La fame nel mondo è assai, diceva un piccolo alunno della
scuola elementare di Arzano, negli anni '80 in un tema pubblicato poi in un
libro intitolato "Io speriamo che me la cavo".
Dopo 30 anni la fame del mondo " è ancora assai", parlo ovviamente
della fame di cibo del terzo mondo, che nel frattempo è diventato quarto o
quinto e ciò in barba alle modernizzazioni, alle globalizzazioni, alla facilità
relativa di approvvigionamenti alimentari, alle finte e continue beneficenze
buone solo agli Stati, liberi così di non occuparsene ed a noi ad alleggerire
la nostra obesa ed opulenta coscienza!
è anche aumentata la fame di
sapere dei mediorientali e delle acerbe ed ancora incompiute democrazie
maghrebine.
Da noi invece?
Da noi la fame è diminuita, anzi è quasi prossima allo zero!
Ma no , non la fame alimentare! No... Quella anche da noi sta aumentando
vertiginosamente!
Parlo di altri tipi di fame che sono pericolosamente diminuiti cioè la fame del
sapere, la fame di giustizia , la fame di giustizia sociale, la fame della
costruzione di una società diversa!
Questa fame nessuno ce l’ha più ...
I giovani non sognano più una società fondata sulla giustizia sociale, sull'
uguaglianza, sulle pari opportunità... Non sognano più una rivoluzione, seppure
ipotetica, per ottenere ciò , non si riuniscono più in associazioni, movimenti
e perché no, partiti politici per cercare le condizioni per la costruzione di
un mondo nuovo, del loro futuro...
Li guardo e mi sembrano spenti, involuti nel linguaggio, appiattiti sulle
stesse convinzioni , omologati nel modo di apparire e di porsi al mondo e
noi... che non riusciamo a trasmettere loro alcuno dei nostri sogni delle
nostre conquiste, delle nostre battaglie !
Ci siamo limitati a farli crescere senza problemi, senza patemi, senza rinunce
ed alla fine li abbiamo fatti crescere senza FAME!
Quando ero adolescente ed andavo a vedere la partita dell' Avellino mi capitava
spesso di imbattermi in un simpatico vecchietto che girava instancabilmente con
dei palloncini colorati ed un cartello che diceva:
"è colpa
tua, i figli non ti obbediscono perché hanno troppi soldi in tasca"
Ero giovane e squattrinato, non capivo cosa volesse dire.
Ora, trent'anni dopo ho capito...