23 agosto 2016

Impressioni di viaggio

Quasi seimila chilometri in auto per sconfessare o confermare un pregiudizio:la Germania.
È proprio questo il pregiudizio.La Germania.
Partiti il mattino di una bella giornata di sole con Fortuna,Anna, Rita ed Agostino Landi,con l'allegria e la spensieratezza degli adolescenti in gita scolastica, facciamo tappa a Bagno Vignoni in Toscana.
Visitiamo il piccolo borgo termale, ci bagniamo nelle splendide piscine naturali e ceniamo a Pienza in un magnifico giardino mentre il sole sprofonda dietro le colline della Val d'Orcia regalandoci un tramonto emozionante.

Dormiamo a Chiusdino di fronte alla Abbazia di san Galgano una imponente chiesa senza ormai l'originario tetto plumbeo che le dona un fascino inconsueto e che ci fa sentire ancora più piccoli di quanto già ci si sente di fronte a tanta bellezza. Notiamo, la cura d la tutela riservata a quei posti dai loro abitanti nel conservare la memoria di ciò che è stato, trasformandola oggi in bellezza e perché no,in ricchezza.
Ci rimettiamo in auto alla volta di Rosenheim, prima tappa tedesca. Il viaggio è molto piacevole;si discute e si dibatte su tutto. Saliamo su per l'Italia ed paesaggio comincia a divenire diverso dal nostro.
Ci rendiamo conto che quella è già un'altra Italia, ordinata, precisa, compiuta, tutt'altra cosa rispetto alla nostra dove tutto sembra precario.

Ne discutiamo ed Agostino che ha una visione semantica dell'architettura ci spiega che da noi domina il concetto architettonico del "non finito" che nella sua precarietà visiva,mette, però, chi la osserva o chi ci vive,nella possibilità di aggiungervi sempre qualcosa e qualcosa di suo,permettendogli in tal modo di esserne artefice e di sentirvi si integrato;lassù,invece c'è il concetto di "finito"... è già tutto fatto...
Allarghiamo il concetto e comprendiamo il senso delle differenze tra noi di quaggiù e loro di lassù o almeno pensiamo di averle comprese:o pensi e ti comporti come loro o sarai sempre un ospite!
Attraversiamo il Brennero, ceniamo ad Innsbruck, in Austria a base di Krauti e würstel.
Ce ne pentiamo.
Pensiamo di rimediare mangiando un dolce... Idem.
Proseguiamo e pernottiamo a Rosenheim.
Il sole ci sveglia infondendoci ottimismo e voglia di vedere,di conoscere, di scoprire.
Ci attende una città graziosa e la visita ad uno dei castelli di Ludwig che raggiungiamo dopo una piacevole gita in battello su di un lago.
Ci rimettiamo ancora in viaggio e raggiungiamo Tübingen, cittadina sede di una prestigiosa università diffusa su tutto il territorio.
Istituti e facoltà distribuiti in centro e in periferia,in palazzi storici e in edifici all'uopo costruiti,ne fanno una città universitaria e non la sede di un'Università!
Da lì raggiungiamo e visitiamo molte cittadine della Romantishe Strasse,con le loro viuzze,le stupende chiese gotiche i castelli di Ludwig.
Incontriamo molta gente, con alcuni conversiamo,sono gentili, affabili,anche se a sentirli parlare in quella lingua dura e perentoria mi ritornano in mente immagini sgradevoli...
Contrariamente a ciò che pensiamo, sanno vivere la vita:lavorano per vivere, non vivono per lavorare come spesso facciamo noi;c'è sempre gente in giro, anche gli anziani che non rinunciano a vivere come spesso fanno i nostri e i giovani si divertono senza eccessi;li trovi in giro in gruppi che si divertono o da soli su un ponte i sul greto di un fiume a leggere un libro non con il tablet...
Le loro città sono costruite per viverci insieme,l'edilizia urbana privilegia gli spazi comuni che sono il cuore pulsante della vita cittadina.
Un bell'esempio di ciò è a Monaco, dove ad un passo da Marienplatz è stato concepito uno spazio dove un migliaio di persone possono mangiare insieme, mescolandosi su grandi panche e tavoli dopo aver preso,ai vari chioschi?
Che ci sono intorno, da mangiare e bere.
Ci siamo stati anche noi e non abbiamo sentito un diverbio,un contrasto tra le moltissime persone che affollavano quel posto nonostante gli ettolitri di birra bevuti…
L'altra faccia della medaglia è una rigidità impressionante che hanno nell'osservare pedissequamente le regole che si sono dati che ne frenano inevitabilmente la creatività, la libertà.
Sembrano sfogare la loro insofferenza quando si mettono al volante.

Siamo stati molto bene in questa parte della Germania che è la Baviera,siamo stati felici di aver scelto questa metà...
Il pregiudizio è svanito... ma solo quando ho riattraversato il Brennero mi sono sentito a casa.

2 agosto 2016

Lo stupore della bellezza

Sono appena tornato da una vacanza in Sicilia. Sicilia sud-orientale

La compagnia di amici collaudata e goliardica ha reso oltremodo piacevole il soggiorno.
Ho visto in otto giorni, otto spiagge diverse e poi all'imbrunire mi sono perso nel barocco settecentesco di quel pezzo di Sicilia che è quello che preferisco.
Sono passato dal 'salotto' che è Ortigia dove per buffet c’è la Cattedrale e per cristalliera Santa Lucia in Badia che ospita uno splendido Caravaggio, al Teatro Greco di Siracusa; dalla sontuosità di traboccante barocco che è Ragusa Ibla alla popolare Marzamemi, dove ancora si respirano la fatica e gli stenti degli uomini della tonnara;
dalla val di Noto ammirata dall'alto del castello di Donnafugata, con i sui ficus testimoni di secoli di imperturbabili silenzi, al fascino per nulla sobrio di Noto, Modica e Scicli con il loro inebriante tripudio di beltà.
Ho visto questi posti molte volte.
Amo sedermi davanti ad uno di quei caffè ammirato ed incredulo del posto in cui sono, a testimoniare che il tempo a volte sembra essere "un signore distratto...un bambino che dorme".. 
Non mi abituo mai alla loro bellezza.
Anzi, me ne stupisco ogni volta.
Me ne stupisco come un bimbo davanti al cilindro di un prestigiatore da cui è appena apparso un coniglio. Mi stupisco della bellezza.
Della bellezza come valore aggiunto della nostra esistenza. Anzi, l'essenza stessa della nostra esistenza.
La dobbiamo cercare, trovare e cogliere, ma non dobbiamo mai abituarci a lei, ce ne dobbiamo sempre stupire, perché solo così riusciremo a non contaminarla, a non mercificarla, a non banalizzarla, ma a crearne ancora, fuori e dentro di noi.
Dostoevskij diceva che la bellezza salverà il mondo.
Io gli credo.