È una sera tiepida di fine
estate.
Anzi... è una tiepida sera di inizio autunno. Non è la stessa cosa, anche se lo sembra. L'inizio è più intrigante, più affascinante di una
fine.
Una fine è sempre qualcosa di passato, di
accantonato che per quanto bello possa essere stato e' pieno solo del ricordo
di se', non si porta dietro quel carico di aspettative, di speranze, di attese,
di entusiasmo che solo un inizio può dare.
Per cui, ribadisco, è una tiepida sera di inizio
autunno.
Rifletto sulla sua bellezza, sul senso antico e
perenne del suo arrivo, sulla delicatezza di una ritrovata calma che induce a
pensieri e riflessioni.
Riflessioni.
Sulla caducità delle cose, sulla precarietà della
vita, sull'assegnazione in prestito dei nostri giorni avuti all'atto del
nostro concepimento, sulla restituzione degli stessi quando sarà.
E quando sarà? Domani... fa quarant'anni o fra un
quarto d'ora?
E se fosse fra un quarto d'ora?
Non avrei neppure il tempo di salutare, di
spiegare, di perdonare o chiedere perdono.
Non potrei neppure ripensare a ciò che sono stato,
a quanto ho fatto, a quanto ho dato o quanto ho avuto...a quanto ho amato... se
lo avrò fatto abbastanza...
Non avrò la possibilità come lo Scrooge di Dickens
di rivedere il mio passato...
Pensieri tristi.
Riflessioni malinconiche ed amare.
Al contrario.
E' come quando parlavo di fine e di inizio:
la consapevolezza della ineluttabilità del mio
destino mi spinge oltre, mi spinge in avanti, mi spinge a cercare sempre un
nuovo inizio, che rimetta in discussione il percorso, che mi faccia scoprire la
bellezza di un paesaggio, di un quadro, di un sorriso, che mi faccia ricredere
su qualcosa, che mi faccia appassionare ed incuriosire, che mi faccia godere
ancora e sempre più di ogni momento che vivo, che condivido, di ogni posto che
vedo.
Penso che la bellezza sia nascosta dappertutto se
la sappiamo cercare, se la sappiamo riconoscere, se la sappiamo fare nostra.
Tutto ciò, tutta questa vita non si scontra con la quotidianità,
le è a fianco, a portata di mano, basta volgere lo sguardo, aprire la mente ed
accorgersene ...l'autunno è la stagione del risveglio,
del risveglio interiore, del rumore dell'anima quando tacciono le cicale.
Se, quando sarà, avrò quel
quarto d'ora, vorrei potermi dire e poter dire a chi me li ha dati, che i miei
giorni li avrò vissuti e non sprecati e vorrei chiedere perdono se non lo avrò
fatto abbastanza.