7 ottobre 2013

Come eravamo


Sono stato al cinema, ieri sera, a vedere un film dal titolo "Anni felici".
Il film era ambientato nel 1974 e la voce narrante era di un ragazzino, figlio dei protagonisti, che aveva la stessa età' che avevo io nel '74, nove anni.

Il film non è' stato un granché , è stato un po' come è accaduto per altri film usciti ultimamente, con lo stesso intento di raccontare gli anni in cui erano ambientati, ma che sono rimasti incompiuti nel loro intento, riuscendo appena a trasmettere una leggera e quasi inavvertita immagine di ciò che erano quegli anni.
È stato un po' come guardare quel programma idiota dal titolo " I migliori anni" condotto da un impresentabile presentatore che ha la velleità di poter rappresentare, evocare e spiegare gli anni andati con una superficialità e banalità disarmanti, per usare un eufemismo. 
Nonostante la sua incompiutezza, il film, per me che ero coetaneo di quel ragazzino è stato molto evocativo.
Per quelli che c'erano in quegli anni, è stato il pretesto per ricordarli quegli anni...
Si, mi ha messo in contatto con la mia infanzia, ho ricordato come mi vestivo, dove e come giocavo, le giornate intere trascorse con mio fratello, le passeggiate con la bici con lui e con mio padre nelle domeniche chiamate "d'austerità" cioè' quelle domeniche in cui a causa del caro petrolio era fatto divieto di circolare con qualsiasi mezzo a motore, delle partite goliardiche organizzate dai grandi al campo sportivo che attiravano il paese intero, i pantaloni senza tasche ed a zampa di elefante che portavo anch'io, le cravatte larghe e coloratissime che si vedevano in giro... 
Però, il film, nel raccontare la storia di uno scultore d'avanguardia, storia, ripeto, abbastanza banale, ha però posto l'accento su quello che è stato il "leit motiv" degli anni '70: la voglia di cambiare.
La voglia di cambiare il sistema, la morale, l'arte, la scuola, la famiglia, lo stato.
I giovani vivevano con la speranza che il mondo che era stato preparato ed organizzato per loro, dovesse lasciare il passo ad un nuovo modo di concepire la vita, che dovesse essere spazzato via dal pensiero nuovo, dal pensiero libero, da quella rivoluzione culturale che passava per la presa di coscienza di se stessi e del mondo circostante, passava per l'emancipazione femminile, per i referendum sul divorzio e sull'aborto, per un sentimento diffuso di solidarietà , di pari opportunità , di uguaglianza e giustizia sociale, di lotta al privilegio...per dirla con Gaber: "qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri"...
Mi sono rivisto in quel film, bambino incosciente ed inconsapevole di ciò che gli stava capitando intorno, che ammirava quelli che quel cambiamento lo stavano realizzando, fosse solo per libertà conquistata di uscire la sera e di vestirsi come gli pareva...
Noi ragazzini, dal canto nostro, godevano indirettamente di quella libertà che si respirava ovunque, portavamo i capelli lunghi e le basette, scoprivamo la Girella Motta, la Gomma del Ponte, i bastoncini Findus....per dirla col ragazzino del film...
erano anni felici, ma non lo sapevamo!

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