Mi sono sempre
chiesto e me lo chiedo ancora, che senso e soprattutto quale significato avesse
avuto questa paros-sistica e sfrenata fretta di fondere due comuni che in fondo
non ne avevano ne' l'obbligo ne' l'esigenza, a modesto avviso di chi scrive. Ma questa è
un'altra storia.
Ora il comune ce l'abbiamo, quel comune che è divenuto il terzo
della provincia, quello che dovrebbe portare sviluppo, benessere, prosperità
ai suoi circa 20.000
abitanti. Noi lo speriamo, soprattutto noi che non ci abbiamo creduto, che non abbiamo creduto che quella frettolosa operazione avesse come finalità il benessere di Montoro ma solo la sopravvivenza o la riesumazione della vecchia nomenklatura.
abitanti. Noi lo speriamo, soprattutto noi che non ci abbiamo creduto, che non abbiamo creduto che quella frettolosa operazione avesse come finalità il benessere di Montoro ma solo la sopravvivenza o la riesumazione della vecchia nomenklatura.
Noi speriamo, speravamo di essere smentiti, felici
di esserci sbagliati, poiché il nostro essere contro era di tipo ideale, senza
strumentalità .
Come avremmo potuto essere smentiti?
Con l'azzeramento delle amministrazioni uscenti e
passate le quali avrebbero dovuto creare le condizioni, per averne una nuova
con il loro ausilio, con la loro vicinanza con la loro esperienza.
Un po' come avvenne a Montoro Inferiore nel 1995, quando una intera classe politica abdicò per una nuova speranza.
Un po' come avvenne a Montoro Inferiore nel 1995, quando una intera classe politica abdicò per una nuova speranza.
Speranza che, ad onor del vero, non fu tradita,
almeno in una prima fase.
La fusione serviva solo a chi non voleva scendere
da cavallo o a chi, da anni bramava di tornarci.
Il risultato è che quasi tutti i consiglieri uscenti dei due sciolti comuni si ricandidano al nuovo consiglio e che i vecchi sindaci degli ultimi vent'anni, con qualche marginale eccezione frutto più di un'estemporaneità che di un autentico progetto , si candidano alla carica di sindaco.
Il risultato è che quasi tutti i consiglieri uscenti dei due sciolti comuni si ricandidano al nuovo consiglio e che i vecchi sindaci degli ultimi vent'anni, con qualche marginale eccezione frutto più di un'estemporaneità che di un autentico progetto , si candidano alla carica di sindaco.
Tutto ciò nella sconfortante inesistenza della
politica e dei partiti che permette tutto ciò.
Vi è da aggiungere che la evidente assenza di
progettualità e di scaltrezza degli uscenti che pensavano di essere
riconfermati per grazia di Dio, si stanno scontrando con chi progettuale e
scaltro lo è molto, tanto da guardarsi bene da indire referendum quando era al
timone (se non in vista della fine del viaggio) e di propugnarla con passione
quando poteva giovargli ancora. Così è stato.
Però che si spacci per "il nuovo" chi ha
amministrato solo pochi anni fa con risultati a dir poco contraddittori
soprattutto sul piano della politica, del confronto, della coesione sociale è
quanto meno discutibile!
Possibile che non ci sia nessuno in mezzo a 20.000
abitanti e tanti Km di territorio che sia in grado di amministrare questo
nostro sventurato comune oltre a loro ?Certo che si!
Ma la ingombrante presenza di questi dinosauri dal
consenso ormai consolidato grazie ad una asfissiante ed istituzionalizzata
presenza nei banchi dei Consigli tiene ben lontano, a vantaggio dei dinosauri
stessi. Allora per chi votare ?
Per il solito male minore?
Turandosi il naso o tappandosi l'altro orifizio per
evitare spiacevoli infiltrazioni? O non votare affatto? In ogni caso questo voto sarà davvero utile? Ed a chi?