Quello che segue è
l’articolo che uscirà sul prossimo numero di “Dentro la Notizia”
.....................
Sembra una canzone dei
ricchi e poveri, invece non è cosi.
E’ tutto vero.
L’ultimo giorno utile per
farlo, il presidente della giunta regionale, Caldoro ha firmato il decreto che,
senza indicarne la data, da’ il via al referendum che “democraticamente” dovrà
portare i montoresi di sopra e di sotto ad esprimersi sull’idea di fondere i
due comuni per crearne uno nuovo.
“Democraticamente” era
ovviamente ironico, visto che se tutti i montoresi quel giorno se ne andassero
al mare, in montagna o a vedere la partita, ed andasse a votare l’unico che non
ama lo sport o le scampagnate, e voterebbe “si”, la fusione sarà bell’ e
fatta!.
Ma come? – ci si chiederà-
e allora?... e la volontà dei cittadini? …. ma i montoresi ? ma la democrazia?
Non c’è.
E’ andata a vedere
un’altra partita… è assente ingiustificata.
Si, la democrazia, così
come del resto col porcellum con cui si voterà alle imminenti elezioni
politiche, non è contemplata nel già improvvisato e forzato processo di
fusione, poiché la regione Campania, sicuramente su istanza di quei pochi che
hanno interesse a che i due comuni si uniscano, ha statuito che il referendum
sulla fusione delle due montoro sarà valido a prescindere da quanti montoresi
si recheranno alle urne, per cui, ripeto, un solo montorese potrà scegliere e
decidere per tutti.
Ma questa assoluta
mancanza di democrazia non si evince solo dalla modalità di celebrazione del
referendum, ma è una costante di tutto il “processo amministrativo” che ha
portato al referendum stesso.
Il “ processo
amministrativo”.
Tanti potrebbero
immaginarlo come un tortuoso, lungo e travagliato lavoro delle due
amministrazioni coinvolte e dei loro funzionari per decidere e mediare su
questioni importanti come, per esempio, incontrarsi per scegliere una politica
urbanistica comune, una eguale imposizione fiscale, discutere sull’opportunità
di cominciare ad unire i servizi, a stipulare accordi insieme o insieme bandire
gare per rinnovare gli appalti scaduti o in scadenza…,ma anche semplicemente
per scegliere cose più elementari e banali, come per esempio, quale sarà la
sede municipale, se ve ne sarà più d’una, come sarà organizzata la scuola
primaria e quella secondaria e così via…
Invece no.
Il grande, enorme, lungo
e laborioso iter amministrativo è constato di qualche riunione di consiglio
comunale, ora congiunto ora disgiunto, in cui, tra i cenni storici, le lodi ai
nostri patrioti ed il disinteresse dei più si è arrivati al punto da spingere
per un referendum in cui la gente dovrà esprimersi, ma di cui la gente non sa
nulla o quasi.
Si, la gente, i
montoresi, gli unici ad averne diritto non sono stati per nulla ed in nessun
modo coinvolti ne’ singolarmente, ne’ per categorie o portatori di interesse in
genere.
Però sono circolati
slogan e frottole degne di quelli che stiamo sentendo questi giorni dai nostri
leaders nazionali, come per esempio che saranno ridotte le tasse ( per l’imu ci
pensa già Berlusconi), verranno ridotti i costi della politica (questo non lo
dice neanche il PD) e che, ancora più importante, diventeremo il terzo o il
quarto comune della provincia che ci rendera’ forti credibili e considerati.
Si, dovranno tenerci in
considerazione quando ci saranno le elezioni regionali o nazionali!!!
Infatti Luigi Famiglietti
, sindaco di Frigento, mi sembra poco più di mille abitanti diventerà deputato
al parlamento mentre noi resteremo, come sempre, a guardare!
Noi del comitato per il
no pensiamo diversamente.
Pensiamo che una grande
nazione o un grande comune non significa essere una nazione grande o un comune
grande;
pensiamo che un processo
epocale come quello cui ci si sta avviando debba passare per una grande
partecipazione popolare e non restare appannaggio dei pochi che l’anno, anche
legittimamente, proposto;
pensiamo che un
referendum debba essere l’atto finale di un lungo e concreto processo di
fusione innanzitutto delle culture e delle coscienze di tutti i montoresi e non
il contrario;
pensiamo che la volontà
di fusione da parte delle amministrazioni coinvolte debba essere “ dimostrata”
da azioni politiche ed amministrative serie e mirate e non a chiacchiere, come è
avvenuto;
perché’ questa fusione
appare dettata più da una logica di palazzo che da reali esigenze della comunità
che è alle prese con altre e più impellenti esigenze ;
che questa “frettolosa ed
improvvisata” fusione , se avverrà, avrà come unico risultato un lungo periodo
di caos politico, sociale o amministrativo.
Ci chiediamo in sostanza:
ma quali sono i reali vantaggi per i montoresi ? quale utilità verrà loro tal
che saranno pronti a sopportare questo caos e questa incertezza?
Insomma perché’ dovremmo
votare per il sì, quando l’unica cosa che unisce le due montoro è la diffidenza
reciproca ed una competizione che si andrà sempre più sovrapponendo a quelle
frazionali già esistenti e mai debellate all’interno delle due municipalità’?
Ci chiediamo, infine,
dopo il referendum, nel caso vincesse il ”Sì “ cosa succederà? aspetteremo una
legge regionale che si farà? e quando? e nel frattempo che la regione con i
suoi tempi biblici decida, come voteremo l’anno prossimo? tutti insieme o
ognuno per conto suo come ora? o forse verrà il commissario ? e per quanto
tempo ?
CHE CONFUSIONE. SARA’
PERCHE’ CI UNIAMO!!!