31 dicembre 2017

Di grigio e d’azzurro


L’aria fredda
il cielo grigio 
un’umidità perforante e penetrante che tutto bagna come se avesse piovuto...
ecco, l’ultimo giorno dell’anno si è presentato così, triste ed uggioso... quasi dispiaciuto di salutare, di passare la mano... sembra di vederlo, lì, seduto e disperato col mento in mezzo alle mani. Ormai vecchio e stanco, senza più forza ne’ energia, conscio di ciò che lo aspetta...
ma non mi sento di condividere il suo dispiacere... al contrario, sono ansioso di veder sparire dai miei occhi il suo ultimo bagliore, di gioire nel sentirne il respiro sempre più convulso ed affannoso fino al compimento del suo ineluttabile destino...
Sparirà dagli occhi ma resterà indelebile nel cuore e nella mente, indimenticabile col suo carico di dolore... Poi, mi volto e nella bruma mi pare di scorgere un bimbo tutto solo, imberbe e inconsapevole... è lì che aspetta come nell’icona michelangiolesca della Sistina, la trasmissione dell’energia che gli darà forza, sostanza e consapevolezza... tra un po’ avverrà , come sempre, e il bambino diverrà un giovane forte e robusto; gli si leggerà nello sguardo l’invito a fidarsi di lui, a non cedere alle disillusioni dell’autunno che c’è appena stato ed a dargli fiduciosi la mano per poterci guidare verso una nuova primavera.

Io voglio credergli

Ho deciso di credergli
Devo potermi fidare di lui per trovare il senso dei miei giorni... insieme a voi.

Benvenuto ragazzo!

24 dicembre 2017

La bisognevolezza

Stasera è Natale.
Anche se più triste, più malinconico, più manchevole... è comunque Natale.
Stamane il sole è sembrato volersi riprendere la scena celeste ed ha baciato questa Vigilia, intiepidendola, tal da consentire ed incoraggiare i contatti e i rapporti umani per la verità già numerosi ed avvolgenti in questo giorno.
Ma perché in questo giorno?
Perché solo in questo giorno e in pochi altri?
È un mistero...
È un mistero che in occasione di questa Natività, vera o presunta che sia, l’essere umano, come sotto l’effetto di una ipnosi regressiva, ritorni al suo stato primordiale, cioè quello di essere BISOGNEVOLE.
Bisognevole e non bisognoso .

Non è la stessa cosa...
Nell’accezione corrente un uomo è bisognoso quando non è abbiente, quando è povero in canna, per cui la condizione di bisogno non è di tutti, i ricchi, i potenti non ce l’hanno...
La bisognevolezza invece è di tutti, è nata con il genere umano.
L’uomo è nato, infatti, per condividere con i suoi simili; il suo destino è legato a quello degli altri, ogni uomo è tale solo se la sua umanità incontra quella degli altri...

Si è esseri umani propriamente detti quando si riconosce di aver bisogno del prossimo, quando interagendo con gli altri si riconosce e soddisfa il bisogno che questi hanno di noi, del nostro amore, della nostra vicinanza, che è del tutto identico al bisogno che abbiamo noi di loro....
È quando ciò accade, è quando si riconosce di essere bisognevoli reciprocamente che si è buoni, che non si metterà mai in atto alcuna nefandezza verso gli altri....

Purtroppo molti hanno dimenticato di essere esseri bisognevoli e si sono convinti di bastarsi, si sono persuasi che ogni uomo è un’isola, slegata e prescindente dagli altri...
Si sono generati così mostri di disumano egoismo, di cinica indifferenza, cui i propri simili non rappresentano che intralcio ai loro assurdi ed insensati fini, il potere, la vanagloria, il denaro...e quindi la cattiveria!
Ecco, il Natale, per chi ci crede e per chi no, riesce a restituire quella bontà, quella bonarietà, quell'altruismo, quell'amore per il prossimo che altro non è che il ritorno al riconoscimento della nostra vocazione di esseri bisognevoli.
Sarebbe bellissimo se fosse sempre così…
Sarebbe un sogno... anzi... un bi-sogno !!!

13 dicembre 2017

Più su

Sono in aereo con Gennaro.
Ci siamo detti che è la prima volta che facciamo un viaggio da soli, io e lui. Non è un bel viaggio, non ci leggiamo l’un l’altro l’allegria negli occhi come ci era capitato altre volte, in altri viaggi. 
Stiamo andando a Milano,ci andiamo per Gerardo, per confrontare le nostre convinzioni con quelle dei luminari ambrosiani, nella speranza che coincidano e che ci diano certezze e non dubbi.
Milano.Una città che ho imparato ad amare, che sento quasi familiare tante son le volte che ci sono venuto, talvolta con gli amici a vedere l’Inter, spesso... più spesso in posti non proprio sereni. Me ne dispiaccio perché Milano meriterebbe ricordi belli.
Ora siamo al di sopra delle nuvole, lontano dalle lordure, dalle incompiutezza meschine di laggiù.
Sento il senso di elevazione Baudelairiano che mi penetra, mi pervade e mi avvolge... la vicinanza con CHI è mancato e ...manca che sento quassù mi dà una sensazione di pace e quiete che non sentivo da tempo. È solo suggestione... lo so, ma non ne importa... mi sento bene... non ho neanche la solita paura di cadere.
GENNARO di fianco a me gioca al suo solito gioco col telefonino... guarda avanti, poi fuori, vorrebbe alzarsi... è insofferente, come sempre e guardarlo o sentirlo di fianco mi distoglie dal mio vagare, mi riporta alla realtà, quella fatta di infiniti e inutili perché, di ricerche talvolta insensate e spasmodiche di senso... di risposte sempre assenti alle mille domande.
Mi chiedo fino a quando mi basterà, fino a quando mi accontenterò di domande senza risposta.
Penso e scrivo di getto;guardo le nuvole che stiamo perforando e che mi ridanno le montagne e le città piccole piccole e poi sempre più grandi e vicine... scendiamo... anche la mia mente si ritira dal suo viaggiare, si riabitua ai suoi pensieri comuni… in un modo o nell'altro, torna alla vita.