7 gennaio 2018

Vite miracolose


Questa mattina abbiamo pensato di trascorrere l’ultima delle festività natalizie in un posto insolito: la Basilicata.
Dopo un caffè al bar, passiamo a prendere Rita ed Agostino e ci mettiamo in viaggio per Aliano.
È il paese in cui venne confinato il piemontese Carlo Levi, per il suo antifascismo.
Si trova nel cuore della Basilicata ed è il luogo che ne ha ispirato l’opera più famosa: Cristo si è fermato ad Eboli.
Dopo pochi minuti l’uggia lascia il passo ad un tiepido sole che ci mette allegria e che ci accompagnerà per tutto il giorno; lasciamo l’autostrada ed imbocchiamo la statale Sinnica verso Aliano. Il paesaggio muta rapidamente : le costruzioni diventano più rade, pianure verdi attraversate ora da ruscelli ora da torrenti ne prendono il posto; più in là boschi di querce con le foglie secche ma ancora attaccate ai rami e noi sempre più vogliosi di spingerci oltre, in quel silenzio vellutato che induce rispetto.
Il paesaggio cambia ancora e repentinamente. Non più verde ma brullo ed arido; piccole e ripetute formazioni coniche di argilla e creta, di altezza ridotta , grigie e beige che ricordano il paesaggio lunare... lo attraversiamo...ci rapisce per la sua bellezza insolita. Sono i calanchi e capiamo di essere vicino alla nostra meta.
Prima di giungervi, la nostra attenzione è attirata da un piccolo borgo diroccato che giace su di una collinetta arida.Ci incuriosisce e lo visitiamo.
Si affaccia sulla valle dei calanchi e sembra essere stato abbandonato in fretta;così era stato all'indomani del sisma dell’80 che ne aveva compromesso la staticità; entriamo nelle case aperte e perfino nella chiesetta.
Hanno conservato l’antico fascino e la struttura rivela quel senso di comunità tipico delle realtà rurali ormai scomparse dalla nostra civiltà sempre più alla ricerca di una deprimente privacy.
Finalmente Aviano!
Dopo il pranzo, attraversiamo il piccolo paesino fino all'ufficio del turismo per la visita guidata che avevamo prenotato alla pinacoteca ed alla casa di Carlo Levi... non c’è anima viva... solo tre anziani seduti su una panchina.

Ammiriamo i luoghi che sono stati di Levi, ne visitiamo una mostra fotografica da cui cogliamo l’amore dello scrittore per quella terra che lo aveva ospitato e per quella gente che lo aveva accolto ed a cui si era talmente legato da aver voluto che li si celebrassero i suoi funerali e che lì dovesse essere seppellito .

Finisce la visita e troviamo il paesino non più deserto ma ricco di gente che si dirige verso una improvvisata sala cinematografica per assistere ad una proiezione... tutti insieme.
È gente semplice, che ha scelto di continuare a vivere lì, in un posto lontano da tutto e da tutti, in un territorio aspro e senza prospettive di sviluppo ulteriore... ogni vita lì sembra essere una vita miracolosa perché ha scelto di essere silenziosa nel caos, semplice in un mondo corrotto e artificiale, lenta e accidiosa nello snervante stress che caratterizza le società moderne, che non ha paura di non aspettarsi svolte o scossoni improvvisi, vivendo del suo sacro poco avendo, forse,compreso che,in fondo,di poco si ha bisogno per la felicità.