19 novembre 2018

La fame


La fame nel mondo è assai, diceva un piccolo alunno della scuola elementare di Arzano, negli anni '80 in un tema pubblicato poi in un libro intitolato "Io speriamo che me la cavo".

Dopo 30 anni la fame del mondo " è ancora assai", parlo ovviamente della fame di cibo del terzo mondo, che nel frattempo è diventato quarto o quinto e ciò in barba alle modernizzazioni, alle globalizzazioni, alla facilità relativa di approvvigionamenti alimentari, alle finte e continue beneficenze buone solo agli Stati, liberi così di non occuparsene ed a noi ad alleggerire la nostra obesa ed opulenta coscienza!
è anche aumentata la fame di sapere dei mediorientali e delle acerbe ed ancora incompiute democrazie maghrebine.
Da noi invece?
Da noi la fame è diminuita, anzi è quasi prossima allo zero!
Ma no , non la fame alimentare! No... Quella anche da noi sta aumentando vertiginosamente!
Parlo di altri tipi di fame che sono pericolosamente diminuiti cioè la fame del sapere, la fame di giustizia , la fame di giustizia sociale, la fame della costruzione di una società diversa!
Questa fame nessuno ce l’ha più ...
I giovani non sognano più una società fondata sulla giustizia sociale, sull' uguaglianza, sulle pari opportunità... Non sognano più una rivoluzione, seppure ipotetica, per ottenere ciò , non si riuniscono più in associazioni, movimenti e perché no, partiti politici per cercare le condizioni per la costruzione di un mondo nuovo, del loro futuro...
Li guardo e mi sembrano spenti, involuti nel linguaggio, appiattiti sulle stesse convinzioni , omologati nel modo di apparire e di porsi al mondo e noi... che non riusciamo a trasmettere loro alcuno dei nostri sogni delle nostre conquiste, delle nostre battaglie !
Ci siamo limitati a farli crescere senza problemi, senza patemi, senza rinunce ed alla fine li abbiamo fatti crescere senza FAME!
Quando ero adolescente ed andavo a vedere la partita dell' Avellino mi capitava spesso di imbattermi in un simpatico vecchietto che girava instancabilmente con dei palloncini colorati ed un cartello che diceva:

"è colpa tua, i figli non ti obbediscono perché hanno troppi soldi in tasca"

Ero giovane e squattrinato, non capivo cosa volesse dire.
Ora, trent'anni dopo ho capito...


2 novembre 2018

Il testimone


Ti guardo dai vetri appannati dell’auto e scorgo tutta la tua tristezza immobile.
Tu, ora deserta e spoglia: che non sai più accogliere allegre e sincere risate, ne’ giochi di ragazzi, ne’
giovani litigarsi il sogno di un mondo diverso, ne’ più avi raccontarsi dei giorni andati.
Me lo racconti però, quel mondo.
E io mi perdo dolcemente mentre ti ascolto raccontarmi della mia vita...
di ciò che mi è appartenuto e che ancora mi appartiene, me li fai rammentare tutti quei giorni felici.
Alzo lo sguardo e ti guardo ancora.
Piangi... piangi con me ...e mi parli singhiozzando di gente che non sa più incontrarsi e condividere... ti sentì inutile e démodée nel deserto che ti circonda..
Non ti arrendere o Piazza mia, silente e muto testimone di felicità perdute.