cui inevitabilità dovremmo avere sempre la consapevolezza, tale da poter vivere meglio e con piu' dignita' la nostra avventura...
No, parlo della fine morale, della fine intellettiva, della fine cerebrale di tutti noi, generazione di idioti, che siamo arrivati al punto di convincersi di tutto cio' che ci viene detto purche' ci credano anche gli altri, che siamo arrivati al punto di berci qualunque bufala pur di variare questa squallida esistenza quotidiana...
No, non me ne vogliate... ovviamente sono persuaso che c'e' moltissima gente che si indigna, che reagisce quando la si vuol trattare da imbecille e senza cervello, come ha fatto Berlusconi ieri sera, ma c'e' una maggioranza che non ha neanche il dono del silenzio essendo il piu' delle volte piu' starnazzante di un'oca giuliva, che e' omologata sulla insulsita', sul vuoto di pensiero, sul frivolo, sull'egoismo, sull'assenza di pieta', sempre piu' vittima di un edonismo distruttivo che non considera neanche piu' l'essere umano come facente parte di un ente piu' grande cui appartenere, ma e' sempre piu' arrotolata su se stessa, sulla ricerca del proprio benessere in compagnia della De Filippi o di qualche stronzata virtuale!
E' quando faccio caso a questo modo di vivere, e' quando rifletto sul senso di questo Natale di cui non si avverte piu' neanche l'odore della pasta di mandorla o dei roccoco' tanto ce ne siamo assuefatti, che penso che siamo prossimi al capolinea.
No! Non possiamo arrenderci e comportarci come un vecchio autobus che dopo aver compiuto lo stesso itinerario per anni se ne torna al deposito con la tristezza di aver visto tanta gente vivere ma di non aver vissuto!
Bisogna reagire, bisogna far sentire la nostra voce, bisogna che la nostra coscienza si ribelli, che ci parli, che si faccia sentire e che ci convinca a vivere come esseri consapevoli di cio' che ci circonda, come esseri in grado di fare ciò di cui siamo capaci... allarghiamo la nostra vita, la nostra esistenza, riempiamola di contenuti veri, di dignità, occupiamoci della nostra esistenza e di quella degli altri, perche' stiamo bene veramente solo se anche gli altri stanno bene...
Mi chiedo spesso quando sara' finito questo viaggio cosa sara' rimasto?
I SOLDI ! no, semmai rimarranno agli altri, a quelli a cui li lasceremo..
LA CARRIERA! certo! 
no... sarò andato in pensione da un pezzo quando morirò o almeno me lo auguro...
I SUCCESSI POLITICI che avro' ottenuto! Si, certo, quelli non me li togliera' nessuno...si... ma a chi vuoi che importi dei miei successi?
E allora per cosa avrò vissuto?
Per cosa avremo vissuto?
La risposta che mi viene e' sempre la stessa: per amare.
Viviamo ogni nostro giorno come se fosse l'ultimo, perche', prima o poi...quel giono... arrivera'
Buon Natale.

12 dicembre 2012

Viva l'Italia


Viva l'Italia, l'italia del 12 dicembre (...)

Era una canzone di quando ero adolescente, una canzone di De Gregori, si chiamava appunto "Viva l'Italia".
Non capivo allora cosa volesse dire " l'Italia del 12 dicembre"...poi, leggendo,scoprendo, insomma, crescendo ho capito: il 12 dicembre 1969 c'e' stata Piazza Fontana!
Piazza Fontana, e' una piazza di Milano dove c'era la sede della Banca Dell'Agricoltura e dove il 12 dicembre 1969 degli estremisti di destra collocarono una bomba, devastarono la banca ammazzando una ventina di persone e ferendone un centinaio.
Un' Italia atterrita e sgomenta si trovo' a fare i conti con un'epoca nuova, un'epoca che ancora adesso fa paura ricordare e che solo il nome mette angoscia. Cominciava la strategia della tensione e gli anni di piombo!
Il 12 dicembre 1969...la fine degli anni sessanta, degli anni del boom economico, della spensieratezza, delle auto a rate, del moplen (la plastica) della frivolezza e del godimento, ma anche della prima recessione e della voglia di una societa' piu' giusta, piu' libera, piu' solidale, insomma gli anni del '68, ma anche delle lotte operaie e sindacali sfociate nel cosiddetto autunno caldo del '69...
quella voglia di liberta' , quella voglia di sovvertire quell'ordine costituito, quella struttura sociale che aveva ancora tutti i retaggi di un fascismo ancora insito nella acerba e giovane democrazia italiana stava prendendo alla fine del decennio una piega diversa; c'era chi non si accontentava piu' di riformare in un senso o nell'altro (destra o sinistra) la societa', ma voleva distruggerla, sovvertirne gli equilibri, sradicarne l'essenza cosi' faticosamente conquistata... si insinuo' pian piano l'idea che per cambiare la societa' ci volessero le bombe, che si dovessero eliminare tutti quelli che intralciavano il passo... ma siamo troppo avanti siamo negli anni settanta... piazza Fontana viene prima, piazza Fontana segna l'inizio dello stragismo, segna la fine di un periodo di lotte leali e dignitose fatte da gente perbene che voleva riformare lo stato, la societa', che voleva cambiare il mondo...che sognava di cambiare il mondo... ecco, piazza Fontana ha rappresentato la fine del sogno!
Ma che cosa e' successo il 12 dicembre 1969 a Piazza Fontana? 
La sinistra, (nella fattispecie un movimento di idee che stava cambiando la societa'), rischiava di prendere il sopravvento nel paese e di spazzare via un ventennio di politica conservatrice e stantia. Tutto questo non poteva star bene ai poteri occulti e deviati del paese ( si e' parlato di servizi segreti deviati) che per spaventare l'Italia e farla riavvicinare ai valori tipici della reazione conservatrice crearono la STRATEGIA DELLA TENSIONE, cioe' una serie di stragi ed attentati che vanno dalla strage di Piazza Fontana, appunto, fino alla stage della stazione di Bologna del 2 agostro 1980.
Queste stragi, attribuite falsamente ma artatamente, grazie a depistaggi, connivenze ed omissioni a movimenti anarchici o di sinistra,di fatto erano compiute in gran parte da movimenti eversivi di destra, neofascisti e neonazisti, su commissione d quei poteri di cui ho detto prima che non potevano tollerare la perdita del potere.
Questi infami, questi miserabili, questi lordi, luridi ed immondi rifuiti umani per il loro potere hanno tenuto sotto scacco per piu' di un decennio il nostro paese, facendo vittime innocenti in quantita' impressionante... perche'? ... perche?... se lo chiedeva con voce rotta dall'emozione un signore intervistato a Milano durante i funerali delle vittime di piazza Fontana... perche'? ce lo chiediamo ancora oggi...
Poi gli anni di piombo finirono... l'Italia ed il buon senso prevalsero e comincio' una stagione nuova... De gregori cantava in quella canzone del 1980, se ricordo bene, " viva L'talia, l'Italia del 12 dicembre" quella piccola Italia che si era stretta ed unita da Palermo ad Aosta (De Andre'-La domenica delle salme ndr) intorno alle vittime di Piazza Fontana, quell' Italia spaurita, atterrita e solidale ma quell' Italia che ha saputo resistere a tutti gli attacchi alla sua democrazia! 
Ah! A proposito! La canzone di De Gregori finisce cosi':" VIVA L'ITALIA, L'ITALIA CHE RESISTE!"
Milano 12 dicembre 1969, onore alle vittime!
Per non dimenticare!!!

23 novembre 2012

Quella maledetta domenica!

Ero a casa, quella maledetta domenica.
Alle 7 e mezza di sera più o meno, stavo guardando la sintesi della partita della mia Inter contro l'odiata Juve.
Si, a quel tempo non c'era Sky, le partite cominciavano tutte alle 2 e mezza della domenica e alle sette di sera facevano vedere la sintesi della partita piu' importante della domenica.

Quella maledetta domenica c'era Inter-Juve.
Ad un tratto lo stopper della Juve,un oscuro e legnoso difensore tira da fuori area e coglie la traversa....in quell'istante succede il finimondo!
Titolerà un giornale sportivo il giorno dopo:" TRAVERSA DI BRIO, TREMA L'IRPINIA!"
Tutto intorno tremava.... tutto ciò che era in casa cadeva.... sembrava di stare seduti su di un martello pneumatico e per di più senza cuffie... ma che cos'è ci chiedevamo terrorizzati e sbigottiti!
IL TERREMOTO!!!
Scappavamo e gridavamo tutti, cercando di guadagnare faticosamente l'uscio di casa e finalmente l'aria aperta... ma appena fuori era anche peggio... si vedevano le case oscillare paurosamente... tutti scappavano senza sapere dove... una cappa di polvere ed umidità era scesa su di noi al punto da non vedere a un metro... quel minuto e mezzo sembrò eterno!!!
Poi tutto finì
La livida notte nebbiosa del 23 novembre 1980 copriva la catastrofe... tremila vite venivano spezzate quella maledetta domenica...
Le cose pensi che capitino sempre agli altri, quando le senti in televisione, pensi sempre che tu sia immune da ogni cosa, da ogni disgrazia, dalla morte, fino a quando realizzi che non e' vero... capita pure a te e quella volta capito'.
Si apri' una stagione bellissima di fratellanza e solidarietà nei giorni seguenti.... chi aveva, dava a chi non aveva... tutti aiutavano tutti... si viveva insieme, in comunione, si mangiava insieme dove capitava, si dormiva insieme e fuori... poi tutti in un treno, un wagon-lit che era arrivato proprio per accoglierci di notte.
Il terremoto del 23 novembre 1980 oltre a portare via tremila vite, portava via un ciclo, un periodo storico, una fase importante della nostra vita... finivano gli anni settanta... anni segnati da ideali di solidarietà, di fratellanza, di lotte, di battaglie, di conquiste... il divorzio, l'aborto,l'emancipazione femminile, la scala mobile, gli scioperi, l'autunno caldo, la scuola libera, ma anche piazza Fontana, piazza della Loggia, l'Italicus, la stazione di Bologna, le brigate rosse!!!
Finiva un'epoca quell'epoca iniziata nel dopoguerra in un crescendo di sviluppo e di crescita che lasciava comunque grossi squilibri nel nostro mezzogiorno che vedeva in quegli anni ancora forte l'emigrazione verso il nord e verso l'estero...
Finiva un'epoca.... finiva un ciclo... se ne apriva un altro, quello dei soldi facili e ne arrivarono tanti qui da noi, al punto da offuscare le menti, da generare ingordigia e prevaricazione, da modificare il modo di concepire la politica... si generarono orde di avvoltoi e sciacalli che non si erano mai occupati di politica e di cose pubbliche ma che famelicamente si avventarono sul tesoro arrivato in Irpinia e lo divorarono....lo saccheggiarono....consentirono che muri diroccati da centinaia di anni diventassero novelle abitazioni con i soldi pubblici... ci fu l'assalto alla diligenza... i terreni degli amici diventarono quelli che valevano di piu' e i poveri cristi furono lasciati nel piu' totale abbandono...
Erano i primi vagiti di una tangentopoli che nel corso degli anni successivi avrebbe devastato l'Italia intera e la classe politica quasi nella sua interezza!!!
Ecco, il terremoto segno' la perdita dell'innocenza di un territorio e del suo popolo...il dolore rimase solo nel privato di chi aveva subito la perdita dei propri cari... per il resto segno' l'inizio di un grande affare che avrebbe consolidato, in alcune aree, anche le organizzazioni malavitose!
...
Che cosa e' rimasto,allora, di quella maledetta domenica?
Sicuramente il dolore sempre vivo di chi perse genitori, fratelli e figli e la consapevolezza che il nostro territorio e chi lo ha governato non ha avuto la capacita' di reagire con forza e dignità rispetto ad una simile sciagura.
Per il resto un colpevole velo di oblio...

19 novembre 2012

La fame


La fame nel mondo e' assai, diceva un piccolo alunno della scuola elementare di Arzano, negli anni '80 in un tema pubblicato poi in un libro intitolato "io speriamo che me la cavo".

Dopo 30 anni la fame del mondo " e' ancora assai", parlo ovviamente della fame di cibo del terzo mondo, che nel frattempo e' diventato quarto o quinto e cio' in barba alle modernizzazioni, alle globalizzazioni, alla facilita' relativa di approvvigionamenti alimentari, alle finte e continue beneficenze buone solo agli Stati, liberi cosi' di non occuparsene ed a noi ad alleggerire la nostra obesa ed opulenta coscienza!
E' anche aumentata la fame di sapere dei mediorientali e delle acerbe ed ancora incompiute democrazie maghrebine.
Da noi invece?
Da noi la fame e' diminuita, anzi e' quasi prossima allo zero !
Ma no , non la fame alimentare! No... Quella anche da noi sta aumentando vertiginosamente!
Parlo di altri tipi di fame che sono pericolosamente diminuite cioe' la fame del sapere, la fame di giustizia , la fame di giustizia sociale, la fame della costruzione di una societa' diversa!
Questa fame nessuno ce l' ha più ... I giovani non sognano più una società fondata sulla giustizia sociale, sull' uguaglianza, sulle pari opportunita'... Non sognano più una rivoluzione, seppure ipotetica, per ottenere ciò , non si riuniscono più in associazioni, movimenti e perché no, partiti politici per cercare le condizioni per la costruzione del loro futuro...
Li guardo e mi sembrano spenti, involuti nel linguaggio, appiattiti sulle stesse convinzioni , omologati nel modo di apparire e di porsi al mondo e noi che non riusciamo a trasmettere loro alcuno dei nostri sogni delle nostre conquiste, delle nostre battaglie, ci siamo limitati a farli crescere senza problemi, senza patemi, senza rinunce ed alla fine li abbiamo fatti crescere senza FAME!
Quando ero adolescente ed andavo a vedere la partita dell' Avellino mi capitava spesso di imbattermi in un simpatico vecchietto che girava instancabilmente con dei palloncini colorati ed un cartello che diceva: " E' colpa tua, i figli non ti obbediscono perché hanno troppi soldi in tasca"
Ero giovane e squattrinato, non capivo cosa volesse dire.
Ora, trent'anni dopo ho capito...
Aiutiamo i nostri giovani ad avere fame, fame di sapere, di conoscenza, di speranza ed insegniamo loro com' e' bello appagarla quella fame!!!

13 novembre 2012

Tempi moderni


Sono stato lo scorso fine settimana a Bologna ed a Milano.

Nei giorni precedenti la partenza mi sono chiesto: come ci vado? con il treno o con l'auto?
Poi ho pensato, vado col treno...si...si, e' cosi' rilassante, e' cosi romantico...
E mi sono lasciato andare a pensieri ameni:
Mi siedo comodo, mi porto un bel giornale e me lo leggo, mi guardo il panorama, mi affaccio al finestrino e mi guardo la verde e pettinata campagna umbra, i maestosi cipressi toscani, i pioppeti emiliani fino alla brumosa e nebbiosa pianura lombarda ! Che bello guardare questa meraviglia della natura e questa meravigliosa nostra Italia! Che bello assaporarsela piano piano mentre il rumore antico e sempre uguale del treno mi dondola provocandomi un dolce stato di sonnolenza...
Poi il viaggio non sara' noioso, a differenza dell' automobile, perche' incontrero' certamente persone con cui scambiare quattro chiacchiere, soprattutto se sono di altri posti, confrontero' il mio stile di vita con il loro: si.. da noi il caffe' costa settanta centesimi e da voi? Un euro? ma siete pazzi! E una pizza al tavolo? Dieci euro a persona? Inaudito! No, da noi e' meglio, ci si puo' ancora permettere qualche sfizio nonostante la crisi! Il discorso scivolera' poi sul calcio ed inevitabilmente sulla politica... sicuramente nascera' il battibecco, ma alla fine giungero' a Milano in un battibaleno e capitera' certamente di scambiarsi il numero di telefono con qualcuno di questi sconosciuti, chissa', puo' darsi che ci rincontreremo... ma se passi dalle mie parti, mi raccomando, telefona! Ci mangiamo una pizza e ti faccio vedere che da noi e' migliore! Quindi scenderò contento di non aver sprecato tempo e di aver VISSUTO quelle ore.
Poi mi fermo da questo mio pensare... la mia mente era andata troppo lontano... era andata troppo indietro nel tempo... No, bisogna tornare in avanti!! Si, giusto... che vado a pensare...
Si, prendero' la Freccia Rossa, ... e' veloce, in sei ore sono a Milano...
Ma non c'e' il finestrino a cui affacciarmi... non sento neanche il dondolio del treno, va troppo veloce e guardare fuori il paesaggio non mi riesce, mi gira la testa...
i miei compagni di viaggio non si accorgono neppure di me, tutti presi a giocare col telefono, a lavorare col computer o a fingere di farlo... mi alzero' senza sapere dove andare, non c'e' neanche il corridoio fuori dagli scompartimenti... del resto non ci sono piu' neanche gli scompartimenti, sembra un autobus questo treno...sto stretto nel mio posto, li fanno sempre piu' stretti, cosi' aumentano i posti e fanno piu' soldi... arrivero' a Milano dopo essermi fatto due palle esagerate e senza essere riuscito neanche a leggere il giornale... si, non c'e' lo spazio per aprirlo senza darlo in faccia a quello che mi sta seduto di fianco... avrò l'alito che puzzerà di chiuso, tanto saro' stato zitto...
Ho deciso. Andro' in automobile.
Cosi' ho fatto ed ho fatto bene!

1 ottobre 2012

È passata un'altra giornata


Quando eravamo bambini questo era il nostro primo giorno di scuola, con il grembiule nero ed il fiocco colorato a seconda della classe che si frequentava.

Il primo di ottobre... pioveva sempre quando cominciava la scuola.
Avevo i colori di legno, due penne, la gomma, la matita ed una cartella nuova, un album da disegno il sussidiario ed il libro di lettura.
Nessuno ci accompagnava a scuola, neanche quando pioveva, ci andavamo da soli e a piedi...
Quel mondo sembra ormai un film in bianco e nero nei meandri della mia memoria, con il maestro unico (unico per davvero per 5 anni), senza i genitori che si intromettevano nella formazione delle classi, con compagni di classe di variegata estrazione, cosa che contribuiva ad accrescere la cultura e l'accettazione della diversita' a dispetto della ossessiva ricerca del proprio simile, del proprio pari che domina la nostra scuola e civilta'.
Si veniva bocciati, a quell'epoca, se in terza non sapevi leggere, se in quarta non conoscevi l'analisi grammaticale o in quinta se non sapevi l'analisi logica o non sapevi calcolare la circonferenza del cerchio.
Gran parte del mio sapere deriva dall'assimilazione di quei concetti elementari, sapevo chi fosse Muzio Scevola, Cincinnato, mi affascinavo davanti all'illustrazione dell'apologo di Menenio Agrippa.
E poi, le canzoni imparate e cantate a squarciagola nel cortile, la festa degli alberi, giorno in cui si piantava un albero nel giardino della scuola e senza saperlo costruivamo la nostra coscienza ambientalista.
Sono passati una quarantina d'anni... a volte ci ripenso, a volte ne ho nostalgia... ho nostalgia non dei quaranta'anni in meno, ma del modo semplice in cui si viveva, dei pomeriggi passati a giocare a pallone fino allo svenimento o fino a quando non ci venivano a cercare, dell'odore di mosto che c'era per le strade ,del fumo che si levava dalle campagne all'imbrunire... ho nostalgia di un mondo che non c'e' piu'.

30 settembre 2012

Le 10 tesi del Comitato

Cari amici vi anticipo che tra qualche giorno sarà affisso un manifesto che chiarirà in modo schematico e semplice alcune delle motivazioni che ci fanno propendere per il no a questo pasticciato progetto di fusione. 
Con questo manifesto verrà ufficializzata la costituzione del nostro comitato con l'invito ad iscriversi. 
L' iscrizione (ovviamente gratuita) di molte persone avrà' il compito di programmare tutta l'attività di informazione dei cittadini ora, e di organizzare la campagna referendaria quando sara' il momento. 
Chiedo a tutti voi che avete univocamente espresso la vostra opinione di contrarietà a questa fusione di continuare questo dialogo virtuale ma alla stesso tempo di incontrarci de "visu" per le ragioni che ho appena esposto. 
Mobilitiamoci e svegliamo le coscienza!!! Quelli che sono per il si in modo strumentale e subdolo hanno tutto l'interesse ad addormentare la discussione.
NON CONSENTIAMOLO!!!

Capponi di Montoro ?

Se non ci facciamo sentire noi, la discussione sulla fusione latita.
Da nessuna parte (ovviamente da quella per il si) viene data notizia alla popolazione di che cosa si stia muovendo nelle "alte sfere", se il referendum si farà , quando si farà , (soprattutto perché si farà ).
Siamo stati in silenzio per una settimana proprio per dimostrare che i nostri Comuni sono ripiombati nel solito stato di indolenza, di pigrizia intellettuale, di torpore sempre più assimilabile ad un letargo.
Ecco è proprio cosi' che i poteri forti, che i poteri belli, che i poteri potenti, alimentati solo dalla loro inutile prosopopea, ci vogliono.
Come dei grossi e grassi "caponi" natalizi cui far credere, con la complicità della letargia, tutto quello che vogliono per ottenere cosi' ciò che sperano.
Noi non lo consentiremo!
Il nostro movimento di pensiero è e resterà un baluardo a salvaguardia della democrazia attraverso il coinvolgimento nella discussione di un numero sempre crescente di amici, che parleranno ai loro amici e questi altri ai loro.

29 settembre 2012

Sto scrivendo da via Risorgimento...

seduto sull'uscio del negozio di salumeria del mio amico Nicola ed ascolto inebetito ed impotente l'inutile ed idiota frastuono di queste altrettanto inutili pseudo automobili che di Ferrari portano solo il nome,essendo perlopiù ' catorci immondi che vorrebbero essere uno status simbol, ma che novecento sono, nelle maggior parte dei casi la voglia irrealizzata di sentirsi cio' che di fatto non si e'. La cosa piu' grave, oltre alla messa a soqquadro dell'intero paese di Piano, e' stata la processione degli alunni della scuola media e dei loro insegnanti (?) per vedere l' esibizione e della velocità', dello spreco, della voglia di ricchezza e di esaltazione,della voglia di sentirsi diversi dagli altri non per cio' che si puo' imparare ma per cio' che si puo' possedere! Ci avviamo a creare un' altra generazione di Franco Fiorito come se la nostra non fosse bastata!

27 settembre 2012

Una festa per la gente


Anche quest’anno ho girato le feste di paese in lungo e in largo, e mi sono stancata. Non ne posso più di vuote baldorie e di un generale effetto accozzaglia dietro cui, come sempre, dominano mancanza di tradizione e di buon gusto. Non ne posso più dell’ipocrisia dei gusti comuni, dell’avidità onnivora del brutto, di persone troppo ordinarie e, tuttavia, imprevedibili come scarafaggi.
Resto al mio paese, dove ricevo una bella sorpresa di fine estate. Festa patronale di S. Nicola da Tolentino: c’è aria di cambiamento, e sento che mi piacerà. Me ne accorgo da un manifesto che, giorni prima, leggo per caso affisso ai muri.
Quest’anno, a Montoro Inferiore, la festa è stata per il paese, senza fasti, senza farse. E’ cambiato il Comitato, costituito da soli undici membri, di cui cinque con meno di trent’anni, diretto dal Presidente delegato Mimmo Torello. Chi lo conosce lo stima per la sua schiettezza e, mai come in questa occasione, per il coraggio delle proprie scelte. E la scelta, stavolta, come ha lui stesso ribadito, è stata non di portare gente alla festa, ma la festa tra la gente. Piccolo spostamento di parole, grande innovazione per il luogo. Il motivo è chiaro a tutti. Un tempo, la tradizione religiosa era fondata su riti e credenze nutrite da sentimenti condivisi. Oggi, nei paesi come nelle città, la gente rumina la fibra di un rito che non significa più niente perché nessuno ne ricorda più l’origine e il significato. Alla tradizione fondata sulla ripetizione si è sostituita la coazione a ripetere. Risultato: le feste comandate sono diventate un tema osceno che non riesce a dirci più niente sull’essenza delle cose. Le processioni e soprattutto le chiese, mai come in questi giorni, si riempiono di una varietà di ipocrisie disarmanti. Tutti scambiano un segno di pace solo con quelli con cui non hanno mai litigato. La sera serve per sfoggiare nuovi tagli e griffes false, finti mariti e nuovi amanti, piedi scalzi senza penitenza. I devoti non-credenti si trascinano nella polvere della vita, tentando un decollo verso il Paradiso che non sempre arriva. Sono i bugiardi, i superficiali, i maleducati, gli ipocriti; quelli senza curiosità, consapevolezza né memoria, incapaci di dolore come di allegria. Quelli buoni solo per le derive del disfattismo e dell’ ignavia.
In tempi di crisi e di insicurezza collettiva, serve a poco stordirsi nelle crapule dei commerci, nel circo di masse che affluiscono nei nostri paesi senza sapere niente, in fondo, del posto in cui vengono, del Santo che si celebra. Perché alla gente piace il chiasso, il cantante famoso, facce nuove da criticare. Serve trovare per le vie del corso una succursale del mercato settimanale dove, a stretto giro, trovi lo stand delle pentole e degli articoli per la casa, quello delle scarpe e della ferramenta, e poi ancora il banchetto con i gadgets di Padre Pio con carillon incorporato, persino quelli catarifrangenti per chi, persosi nel buio della Vita, volesse ritrovare la retta via. 
Ed invece, proprio in tempi di crisi, occorrerebbe riappropriarsi dei luoghi e delle piazze, riflettere sul senso della festa; recuperare la tradizione religiosa che è e deve restare il centro dei festeggiamenti, non il pretesto marginale, come pure accade da troppo tempo. Incontrare i cittadini di una comunità, valorizzare i talenti locali in uno spirito di semplicità umile e condivisa, ritrovare insomma il senso di un’allegria fatta, come il pane, di pochi ingredienti. Questa è stata la scelta di Mimmo Torello e del Comitato Festa, attuata in un programma variegato che ha animato i 4 giorni di celebrazioni. A Montoro, quest’anno, si poteva finalmente passeggiare con calma, salutare gli amici senza essere distratti dal prossimo orrore di turno. Poetiche le luminarie nella loro semplicità. La piazza sembrava da lontano un dipinto fiammingo, coi suoi colori caldi ed una quantità di gente riunita a divertirsi, nel fervore di una ritrovata lingua comune. I giochi a squadre, l’effervescente entusiasmo di bimbi, anziani e famiglie stupiti dinanzi ai mimi, ai funamboli, agli artisti di strada che popolavano via Roma. E poi lo spettacolo dei burattini nella Villa Comunale, i giochi gonfiabili che hanno creato nel cuore della piazza un luogo incantato mai visto prima da queste parti. Ed ancora la serata dedicata ai giovani, presentata da Rosalba Teodosio, iniziata con l’esibizione della “Sanità Ensamble”, la giovane orchestra organizzata e finanziata dall’Associazione Onlus “L’altra Napoli” che, diretta da Maurizio Baratta, raccoglie i ragazzi del quartiere Sanità di Napoli, per restituire loro una possibilità di riscatto attraverso l’impegno artistico. Di seguito, lo spettacolo dei talenti montoresi. Io non conoscevo questi ragazzi, che pure vivono in paese. Forse li avrò visti una volta sola, quand’erano piccoli. Ed eccoli ora sul palco. Sono giovani che, in una congiuntura generale che sembra favorire più l’accidia della resa che il coraggio della svolta, studiano danza, musica, canto, dedicando gli anni migliori ad un progetto futuro fatto di qualità e sacrificio. Ed infine l’ultima serata in cui, invece del cantante famoso, o di quello che campa da 40 anni con l’unica canzonetta che gli sia mai riuscita nella vita, il palco ha visto l’esibizione della tradizione canora campana, interpretata dal Nausicaa Acustic Quintet, dal Coro polifonico dei “Laeti Cantores”, dalla macchietta napoletana di Mario Spolidoro e Gabriele D’Antonio, dai canti e dalle danze della cultura popolare, messe in scena dai Castellani di Giovi.
La festa è piaciuta, a chi più e a chi meno, come al solito. Che la comunità locale sia pronta a questo genere di feste è da vedere nel tempo. Novità? Non direi. Qui si tratta invece proprio di riabituarsi al passato, a quello che le feste erano quando nei Santi si credeva davvero. Il fatto è che la gente ama la chiacchiera senza racconto, la preghiera a cantilena, lo spettacolo kitsch. Non è abituata, purtroppo, ai tacchi bassi e agli abiti semplici (parlo per via di metafora). Anche chi veste ogni giorno abiti fin troppo semplici (continuo a parlare per via di metafora), quando arriva il giorno della festa vuole l’abito di raso e la scarpa coi “berlocchi”, anche se l’abito gli cade male, e sui tacchi non ci sa camminare. Sarebbe forse più onesto capire che i tempi sono cambiati, che una festa di paese in ogni caso non risolve i problemi di una comunità, che non serve né a sembrare migliori né a credere che il proprio sia un luogo felice. Molto c’è da fare. Occorre allenare uno spirito nuovo. Basta, per esempio, con la critica cattiva di chi nella vita sporca i successi degli altri per lenire le ferite dei propri fallimenti. Ma questo, in genere, è il problema di un Sud che non sa vivere senza lamentele, senza appigli per la recriminazione, senza l’elogio dell’impotenza. 
Occorre invece accogliere con disponibilità i cambiamenti, e soprattutto il coraggio di chi, come Mimmo Torello, ha saputo esporsi, proporre una svolta, rimboccandosi le maniche, persino scendendo sul campo, sistemando le sedie in piazza, aiutando gli allestitori con l’umiltà e l’entusiasmo di chi ama sinceramente la sua terra.
Poi, dopo gli spari di mezzanotte, tutte le feste finiscono. Ecco un solco appena scavato, la fatica felice, la gioia del risultato, un buon seme in una terra nuova. Non resta che aspettare i frutti, che servono a tutti noi per una stagione nuova.
                                                                                                            di Eliana Petrizzi

11 maggio 2012

Casa Montoro - 4^ puntata


Riassunto delle puntate precedenti:

Troppo lungo e complicato.
Andatevi a leggere le puntate precedenti, anche perché’ se state su internet in fondo non avete molto da fare…
Sventata la minaccia di un referendum a giugno 2012 ( se si fosse fatta la delibera entro il 20 aprile) con più tranquillità gli abitanti dei due appartamenti mostravano i muscoli alla gente delle loro contrade dicendosi pronti a deliberare sulla fusione dei due appartamenti.
E’ come sempre il fido Biondo Sale, raccordo fra i due appartamenti a fissare scenograficamente la data dei consigli condominiali in contemporanea, a reti unificate (come i messaggi di Natale del presidente della Repubblica) ed in diretta internet per evitare che ci sia troppa calca nelle aule condominali di solito sempre molto affollate di sedie vuote.


.............
La data fatidica è il 9 maggio.

Consiglio condominiale!
Stranamente alle ore 18,30 ( ora esatta di convocazione) sono tutti presenti (cosa molto strana perché di solito si comincia un’ora dopo) perché’ nessuno vuole arrivare tardi all’appuntamento con la storia, o meglio con la geografia, visto che si tratta di cambiare cartine topografiche e nomi agli appartamenti.

Inizia il consiglio.

Biondo Sale, presidente dei consiglieri/abitanti dell’appartamento del piano di sotto, in collegamento radio con il presidente del piano di sopra per far sì che i due consigli comincino all’unisono per non agevolare nessuno (siamo a fine campionato) sincronizza il cronometro con il piano di sopra e con la storia (anzi con la geografia come ho detto prima) e da il via alla discussione.

Ecco, Biondo Sale, come il Don Abbondio manzoniano, comincia a parlare e come d’incanto la sua voce suadente, senza il benché’ minimo difetto di pronuncia ( la sua erre moscia neanche si nota tant’ e’ solenne l’atmosfera) trasporta i due appartamenti dalle sponde malsane ed inquinate della Solofrana a quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti…

Si respira un’aria manzoniana in quel fatidico consiglio condominiale.
Casa Montoro diventa “ I promessi sposi”.
Addirittura Michele il fu Mattia Pascal sentendosi una novella Lucia (ruolo gia’ assegnato, suo malgrado, a De Gennaro, che però è recalcitrante, non capendo perché’ Renzo dovesse farlo Carraìo), propone di includere nella delibera a farsi un ode a Casa Montoro che sembra il triste “Addio ai monti “ appunto di Lucia Mondella.

Don Abbondio introduce e accoratamente invita tutti a fare da testimoni ai due sposi avvertendo che chi non avesse intenzione di farlo, sarebbe un inutile intralcio alla pagina di storia ( e dagli! Di geografia!!!) che si va scrivendo.

Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

“Questo matrimonio non s’ha da fare, ne’ ora ne’ mai”

Chi osa contravvenire alle raccomandazioni di Don Abbiondo Sale?

E’ Mimmo Mucchello che incarnando in se’ le figure del Griso del Nibbio, e di don Rodrigo tuona che questo matrimonio non si debba celebrare sia perché’ i due sposi neanche si conoscono ( e non significa nulla che sono vicini di casa, che i genitori si frequentano e che anni prima alcuni loro antenati erano UNITI in matrimonio) sia perché’ sono passati troppi anni da quando Renzo e Lucia si sono promessi.

- Si, ma questo che vuol dire? – sembra chiedersi unanimemente il consiglio!
- Vuol dire che ormai Lucia si è fatta vecchia, è pure quasi in menopausa ed il povero Renzo, non è poi così entusiasta di sposarsela, visto che dovunque si giri vede di meglio! 

Comincia a serpeggiare per il consiglio un dubbio:

Ma gli sposi si vogliono per davvero o no?

Allora Mucchello suggerisce di fare un referendum, ma non come quello già proposto, UNO VERO, uno di quelli che se la maggioranza non vota, non vale, uno di quelli da far partecipare tutti, ma proprio tutti gli abitanti di casa Montoro, e se la maggioranza è d’accordo il povero Renzo-Carraìo si sposerà Lucia-De Gennaro.

- Ma che vai dicendo! Ma quale vecchia! –

E’ l’apparatore Francesco Torino che di laurea ha quella di avvocato, ma non è Azzeccagarbugli, perché’ lui di solito ci azzecca sempre e sempre bene.

- I due si devono sposare, non si può fare altrimenti!-
E, come e’ solito fare, riporta la discussione dove è giusto che stia, nel mezzo, contribuendo a parare per tutti, i forti scossoni provocati da Mucchello.

Prendono la parola un po’ tutti : De Casaiuolis dei principi di Provolonia, Delle Repubbliche (Luigi e Maurizio), Fusto, Grimaldello, per non dimenticare Olivelli e gli altri della minoranza.

Conclude un sempre più confuso Renzo-Carraìo che da ragione a Mucchello ( Lucia proprio non gli piace), ma alla fine e sempre consigliato dal fido Biondo si dice pronto a fare il grande passo qualunque sia la maggioranza degli abitanti di casa Montoro a prendere parte al referendum.

Si rinnova la promessa.

Tutti votano a favore del matrimonio ad eccezione di Mucchello-Don Rodrigo ( che peste lo colga) e corrono incontro alla gloria.

Ma sarà vera gloria? 

Ai posteri l’ardua sentenza.

Fine della quarta puntata.

10 maggio 2012

La fusione e... il mio intervento


CONSIGLIO COMUNALE DI MONTORO INFERIORE DEL 09/05/2012
ORDINE DEL GIORNO:

ADOZIONE DELIBERA FUSIONE
INTERVENTO DEL CONSIGLIERE DOMENICO TORELLO
Nella delibera che ci viene sottoposta si fa riferimento all'articolo dello Statuto Comunale in cui si dice che il nostro comune persegue l’Unione di Comuni e promuove tutte le iniziative per realizzare la fusione con il Comune di Montoro Superiore.
Ebbene quanto statuito all'articolo 4 dello Statuto Comunale è sicuramente meritevole di attenzione e di impegno fattivo per la realizzazione di tale obiettivo.
Meglio si sarebbe fatto, nel momento di scrivere tale norma statutaria, a fissare anche la modalità  e la tempistica relative alla realizzazione di un si’ importante obiettivo.
Ovviamente e’ una provocazione, ma e’ necessaria alla luce del modo in cui si vuole pervenire alla fusione per non parlare dei tempi previsti per la sua realizzazione.
Quello che voglio dire è che si sta procedendo questa sera, a deliberare un volontà  ,che, ripeto, resta encomiabile, per intenzioni ma pericolosa ed addirittura deleteria nei fatti per i due comuni che rischiano tra un anno di ritrovarsi fusi, oltre che tra di loro, fusi anche dal punto di vista motoristico.
Questo atto che si sta deliberando stasera è il giusto coronamento di un procedimento ( e qui torno alla modalità di prima) farraginoso, macchinoso, incomprensibile, pasticciato e frettoloso che è stato l’intero iter verso la fusione.
Infatti ,improvvisamente, non capisco perché, si è partiti all'arrembaggio verso questa fusione a tutti i costi e quanto prima possibile dopo anni in cui la pratica burocratica e la volontà  di fusione dormicchiavano nell'indifferenza generale.
Durante questi anni in cui si parlava e si deliberava di fusione con Montoro Superiore, infatti, i due comuni, in barba a quanto dicevano e deliberavano congiuntamente, provvedevano a fare scelte importanti che prescindevano dall'idea di unire i due comuni, come il Puc, le zone industriali, i contratti di opera e di fornitura,dimostrando così che il progetto di Montoro Unita fosse soltanto un’idea lanciata li’ ma che non dovesse avere nessun riscontro concreto.
Poi improvvisamente e senza alcun atto propedeutico, si passa a chiedere in tempi strettissimi la fusione con un Comune che di fatto non conosciamo, con cui non abbiamo mai avuto esperienze di amministrazioni comuni e con cui non abbiamo mai sviluppato alcuna sinergia atta a dimostrare il beneficio economico, culturale e sociale per l’intero comprensorio.
L’unica cosa che ci accomuna è la reciproca diffidenza circa i vantaggi derivanti dalla fusione ai singoli comuni, poiché  entrambi sono convinti che ottenere la fusione sia un vantaggio per l’altro comune ed una debacle per il proprio.
Questo atteggiamento è comprensibile poiché come ho appena detto manca qualunque esperienza atta a dimostrare la convenienza reciproca in termini di crescita e di risparmio economico.
A questo punto mi sorgono spontanee due domande:
1- perché  questa fusione non si e’ fatta in tempi più virtuosi, ovvero quando i nostri comuni avevano risorse ed entusiasmi da impegnare, quando c’era da disegnare l’assetto urbanistico del nostro territorio?
2- perché  questa fusione non si e’ fatta quando le condizioni degli enti sovracomunali non erano come ora al collasso, per cui si poteva sperare in maggiori interventi da parte loro, o nei tanto discussi finanziamenti europei che ora sono ridotti al lumicino, per cui una Montoro Unita non potrà’ sperare, a dispetto di tutti i proclami, in alcun aiuto economico?
In sostanza, perché  si vuole cosi’ tanto e così in fretta questa fusione che non è assolutamente sentita dalla maggior parte della popolazione la quale avverte istanze molto più  importanti di questa che sembra sempre più  un’operazione autoreferenziale e di matrice elettoralistica.?
Non sarebbe meglio e più  responsabile avviare un processo vero di unione di servizi come per esempio un sistema di raccolta di rifiuti gestita insieme con un'unica gara di appalto, uno studio associato del territorio da inserire nei Puc dei due comuni laddove non fosse possibile dare un incarico unico? 
Certo, mi si dirà, poiché questo anno che ci separa dal referendum servirà proprio a questo.
Ma un anno di tempo sara’ sufficiente per unire qualche servizio?
E se sarà sufficiente, non sarebbe opportuno saggiarne la bontà e soprattutto la capacità degli amministratori di operare in concerto tra di loro?
Certo che sarebbe opportuno, ma purtroppo, a causa di questa forsennata e parossistica corsa al referendum che si celebrerà la prossima primavera non si farà in tempo per cui che sarà sarà.
A sorpresa.
Sento dire da più  parti che queste sono chiacchiere ¨lasciamo decidere ai cittadini!” diamogli il referendum! 
Certo, ma i cittadini conteranno qualcosa in questo referendum?
O conteranno i più’ politicizzati, i più’ marpioni di un fronte o dell’altro, non importa, ma saranno loro a determinare il risultato , poiché’ anche 20 persone al voto su 8.000 nel nostro comune decideranno il futuro di tutti!!!
E questo grazie ad una scellerata legge regionale, che in barba alle leggi nazionali ha annullato il quorum.
E’ un atto di una gravita’ inammissibile! 
E’ un attacco alle fondamenta della democrazia!
Non e’ possibile, e’ da dittatura dei colonnelli greci immaginare che una qualunque minoranza possa decidere le sorti di tutti!
Cosa pensereste se la provincia, o la giunta municipale o un qualsiasi altro organo decidesse che il nostro consiglio potesse approvare un Puc con il solo voto favorevole di due consiglieri su un totale di tre presenti?
Il numero legale per deliberare a che cosa servirebbe allora?
Per il referendum è la stessa cosa.
I cittadini, prima di andare a votare hanno il diritto di giudicare e verificare la bontà  della proposta che gli viene sottoposta e decidere se aderirvi in un modo o nell'altro.
Ma se decidono di non aderirvi perché’, ad esempio,’ ritengono inutile o insensato il quesito referendario, devono, con il loro comportamento, essere rappresentati lo stesso, devono poter contare perché’ sanno che se la maggioranza la pensa come loro quel referendum sarà bocciato.
Non devono sentirsi i cittadini obbligati a votare a prescindere, solo per evitare che una minoranza possa decidere per tutti.
Questa cosa che ha fatto la regione e’ una pagina buia della nostra storia democratica e giustifica il concetto di autoreferenzialità di cui parlavo prima e, cosa ancora più’ grave è passata nel silenzio più’ assordante e senza la benché’ minima reazione delle istituzioni.
Io preannuncio un ricorso per eccesso di potere contro questo atto della regione campania e mi faro ‘ promotore tramite il mio partito di un interrogazione parlamentare per sapere se tale abolizione del quorum e’ un atto legittimo o meno.
Mi piacerebbe che l’intero consiglio insieme a quello di Montoro Superiore, si facesse promotore di tutto ciò’ per garantire il pieno rispetto delle regole democratiche.
Colleghi consiglieri,
E’ per tutta questa serie di ragioni, di perplessità di controsensi, di scarsa chiarezza che io dico NO a questa delibera che non può è che portare il caos e lo scompiglio nei nostri già provati municipi e che approva, se la approverà, una fusione che è solo sulle carte, ma che non appartiene alla coscienza del popolo e che non soddisfa le istanza del territorio nel suo complesso. Grazie.
P.S. LA VOTAZIONE SI E’ CONCLUSA CON 15 VOTI A FAVORE ED 1 CONTRARIO

3 maggio 2012

Il gioco delle tre carte [3]

CASA MONTORO 3^ PUNTATA
Riassunto delle puntate precedenti:
De Gennaro, inquilino del piano di sopra, aiutato da Pietro Ramo ed osteggiato da Ciriaco De Vita, avviava la fusione dell'appartamento di sopra e di quello di sotto per creare un duplex di cui voleva fare in buona sostanza l'inquilino.
L'inquilino del piano di sotto, Salvatore Carraìo, dopo un'iniziale freddezza, si lasciava accarezzare dall'idea di fare lui l'inquilino, creando malumore nell'appartamento di sopra.
Si generava un clima di diffidenza reciproca tra i due appartamenti e dei loro abitanti che lasciava presagire un cambiamento di rotta di piu' di qualcuno... 
Si aspettava per il mese di gennaio 2012 il decreto di Freddoro che desse il via al referendum per decidere se fondere o meno i due appartamenti, ma il decreto non arrivava anche e soprattutto perché gli inquilini dei due appartamenti non se e interessavano granché, come del resto anche i buoni consiglieri degli stessi, che si dicevano favorevoli a creare il duplex, ma nella sostanza non gliene fregava nulla a nessuno, visto che nessuno si preoccupava di seguire l'iter e di addivenire ad una svolta nel processo di creazione del duplex. I giornalisti si sbizzarrivano nel commentare una tale brutta figura collettiva e si scatenava a casa Montoro uno scaricabarile continuo e reciproco:
"E' tutto a posto! Sono tutte bugie! Sono notizie false e tendenziose!  "gridava ed inveiva contro tutti Pietro Ramo che vedeva compromesso, con questa figura di "residui scuri di sostanze organiche digerite"che aveva fatto, il suo ruolo di "protettore e santo patrono delle genti di casa Montoro" ed attribuiva la responsabilità del nulla di fatto ora a Freddoro, ora a De Vita ora a Mucchello, quest'ultimo reo di aver minato dall'interno il processo di fusione avviato.  Allo stesso tempo provvedeva a far sentire la sua voce su 48 pagine di Salvatore Bomba, promettendo una rapida risoluzione del problema.
L'inquilino del piano di sopra De Gennaro, che era stato zitto per un po' di tempo (per lui parlava Ramo) comincio' a dimenarsi ed a lamentare un po' di mal di pancia dipendente soprattutto dal Guttalax fattogli ingerire dalla stanza piu' a nord dell'appartamento di sopra (Banzai!) ed un forte mal di testa provocatogli da Salvatore Carraìo che gli lanciava sberle mediatiche continue.
Ci si accusava a vicenda, fino a quando con grande senso di responsabilita' il vice inquilino del piano di sotto Luigi Della Repubblica, insieme con Biondo Sale si recavano presso il condominio di Freddoro per capirci qualcosa, ma poveretti, tornavano con meno certezze di quando erano andati, anche perche' al Condominio di Freddoro non erano neanche a conoscenza dell'esistenza di casa Montoro!!!
Ma bravo Pietro Ramo ! Ma che grande e solerte santo protettore !!!
E allora? Come si fa'.
Punto e a capo! Si ricomincia!
Il condominio di Freddoro fa marcia indietro:" Ci siamo confusi!!! Ma certo! Chi non conosce casa Montoro!!! E' quel bellissimo ed ameno posto che sta in provincia di Caserta!... No... No... Scusate, in provincia di Salerno!!!
Signor Presidente,- suggeriva Pietro Ramo- e' in Provincia di Avellino!
Si - replica Freddoro- ma una volta era provincia di Salerno e se ho capito bene e' per questo che vuole tornare ad essere provincia di Salerno!
Presidente - ancora Pietro Ramo- non vogliono tornare ad essere in provincia di Salerno.
E allora che vogliono?
Vogliono fondere i due appartamenti, quello di sopra e quello di sotto per creare un duplex, ma sempre in provincia di Avellino!
E perche'? - chiedeva freddoro-
Perche' una volta erano uniti.
Ma quando?
Mi sembra 700...500...no..no...300 anni fa! - Pietro Ramo evidentemente confuso-
Bah! E ti sembra un motivo valido per mettere in moto un tale casino?
Sono daccordo con Lei Presidente, ma me l' hanno chiesto, e che faccio, perdo i voti? datemi una mano!!!
Vabbe', adesso mando una lettera agli inquilini dei due appartamenti chiedendgli nuovamente di riunire i loro condomini ( ognuno per i fatti propri) entro il 20 aprile per deliberare la volonta' di creare questo benedetto duplex!!!
Panico!
Panico generale!
Ma allora vuoi vedere che questo duplex si fa per davvero, si chiedeva qualcuno che era daccordo solo per facciata e contrario nell'anima!
Salvatore Carraìo dimostrando un coerenza che non gli si puo' negare e che si puo' apprezzare ancora di piu' se si conosce il suo carattere pacioso, tranquillo e nemico di qualunque complicazione, convoca immediatamente una riunione di condominio dell'appartamento del piano di sotto per sapere cosa pensino i vari consiglieri/ abitanti.
E' un grande atto di democrazia. E' innegabile. Soprattutto se si pensa che dall'appartamento di sopra arriva la notizia che De Gennaro non ha intenzione di deliberare, dimostrando al contrario un'incoerenza di fondo.
E venne la riunione di condominio.
Mucchello arriva in ritardo, e già nel corridoio sente una voce stentorea alzarsi per la stanza di Carraìo.
E' Alessandro Grimaldello che stufo di questa fiction esprime tutta la sua contrarietà a fare questa delibera, anche perché si dice stanco di tutta questa storia.
Con meno enfasi anche Pino Fusto, (da non confondersi con Pietro Ramo, non sono parenti) si dice scettico.
Quasi pleonastico riportare la posizione di Mucchello che ritiene deleterio un deliberato del genere alla luce di una totale assenza di sinergie, di fiducia reciproca, di esperienze comuni tra i due appartamenti ( e i loro abitanti) .
Ma queste posizioni (come sempre ) sono in netta minoranza per cui si decide di deliberare entro il 20 aprile.
Ma l'appartamento di sopra ed il suo inquilino si dicono contrari ( non si è capito perché visto che fino ad ora sono stati sempre loro a forzare il gioco) ed allora si lascia cadere la cosa.
La delibera non si fa.
Il referendum non si fa.
Poi si vedrà
Chi vivrà vedrà
Nel frattempo per un altro anno stiamo qua!
Taratattattatata!
Fine della terza puntata

24 aprile 2012

Il gioco delle tre carte [2]

CASA MONTORO 2^ PUNTATA
Riassunto puntata precedente:
L'inquilino del piano di sopra de Gennaro, con l'ausilio di Pietro Ramo, consigliere del condominio di Freddoro, con un colpo di mano, organizzava la fusione dell'appartamento del piano di sopra e di quello del piano di sotto, ma Ciriaco De Vita, il deus ex machina, sventava il progetto (anche per sbeffeggiare Pietro Ramo che voleva in fondo sostituirlo nel "cuore" degli abitanti degli inquilini dei due appartamenti) facendo in modo con pensieri, parole ed omissioni (soprattutto) che il referendum che trasformava i due appartamenti in un duplex non si potesse tenere...
Cominciava a spargersi per l'intero comprensorio dove insistevano i due appartamenti che l'idea del duplex fosse sfumata poiché Freddoro non aveva posto in essere una serie di adempimenti necessari per la celebrazione del referendum sulla fusione (i più maligni sospettano con l'intervento fattivo di Ciriaco De Vita).
Ma c’è di più. Qualcuno accusava gli inquilini dei due appartamenti De Gennaro e Carraìo di scarso impegno, Pietro Ramo veniva messo alla berlina perché' aveva solo finto di interessarsi al duplex, (mirava solo ai voti degli abitanti dello stesso) ma di fatto se ne era fregato, la popolazione si sentiva sconfortata, più di qualche consigliere dei due appartamenti cominciava a mostrare scetticismo ed addirittura contrarietà rispetto alla creazione di questo benedetto duplex!!!
Allora come si fa? dove si va?
Mannaggia Bubbà!
Oplà! Ecco qua! La fusione non si fa!
Ormai un'aria tetra si respirava a Casa Montoro, c'era diffidenza tra i due inquilini, un gelo che si tagliava con il coltello! I due inquilini quasi non si parlavano più:
" Sei stato tu! No... No... sei stato tu! Tu... quando sono entrato al bar...hai fatto finta di non vedermi....Ma che dici, Salvatore, sei tu che improvvisamente non sembri più lo stesso!...
Il fido Biondo Sale interveniva presso il suo omologo dell'appartamento di sopra per cercare di dirimere la controversia e riportare negli scalmi i remi, sempre coadiuvato dall'apparatore Francesco Torino che a sua volta esortava sul giornale di Salvatore Bomba, 48 pagine, il suo collega dell'appartamento di sopra ad avvicinarsi, a fare qualcosa insieme, almeno cercare, piano piano, di unire i bilanci condominiali, un unico bilancio...
Di tutto ciò gioiva lo scompigliatore Mimmo Mucchello, che da tempo immemore diceva che bisognava prima unire i bilanci familiari, fare un unico contratto con il gas, la luce e l'acqua, tale da avere un'unica bolletta evidentemente meno cara, e poi fare il duplex!!!
Qualche altro consigliere dei due appartamenti cominciavano a condividere le posizioni di Mucchello...
L'acqua si intorbidiva... la soluzione non si trovava... l'incertezza aumentava...
Fine della seconda puntata

18 aprile 2012

Una fiction a Montoro

Sottotitolo: Poche idee... ma confuse

- Ci risiamo! Punto e a capo!
- Che cosa?
- Ma è ovvio, la fusione!
- Che vuol dire?
- Che non si fa più!
- Ma sei sicuro?
- Veramente... no, ma così pare!... anzi, no... aspetta...si fa, si fa!!!
- Come sarebbe?
- E' successo all'ultim'ora! E' cambiato lo scenario, si fa!
- E quando?
- Presto!
- E come?
- Boh! Ma si fa! E' sicuro!... si, si, è sicuro... me l'ha detto...
-Chi ?
- Coso... come si chiama?... E' un consigliere! ... Me l'ha detto ieri sera... però a
dire il vero mi ha detto che non è più tanto sicuro che si fa!
MA ALLORA QUAL'E' LA VERITA'
Amici cari, questa è la situazione, questo è il grado di conoscenza che ha la gente sul percorso verso la fusione:
notizie vere insieme a dati fasulli, incertezze, grandi bugie e mezze verità, approssimazioni, insomma non se ne capisce più nulla!
Ormai l'intera vicenda assomiglia sempre più ad una fiction:
CASA MONTORO
PERSONAGGI ED INTERPRETI:
-INQUILINO DEL PIANO DI SOPRA - FRANCESCO DE GENNARO
-INQUILINO DEL PIANO DI SOTTO - SALVATORE CARRAIO
-CAMERIERE DEL PIANO DI SOTTO - BIONDO SALE
-AMMINISTRATORE CONDOMINIO - STEFANO FREDDORO
-PORTIERE (DELATORE E APPROFITTATORE) - PIETRO RAMO
-DEUS EX MACHINA - CIRIACO DE VITA
ALTRI INTERPRETI IN ORDINE DI APPARIZIONE
- LO SCOMPIGLIATORE - MIMMO MUCCHELLO
- L'APPARATORE - FRANCESCO TORINO
- L'OSSERVATORE INTERESSATO - MARIO NERINO

Tanti anni fa, un po' per romanticismo, un po' perché' ci credevano, gli inquilini di casa Montoro cominciavano a parlare di fusione dell'appartamento di sopra e di quello di sotto, per creare, come dire, un duplex, ma i tempi non erano maturi e lasciarono cadere la cosa.
Anni dopo e dopo una serie di riunioni congiunte, improvvisamente, l'inquilino del piano di sopra, Francesco de Gennaro, rompeva gli indugi e con l'appoggio del portiere Pietro Ramo, che lavorava come consigliere semplice nel condominio di Freddoro, faceva approvare la legge che dava il via libera alla fusione dei due appartamenti, quello di sopra e quello di sotto.
Anzi, per evitare qualsiasi problema all'inquilino del piano si di sopra che lo aveva incaricato, promettendogli, presumibilmente, i voti per diventare almeno vice amministratore del condominio di Freddoro, faceva approvare un'altra legge che toglieva il quorum al referendum che doveva tenersi per fondere i due appartamenti, spianando la strada alla creazione del duplex.
Scendeva in campo, a questo punto, lo scompigliatore Mimmo Mucchello, che incarnando il sentimento di molti si mostrava scettico sull’opportunità di creare il duplex e fortemente scuoteva molte coscienze creando un evidente stato di agitazione nella popolazione.
A gettare acqua sul fuoco, come sempre, ci pensava, immediatamente l'apparatore Francesco Torino che provvedeva a rasserenare gli animi ed ad uniformare nuovamente i consensi, a persuadere i più ed a convincere tutti quelli che gli capitavano a tiro che il duplex era una cosa santa ed addirittura la salvezza dei due appartamenti.

L'inquilino del piano di sotto, Salvatore Carraìo, che di solito non ama i problemi e le complicazioni, ma vuol vivere tranquillo, pacioso e senza pensieri, si mostrava freddo rispetto alla fusione, ma poi, pensandoci meglio, e sempre accompagnato dal fido presidente dei consiglieri Biondo Sale, disse: "MA IO, SE FACCIAMO IL DUPLEX, POSSO DIVENTARE L'INQUILINO DI TUTTI E DUE GLI APPARTAMENTI, INVECE DI ANDARMENE A CASA!!!"
Ben detto, confermò Biondo Sale!
L'inquilino del piano di sopra, De Gennaro, appena se ne è accorto, si è raffreddato e se ne è dispiaciuto tanto, poiché' era convinto che dovesse essere solo lui ad ambire alla carica di inquilino del duplex!
Ma i due facevano i conti senza l'oste, l'osservatore interessato Mario Nerino che già da un po' si sfregava le mani al pensiero di tornare a fare l'inquilino di tutti e due gli appartamenti, essendo già stato inquilino del piano di sotto (cosa che gli era molto piaciuta)!
Che quarantotto!!!
A mettere tutti d’accordo ci pensava il deus ex machina, Ciriaco De Vita:
" SONO CONTRARIO ALLA FUSIONE, (ANCHE PERCHE' PIETRO RAMO MI VUOLE FAR FUORI) PER CUI ADESSO CONVINCO FREDDORO ( ESSENDO MIO CARO GIUSEPPE COMPARE NIPOTE VICE AMMINISTRATORE DEL CONDOMINIO DELLO STESSO FREDDORO) A FAR PASSARE INUTILMENTE DEL TEMPO PER ARRIVARE IN RITARDO RISPETTO AI TERMINI DI LEGGE PREVISTI PER INDIRE IL REFERENDUM, FACENDO SI' CHE DI FATTO LA FUSIONE NON SI POTESSE FARE PIÙ ".
E cosi fu.
E il referendum non si fece più!
Uffa! Ma che noia, che barba, che noia!

Fine della prima puntata...