L'abitudine
Pochi giorni fa con
il mio amico Matteo, come ci capita spesso di fare, dissertavamo sull'accezione
negativa del verbo rischiare e del suo sostantivo rischio.
Parimenti
l'abitudine è sempre vista in chiave negativa.
L'abitudine è
considerata la naturale evoluzione di ogni sentimento o stato , come per
esempio l'amore, la ricchezza, il benessere, come pure del dolore, della pena, dell'indigenza e così' via , è il ripiego di ogni slancio, la
negazione di ogni impulso, il rifiuto di qualsiasi passione, il biasimo della
gioventù'.
Ma come in una situazione o in una persona bisogna
sforzarsi sempre di vederne i tratti positivi piuttosto che, uniformarsi al
concetto o al giudizio della massa, così io è Matteo concludevamo che rischio e
rischiare non hanno affatto quella valenza negativa che in genere gli si
riconosce, tanto è vero che si dice " ha rischiato di vincere , o che quel
tal giocatore ha rischiato di segnare ..."
Mi sono abituato a pensare sempre, prima di parlare,
anzi ho l'abitudine di non sparlare di qualcuno se non lo conosco..
Oh ps...! Sto parlando di abitudini che non mi
sembrano negative ... Quindi l' abitudine non è' sempre quella cosa brutta a
cui si pensa non appena la si nomina; certo e' pur vero che avere l'abitudine
di alzarsi o addormentarsi o rincasare o pranzare ad un certa ora non è proprio
il massimo e certamente non si sposa con la sregolatezza della giovinezza, ma
certamente non vuol dire morte dei sensi e delle passioni!
All'abitudine io non ho mai dato una valenza
negativa.
Anzi.
E' qualcosa di necessario in ognuno senza cui
ognuno perderebbe la propria individualità , la propria riconoscibilità' la
propria unicità
Sono le abitudini che qualificano in un modo o
nell' altro il nostro vivere ed il nostro essere...
E' così.
Bisogna convincersene.
Come dire...
Bisogna farci l'abitudine!!!
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