27 dicembre 2013

Il comune senso del pudore

Fa parte del patrimonio morale di un popolo, di una nazione, di una comunità'.
E' quel sentimento, atteggiamento, per cui un'azione indegna, non consona al proprio codice etico o più' in generale alla morale collettiva porta ad un biasimo pubblico oltre che personale e privato, che ha come conseguenza un senso di vergogna verso se stessi e verso la collettività'.
Già verso la collettività... gli altri, quelli cui tutti, in un modo o nell'altro, dobbiamo o meglio, sentiamo di dover dar conto, se ci consideriamo facenti parte di un qualcosa di più grande della nostra meschina esistenza, se ci sentiamo depositari di una cultura, di un sapere, di un pianeta che ci è stato affidato a tempo e che dovremo prima o poi restituire.
Gli altri, che anche senza essere colpiti direttamente dall'azione riprovevole, hanno l'interesse legittimo di indignarsi in quanto depositari anch'essi di quanto detto prima.
Il comune senso del pudore è questo.
Certamente nel corso delle epoche è stato strumentalizzato e si è prestato ad interpretazioni esasperate, ortodosse od integraliste come per esempio la censura letteraria, musicale o cinematografica.
Ma il comune senso del pudore è questo.
Era questo. E adesso? Adesso:


- Il direttore del carcere di Marassi, per intenderci, quello che non sapeva che il delinquente cui ha dato un permesso era un serial killer forse verrà' trasferito, non sente il bisogno di scusarsi con la Nazione e non si dimette;
- I responsabili del centro di accoglienza di Lampedusa che denudano, deridono ed offendono nell'anima dei rifugiati siriani, non chiedono scusa e non si dimettono;
- Berlusconi che va a letto con le minorenni mentre e' Presidente del Consiglio, corrompe giudici, finanzieri, falsifica bilanci e' ancora li' pronto a scendere di nuovo in campo;
- Bossi, che chiama Roma ladrona, che ruba a piene mani non solo soldi, ma titoli, privilegi ed ancor più' grave, la fiducia di tanta gente, che tra l'altro sputa sulle nostre istituzioni, sulla nostra bandiera e poi fa di tutto per entrarvi e gestire il potere ed invece di dimettersi e scomparire si ricandida a segretario;
- Lavitola che è stato direttore dello stesso giornale che hanno diretto Pertini e Nenni, che ora è in galera ed ha ancora la faccia di farsi vedere in giro;
- Il ministro Scajola che si è trovata intestata una casa al Colosseo a sua insaputa;
- Truffatori, imbroglioni, pregiudicati, miserabili e falliti che siedono ai posti di maggiore responsabilità del nostro Stato senza batter ciglio;
- Cialtroni ed analfabeti che gestiscono il nostro grandioso patrimonio culturale ed artistico che, ignorando totalmente di quale immensa ricchezza dovrebbero occuparsi, si comportano come i ciechi con la lanterna in mano (per usare un eufemismo) ed ignari dei danni che fanno solo non occupandosene, stanno li' al posto che gli hanno dato con la convinzione che con la cultura non si mangia, ma non se ne vanno neanche se cacciati.
Nessuno di questi sente o ha sentito la necessità di dimettersi.
Nessuno di questi ha provato o prova vergogna per ciò che ha fatto, per il danno arrecato al Paese, per la mancanza assoluta di rispetto per le Istituzioni, per la mancanza di senso delle Istituzioni.
Perché il popolo non si indigna?
Perché il popolo non insorge?
Perché il popolo li vota ancora?
La verità è che gran parte del popolo dà loro ragione, al loro posto si comporterebbe come loro, anzi, ne prova ammirazione e rispetto.
E allora, il comune senso del pudore?
Non esiste più?
NO, esiste ancora, ma si è ribaltato!
Sono quelli che rispettano l'ambiente, quelli che pagano le tasse, quelli che non hanno come obiettivo sesso e potere, quelli che non sono falliti o che pagano i debiti a vergognarsi!
Ma non potrà essere sempre cosi, non potrà essere più cosi.
Io lo spero...
Io ci credo.

Gianluigi Bassanello

Caro amico Gianluigi,
non potevo non esserci per ammirare i tuoi :

"Angeli di terra"


Con affetto. 

                                                    Mimmo

17 dicembre 2013

Ribollita montorese

Neanche troppo tempo fa si combatteva per le nostre contrade, a suon di slogan e di incontri pubblici, una dura battaglia tra chi voleva tenere divise le due Montoro e chi voleva unirle per farne un nuovo, grande e sfavillante comune.
Chi scrive, conoscendo i suoi polli, assunse una posizione critica ed in controtendenza (!!!) rispetto a questo progetto, asserendo che le condizioni non erano state create, che la fusione era solo un'operazione buona per riciclare politici scaduti o in scadenza. 
- Nient'affatto! - gridavano ai quatto venti i sostenitori del Si
- La fusione servirà per mandarli a casa!-
Pensavo tra me e me:" a casa di chi ? "
Detto fatto, le posizioni ostinate e contrarie, (almeno in prima istanza) vengono sempre ignorate e schernite dalla massa che di solito tende a fare ciò che fa la sua maggioranza e ci si trova improvvisamente ed impreparatamente fusi da ogni punto di vista.
Arriva il commissario, anzi, ne arrivano tre, tutti a pagamento, ovviamente, e senza porsi il minimo problema, senza indagare su cosa ci fosse da fare, senza aver fatto un'ora di lavoro, si preoccupano solo di fissare la data delle prossime elezioni: 23 maggio, mi pare.
Del resto, non c’è da stupirsi: cosa gliene può fregare a tre tecnici nominati politicamente e pagati profumatamente delle sorti di noi poveri e sbattuti abitanti di questo paese?
Non se ne sono preoccupati quelli che in questo caos ce lo hanno portato, figurarsi!!!
L'unica cosa che conta è la data delle elezioni!!!
Anch'io ho gioito quando me l'hanno detto, per due motivi:
1- prendevo atto del mio errore di valutazione, poiché' bastano pochi mesi per unire bilanci, aliquote Imu, aliquote dell'addizionale comunale, regolamenti edilizi, indici di cubatura, Tares (o come si chiama adesso), rinegoziazione degli innumerevoli mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti e così via.
2- come dicevano quelli del Si, i sindaci uscenti ed i vecchi amministratori li manderemo tutti a casa.
Ripetevo tra me e me: " Ma a casa di chi?"
Finalmente mi rispondevo: " A casa nostra, ovviamente!!!"
Infatti da quando è stata resa nota la data delle elezioni si è aperta una campagna acquisti che come obiettivo primario , quello di redistribuire tra le varie formazioni capeggiate dagli stessi sindaci ed ex sindaci uscenti, gli stessi identici amministratori dell'ultimo ventennio, che hanno la necessità vitale di riciclarsi e riproporsi ad ogni costo, facendosi accompagnare da più o meno giovani portatori di voti parentali e da donne intanto presenti, in quanto obbligatorio per legge, scegliendo, anche queste tra quelle più fornite di attributi elettorali. 
Unica novità potrà essere il nepotismo Stile ferrovie dello Stato o Poste Italiane degli anno 80:
pensionare il padre per dare il posto al figlio o nipote!
Paese che vai, minestra che trovi!

16 dicembre 2013

Lo spirito di questo Natale

Il titolo di questo post ricorda un po' il Canto di Natale di Charles Dickens. 
Pensandoci, un po' è vero, è nelle mie intenzioni ricordarlo, senza ovviamente l'ottocentesca morale ed il senso di ammonimento e di timore che se ne coglie.
Il senso, però e ' quello di soffermarsi a pensare.... è quello di fermarsi dal proprio correre ... di tirare il fiato e guardarsi intorno per vedere cosa sia cambiato, come sia cambiato quello che ci circonda e come siamo cambiati noi, come ci siamo adattati a vivere in ragione di ciò che è divenuto il mondo in cui viviamo, anzi il mondo che viviamo...
Ieri, all' imbrunire passeggiavo per le mie strade deserte e senza suoni... e come spesso capita quando si resta da soli con se stessi, la mente spazia, emigra, va alla ricerca di cose perdute, di emozioni vissute, sopite e mai dimenticate...di una vita vissuta che non sembra più la propria, tanto è il tempo che è trascorso...
passeggiavo e ricordavo quegli stessi marciapiedi che stavo calpestando com'erano allora, dissestati , e ricchi di quelle che noi chiamavamo "mattonelle esplosive", cioè quelle betonelle rimaste ormai senza calce e solo appoggiate che quando pioveva o dopo che aveva piovuto bisognava imparare a riconoscere per evitare che, calpestandole, l'acqua accumulatasi lì sotto schizzasse fuori da tutti i lati inondandoci scarpe e piedi!!!
Passeggiavo, dicevo, in questo 15 di dicembre ed insieme ai marciapiedi rivedevo le case diroccate, tenute male, un lontano udire di suoni di zampognari, orde di ragazzini in ogni dove a giocare a qualunque cosa, con niente... mi giravo a guardare e rivedevo i bar ed i circoli pieni di fumo di sigarette e di gente pervasa da quella magica atmosfera che solo il Natale sa creare e trasmettere... gente semplice ed allegra...camminando ancora mi avvicinavo alla casa in cui sono cresciuto e la rivedevo piena di vicini di casa che ci venivano a giocare a tombola, con le candele sempre pronte per essere accese, visto che al primo alito di vento andava via la luce...
passeggiando mi sovveniva lo spirito di quei Natali : una strana ed inspiegabile frenesia ed allegria che portava tutti a sentirsi parte di una stessa grande famiglia, uno spirito che senza volerlo era un tutt'uno con il senso evangelico e cristiano del Natale, cioè il riconoscere che qualcosa nelle nostre vite cambiava a Natale, che il Natale doveva servire a migliorarci ed a migliorare la nostra comunità.
D'improvviso mi guardo intorno e mi ritrovo da solo, su quegli stessi marciapiedi, più accoglienti, meno dissestati, senza mattonelle esplosive, che costeggiano case signorili, ben tenute...le strade sono attraversate da tristi luminarie con l'intenzione di ricordarci che è Natale, mancano ormai pochi giorni... ma non vi ' è traccia di quell' atmosfera magica...le strade sono deserte, i circoli ed i bar sono vuoti, non hanno più la funzione sociale di un tempo, non si odono voci o suoni, non c’è traccia di comunità, ognuno in fondo è perso dentro ai fatti suoi, per dirla con Vasco.
Il senso di questo Natale si è ridotto ad una parossistica ricerca del regalo più indovinato, all'adorazione, inebetiti, non del Salvatore, ma delle luci d'artista a Salerno,
al modo di cucinare il baccalà ed ai banchetti in famiglia che costringono, per quieto vivere, a mangiare di fianco a gente che normalmente non si sopporta! 
Non voglio essere retorico o, peggio, patetico, ma c’è bisogno di ritrovare il senso autentico delle cose, c’è bisogno di una consapevolezza nuova, o vecchia se vogliamo, che è quella di considerarci non come semidei che rifuggono il contatto con gli altri, ma come facenti parte di un qualcosa che vada oltre noi stessi, che sia qualcosa di più grande e più importante del nostro piccolo e stupido orticello... c’è bisogno che la nostra dignità di essere umani, di animali sociali, venga fuori e venga fuori spontaneamente, senza doverci augurare una guerra un terremoto o qualcosa di simile!!!
Facciamo in modo che si possa ricreare lo spirito autentico del Natale, che con la sua magia torni ad avvolgerci tutti, rendendoci delle persone migliori.

Buon Natale.

3 dicembre 2013

Italia, Italie...

Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono !
NO, non è mia... per quanti lo ignorassero, è Gaber, più o meno l'ultima o penultima maniera.
L'essere nati in Italia è un grande privilegio, essere compatrioti di Giulio Cesare, Dante, Leonardo e Pavarotti da' un certo tono ed all'estero, una certa supponenza ed un senso di superiorità del tipo "PROUD TO BE ITALIAN" o anche meno aulicamente "ITALIANS DO IT BETTER".
Ma Gaber nella sua canzone (le sue erano più che altro riflessioni cantate), diceva che la nostra italianità raramente si manifesta nella sua magnificenza e grandezza; per lo più l'italiano è quel coglione che, ignaro di cotanto passato e patrimonio culturale, ricorda di essere una nazione, un popolo solo ai mondiali di calcio e per il resto è dedito al dissolvimento o depauperamento di quanto ereditato.
Gaber era di Milano. 
Milano, Italia.
Io sono di Montoro Inferiore, Avellino, Italia.
Anzi da domani, Montoro, Avellino, Italia.
Non è la stessa Italia.
Ho sempre pensato che i piemontesi ci conquistarono e ci annetterono al loro regno per formare quella nazione che, mi costa dirlo, di fatto non esiste.
Abbiamo due "Italie": quella austera da Low & Order, quella pulita, ordinata quella per cui "CIO' CHE NON E' MIO E' DI TUTTI " e l'altra quella alla "Sanfaso' ", sporca, rotta, devastata, quella per cui " CIO' CHE NON E' MIO NON E' DI NESSUNO", per cui mi sento abilitato a distruggere, sporcare, mortificare.
Inutile dirlo, la mia è la seconda!
Non voglio assolutamente esaltare la prima e denigrare l'altra....ma mi sono sempre chiesto che cosa avessero in comune uno di Lumezzane, Marostica o Mondovì con uno di Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Pagani o Gela!
Nulla, neanche la lingua!
Noi dell'Italia di quaggiù abbiamo un modo di pensare, di intendere la vita, di relazionarci tutto nostro e totalmente differente da quelli dell' Italia di lassù, che assomigliano più ai mitteleuropei che a noi, come noi somigliamo più ai greci o agli arabi che a loro.
Aveva ragione il povero D'Azeglio... gli italiani non esistono ancora e forse, aggiungo, non esisteranno mai.
Quelli di lassù, considerandoci un'altra Italia, per esempio, non hanno avuto alcuno scrupolo a mandarci la loro monnezza tossica e noi di quaggiù, che non ci consideriamo affatto, ce la siamo presa e l'abbiamo sotterrata sotto casa come fossero semi da far germogliare!
C’è da dire che lassù hanno sempre avuto il senso dello Stato e noi quaggiù abbiamo sempre avuto la percezione che lo Stato non ci fosse, forse anche per questo si sono sviluppate le organizzazioni malavitose che in qualche modo e per molti lo hanno sostituito.
La nostra Italia, la mia Italia, quella di quaggiù, non ne può più, ha sete e voglia di giustizia, di legalità, di rispetto, non vuole più essere alla merce' di una minoranza e ribadisco, di una minoranza, di una feccia che vuole ricacciare indietro i nostri sforzi, la nostra cultura, il nostro voler affrancarci da loro e dal loro mondo!
Ma nessuno ci da' una mano.
Ne' le istituzioni che sono in balia di affaristi ignoranti, ne' l'Italia di lassù che è alle prese con il suo problema di sempre, fare soldi e siccome ultimamente ci riesce meno è in sofferenza.
Ma non possiamo sempre sperare negli altri, non è giusto farlo!!!
E' necessaria una NOSTRA presa di coscienza forte, netta, è necessario che "la meglio gioventù" alzi la voce, protesti, si ribelli, smetta di subire passivamente la voce della prepotenza dei forti, dei violenti, dei sopraffattori!
Diffonda questo seme, attraverso l'esempio, nelle istituzioni, nella scuola, nel mono del lavoro,
Insomma è necessario che la parte migliore dell’Italia di quaggiù PRETENDA di prendere il posto di quei pochi che l'hanno continuamente offesa, ferita, vilipesa e che l'hanno trasformata nella TERRA DEI FUOCHI!
Siamo in un epoca da basso Impero.... i barbari sono in ogni dove...
Riavremo il Medioevo....
Ci sarà un altro Umanesimo....
Ci sarà un altro Rinascimento !!!
Io non mi sento italiano.
Ma per fortuna o purtroppo LO SONO !!!