26 febbraio 2017

Que reste-t-il ?

Sono qui, al riparo dal frastuono insopportabile di questa ultima domenica di carnevale che come ogni anno invade il mio borgo e la mia piazza rendendola fruibile solo ad una folla informe che si droga al chiasso inebetente proveniente dal palco.
Un chiasso prodotto da cd di obsoleta disco-dance sparati a palla da potenti altoparlanti con l'intento solito e ben collaudato di stordire gli astanti e propinare loro il rumore anzidetto che un sempre più forsennato ed improbabile speaker ed i suoi committenti distrattamente spacciano per tradizione e memoria storica!
Ma tant'è....
Mi si dirà che sono il solito disfattista cui non va bene nulla.
Sarà anche vero, ma ritengo che ogni occasione debba essere il pretesto per imparare qualcosa da qualcuno, che debba essere spiegato da qualche parte o in qualche modo perché si fa una cosa e non un'altra, che cosa sia una tradizione e come possa tramandarsi e rinnovarsi, spiegandolo soprattutto ai giovani, a quelli che non la conoscono, di cosa si stia parlando o cosa si stia facendo....
Ma oramai, in quest'epoca che va sempre più in fretta, l'epoca del fast food quello che conta è di sentirsi costantemente sazi, di cibo, di sesso, di alcol di divertimento, acciocché non vi siano mai occasioni per riflettere ed accorgersi del proprio vuoto...e di quello che questa vita casuale contribuisce a creare ....
Che cosa si potrà mai creare dalla casualità ?
Come si potrà migliorare la nostra vita, il nostro mondo ignorando il senso di ciò che facciamo?
Que reste-t-il?

3 febbraio 2017

Ogni favola è un gioco

C'era una volta una bambina molto fortunata che si chiamava Biancaneve.
Appena nata le morirono i genitori e fu allevata da una matrigna cattivissima che aveva anche due figlie Anastasia e Genoveffa.
Queste sorellastre la maltrattavano sempre e le davano dei gran pestoni sui calli e sui piedi facendoglieli gonfiare per evitare che ove mai si presentasse qualcuno a farle provare una scarpetta questa le andasse stretta...
Ora, questa bambina fortunatissima un giorno si inoltrò nel bosco con un suo amico che era una specie di gnomo che si chiamava Pollicino.
Dopo qualche ora di marcia Biancaneve aveva fame e chiese a Pollicino se avesse qualcosa da mangiare.
Pollicino disse di no ma non era vero, visto che buttava via inspiegabilmente moltissime molliche di pane.
Appena Biancaneve se ne accorse si arrabbio talmente che gli lanciò un anatema e lo trasformò in un ranocchio.
In quel mentre passava di lì il Principe Azzurro che tornava dal funerale della Bella Addormentata nel bosco ed a furia di dare baci a tutti quelli che gli erano andati a dare le condoglianza, non volendo, baciò pure il ranocchio che diventò pure lui Principe Azzurro.
I due si innamorarono subito e se ne andarono mano nella mano.
Dopo un po' si seppe che avevano fatto "outing" ed avevano aperto un'associazione ONLUS per il riconoscimento delle coppie di fatto di Principi Azzurri gay e per la trasformazione dei Principi Azzurri in Principi Rosa.
Operazione, quest'ultima, da effettuarsi a Casablanca.
In quel mentre Biancaneve intravide una bambina con un cestino che piangeva forte forte.
Era cappuccetto rosso che tornava dalla casa della nonna che avendo il diabete non aveva voluto la merenda e l'aveva cacciata fuori.
Cappuccetto aveva ancora la merenda nel cestino e voleva buttarla via, ma Biancaneve la fermò e le disse di portarla a tre suoi amici porcellini, Qui, Quo e Qua, perché', si sa, col maiale non si butta niente.
Mentre camminavano verso la casa dei porcellini si imbatterono nella strega Bacheca che offrì loro una mela cotogna.
Biancaneve si avventò sulla mela per divorarla quando ecco apparire il Grillo Parlante che le disse di ricordarsi che "finimondo" avevano fatto scoppiare Adamo ed Eva per una mela...
Biancaneve desistette ed allora la strega si incalzò come un coniglio ( nelle favole i conigli sono molto incazzosi) e le condusse a forza a casa sua chiudendole in una gabbia per farle ingrassare e poi mangiarle.
Nella gabbia c'erano già Hansel e Gretel, il Gatto e la Volpe e la Piccola Fiammiferaia che aveva finito tutti i fiammiferi e per scaldarsi aveva dato fuoco a Pinocchio che siccome era stato fetente e bugiardo era diventato di legno.
Col fuoco, il gatto si era riscaldato i piedi pieni di geloni e riuscì a infilarsi gli stivali dalle sette leghe ed in un battibaleno si trovarono tutti su di un Pisello insieme ad una Principessa antipatica.
Non sapevano come scendere, allora arrivò la fata Turchina che li riportò a terra e chiese se avessero visto Pinocchio che' il padre lo cercava.
La piccola fiammiferaia, con una faccia tosta rispose che Pinocchio aveva trovato lavoro come pompiere e che si era "leggermente" ustionato il naso... 
......Ma ecco che Alice si sveglia, intontita da tutta questa confusione onirica....
Ah !!! Allora era solo un sogno!
Meno male! 
Ed ecco allora restituita Biancaneve ai sette Nani, Cenerentola e la Bella Addormentata ai rispettivi Principi Azzurri, Cappuccetto alla Nonna e Pinocchio a Geppetto...
e tutti vissero felici e contenti nella loro fiaba!