Come stai? E penso a me
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Sono qui, da solo, nella mia
stanza, sul mio letto a guardare il soffitto in questa afosa domenica di
luglio.
Non è venuto nessuno da nessuno.
C' è solo un'infermiera poco indaffarata.
Siamo solo in otto in tutto il reparto.
Mi alzo per gironzolare.
Il bar è chiuso, il distributore mi ha rubato 60
centesimi, mi aggiro per l'ospedale deserto e silenzioso, non c'è nessuno.
L'atmosfera è irreale, come se tutti anche le
malattie avessero voglia e bisogno di riposarsi in questa domenica di fine
luglio...Non sento lamenti provenire dai reparti aperti ove non entra nessuno
se non una rassegnata vivandiera.
Me ne torno nella mia stanza.
Mi metto a letto.
Fisso ancora il soffitto, non mi annoio.
Riesco a farmi compagnia.
Me ne sorprendo e me ne compiaccio.
anzi la mia compagnia mi piace addirittura, è un
interlocutore poco esigente, non si impiccia e soprattutto non mi chiede di
parlare se non ne ho voglia anzi resta lì ad ascoltare i miei silenzi, mi
spiega cose che nella frenesia quotidiana mi sfuggono.
C' è calma intorno e dentro di me.