Sul traghetto
Messina/Salerno di ritorno dalle vacanze. Strana atmosfera, un centinaio di
persone in tutto che fanno sembrare enorme questa nave, ma del resto è così
quando si torna mentre i più
partono...
Del resto questo viaggio di ritorno è il giusto corollario di una vacanza
lontana dalla folla e dalle urla dei vacanzieri alla ricerca di folla e di
urla...
Sant'Ambrogio appena fuori dal caos di Cefalù, in una casetta di pietra alle
pendici del Parco delle Madonie, con più silenzio che a casa mia e la compagnia
di qualche volpe oltre che dei miei cari compagni di viaggio.
Pochi minuti di auto (in sei), parcheggio in un posto splendido dove uno
splendido parcheggiatore di una cinquantina di anni innamorato della sua terra,
della sua vita e del suo parcheggio al punto di mettere tappeti verdi sulla
terra battuta e coltivarvi aiuole, non bada più di tanto a quanti gli dai per
l'auto, ma spera solo che la nuova ferrovia non glielo porti via; un piccolo ed
ameno sentiero, chitarra a tracolla, ed appena fuori dal sottopasso della
ferrovia, il mare !
Un mare turchese, calmo e limpidissimo.
Al lido che ho scelto, su consiglio del padrone della mia casa di pietra,
funzionario dell'Agenzia delle Entrate, (che mi fa accompagnato ovunque) due
ragazzi con un sorriso aperto ed accogliente, mi convincono e confermano la mia
scelta.
Si crea subito una forte empatia fra di noi, la nostra chitarra, i ragazzi del
lido con tutto lo staff e molti degli ospiti, con i quali abbiamo parlato,
riso, cantato e con i quali siamo entrati in sintonia da subito.
Li abbiamo salutati ieri sera, con un filo di commozione e con la promessa di
rivederci ancora.
Tornati a casa, l'invito a cena a casa del padrone della nostra casa di pietra,
Mario, di sua moglie Lia e dei due figli entrambi ufficiali dell'esercito,
Pietro e Marco. Una serata magica, leggera, goliardica, familiare...
Stamattina, alla partenza ci hanno preparato dei panini per il viaggio e ci
siamo salutati con un poco di tristezza.
Ho incontrato bella gente come non mi capitava da un po' di tempo, ho ritrovato
la voglia, sopita, un po' per scelta, un po' per gli eventi della vita, di
cercare, di creare, di costruire quei rapporti, quei confronti, quello scambio
di modi di fare, di vedere e di pensare che sono alla base di una crescita
culturale tipica di un essere umano. Ho ritrovato anche nuovo stimolo per stare
con gli amici di sempre, sempre meglio.
Non volendo, mi sono imbattuto in me stesso, mi ha fatto piacere.
Uno degli anici incontrati è Lucia Borsellino, figlia del compianto eroe Paolo;
semplice e schiva.
Dopo aver cantato insieme ed insieme al marito Fabio, le ho stretto la mano
cercando le parole per esprimere il senso di rispetto e di riconoscenza per
quanto suo padre aveva dato a noi tutti e lei tenendomi la mano mi ha
detto" non c'è bisogno che tu dica nulla, hai cantato Reginella, era la
canzone preferita di mio padre"
Torno a casa sereno.