15 settembre 2014

D'amore, di vita e d' autunno


È una sera tiepida di fine estate.
Anzi... è una tiepida sera di inizio autunno. Non è la stessa cosa, anche se lo sembra. L'inizio è più intrigante, più affascinante di una fine.
Una fine è sempre qualcosa di passato, di accantonato che per quanto bello possa essere stato e' pieno solo del ricordo di se', non si porta dietro quel carico di aspettative, di speranze, di attese, di entusiasmo che solo un inizio può dare.
Per cui, ribadisco, è una tiepida sera di inizio autunno.
Rifletto sulla sua bellezza, sul senso antico e perenne del suo arrivo, sulla delicatezza di una ritrovata calma che induce a pensieri e riflessioni.
Riflessioni.
Sulla caducità delle cose, sulla precarietà della vita, sull'assegnazione in prestito dei nostri giorni avuti all'atto del nostro concepimento, sulla restituzione degli stessi quando sarà.
E quando sarà? Domani... fa quarant'anni o fra un quarto d'ora?
E se fosse fra un quarto d'ora?
Non avrei neppure il tempo di salutare, di spiegare, di perdonare o chiedere perdono.
Non potrei neppure ripensare a ciò che sono stato, a quanto ho fatto, a quanto ho dato o quanto ho avuto...a quanto ho amato... se lo avrò fatto abbastanza...
Non avrò la possibilità come lo Scrooge di Dickens di rivedere il mio passato...
Pensieri tristi.
Riflessioni malinconiche ed amare.
Al contrario.
E' come quando parlavo di fine e di inizio:
la consapevolezza della ineluttabilità del mio destino mi spinge oltre, mi spinge in avanti, mi spinge a cercare sempre un nuovo inizio, che rimetta in discussione il percorso, che mi faccia scoprire la bellezza di un paesaggio, di un quadro, di un sorriso, che mi faccia ricredere su qualcosa, che mi faccia appassionare ed incuriosire, che mi faccia godere ancora e sempre più di ogni momento che vivo, che condivido, di ogni posto che vedo.
Penso che la bellezza sia nascosta dappertutto se la sappiamo cercare, se la sappiamo riconoscere, se la sappiamo fare nostra.
Tutto ciò, tutta questa vita non si scontra con la quotidianità, le è a fianco, a portata di mano, basta volgere lo sguardo, aprire la mente ed accorgersene ...l'autunno è la stagione del risveglio, del risveglio interiore, del rumore dell'anima quando tacciono le cicale.
Se, quando sarà, avrò quel quarto d'ora, vorrei potermi dire e poter dire a chi me li ha dati, che i miei giorni li avrò vissuti e non sprecati e vorrei chiedere perdono se non lo avrò fatto abbastanza.