22 marzo 2017

I ragazzi del 58


Quando ci si divertiva con niente e la coesione sociale era un fenomeno spontaneo, che prescindeva da rango, professione ed età.

Si vede all'estrema destra, accosciati Sabato Montone (Sapatiell' 'o Pittor') e Cerrato Michele (M'chel' 'o Mbustat') classe 1936 e per esempio Gennaro Montone (il sesto da sinistra tra gli accosciati) classe 1958!!!

19 marzo 2017

Solo e pensoso

Domenica pomeriggio.
Una come tante.
Con la solita malinconia di una festa appena trascorsa.
Malinconia resa ancora maggiore dal clima tipicamente quaresimale che non ha mantenuto la promessa fatta con il tiepido sole di questa mattina,col silenzio irreale che c'è per le mie contrade mentre le attraverso...
Incontro un vecchio amico, conversiamo e ci lagniamo di come è peggiorato il mondo ed il nostro paese e di com'era tutto più bello quando eravamo ragazzi.
Lo lascio e continuo a camminare.
Penso che un po' è vero che tutto è un po' peggiorato, ma è vero soprattutto che eravamo ragazzi e tutto ci sembrava nuovo e bello, non avevamo coscienza della vita vera, del dolore, della noia così come pure, però, della gioia piena e del gusto rotondo di quanto si vive.
Una cosa però sembra sparita oggigiorno nei giovani e che invece in noi era sempre presente e cioè la convinzione che insieme avremmo potuto fare qualcosa per migliorare noi stessi ed il mondo che avevamo intorno ...non era vero... ma ci credevamo ...
Continuo a meditare e a camminare e mi ritrovo in piazza, nella mia piazza e vedo un piccolo assembramento davanti alla chiesa; chiedo cosa ci sia e mi dicono che dentro, in chiesa, c'è il Sacramento esposto....
Non mi interessa.
E' un po' che ho smesso di credere alla chiesa cattolica (e a tutte le altre) essendomi persuaso che Dio esiste in ogni dove e nel volto e nel cuore di chiunque mi sia accanto quando do e ricevo amore .
Entro lo stesso, è da tanto che non lo faccio...
Apro la porta e il profumo intenso ed antico di incenso mi riporta indietro, a quando quella chiesa mi sembrava immensa ed il prete temibile... alle volte in cui ci ho cantato...
Alzo gli occhi e l'altare splendidamente addobbato in cui campeggia il Paraclito, mi intimidisce...
Sussurro una preghiera ed esco.
Fuori il solito gioioso trambusto tipico delle quarantore...
Sorrido fra me e me e penso che in fondo qui, ci sarà sempre qualcosa che mi parlerà di me, ogni volta che ne avrò bisogno.

In un modo o in un altro.