
Stamani, in
controtendenza, ho scelto di trascorrere questa torrida domenica di Luglio,
invece che al mare, in alta Irpinia.
Con Fortuna ed Anna abbiamo raggiunto
Lacedonia ed abbiamo cominciato ad inerpicarci (con l'auto, s'intende) su per
una strada assolata e deserta alla volta di Bisaccia.
Paesaggio stupendo:
ripetuti saliscendi, alla fine dei quali lo sguardo era sempre più rapito dalla
grazia, dal silenzio e dal contrasto del cobalto del cielo stagliato sul grano
falciato; l'atmosfera irreale, la brezza sottile che fa muovere le grandi pale
eoliche che ornano il paesaggio ed io che mi sento un Don Chisciotte ammirato
dalla maestosità di tali giganti.
Giungiamo nel borgo, tranquillo ed ameno, attraversiamo la bella ed assolata bianca piazza piena della gente della domenica, gente semplice preoccupata del progressivo spopolamento del borgo e che ci suggerisce di comprare una casa, ce ne sono molte in vendita... andiamo oltre e raggiungiamo il bellissimo e ben tenuto Palazzo Ducale che domina la vallata fin dove si perde e che testimonia che a volte l'uomo non prevale sulla natura.
Giungiamo nel borgo, tranquillo ed ameno, attraversiamo la bella ed assolata bianca piazza piena della gente della domenica, gente semplice preoccupata del progressivo spopolamento del borgo e che ci suggerisce di comprare una casa, ce ne sono molte in vendita... andiamo oltre e raggiungiamo il bellissimo e ben tenuto Palazzo Ducale che domina la vallata fin dove si perde e che testimonia che a volte l'uomo non prevale sulla natura.

Ci è nato uno dei miei registi preferiti, Ettore Scola, e c'è la casa della paesologia. Ma Ettore Scola ha donato la sua casa al comune e la casa della paesologia è chiusa...
C'è una strana atmosfera in questo piccolo e bellissimo paese tutto in salita e molto nevoso d'inverno... sembra non ci sia nessuno, pensiamo per il caldo del pomeriggio che invita alla pennichella... non è così.


Lo lasciamo con un groppo in gola per la rassegnazione e la resa che abbiamo
colto dal tono e dal senso delle sue parole.
Facciamo il percorso a ritroso, verso casa, ci lasciamo alle spalle un mondo
ormai perduto che la gente un giorno ha lasciato perché non ci vedeva la
speranza di una vita migliore e che ora non torna perché la vita migliore che
ha trovato, seppure non sia migliore con la sua velocità', i fast food,
l'angoscia metropolitana, non ha il coraggio di scommette sul silenzio, sulla
dignità di tornare a qualcosa di suo credendoci, scoprendo o riscoprendo la
carezza del vento sulla pelle quando, seduto su un vecchio scalino di pietra,
guarda e ritrova se stesso.
Gerardo Troisi
RispondiEliminaBellissimo Emoticon wink
Marcella Stabile
RispondiEliminaMimmo sei una penna che meritava ben altre soddisfazioni
Christian Sica
RispondiEliminaCommovente la tua descrizione per una terra quella irpina bella nella sua natura ma destinata a morire....
Francesco Messina
RispondiEliminaEmozionante.
Antonietta Montone
RispondiEliminaStruggente nostalgia di cose lasciate al passato con rimpianto e con dolore per la ricerca di altro che non dà pace all’anima
Anna A. Formica
RispondiEliminaLa natura ha dato alla mia terra un grande dono:dare i suoi frutti con un'esplosione di bellezza e grazia:basti pensare ai campi falciati e alle vigne rigogliose.Ma,in ciascun paese, molte case sono abbandonate e tanti giovani sono andati via.Chi resta nutre poche speranze,si pente di essere tornato ,sa di offrire poco ai suoi figli,sa che deve andare via.Se resta su un gradino a vedere il vento che accarezza l'erba,lo fa riempiendo di rammarico e di poca speranza l'amore per la sua casa e la sua terra.Come hai detto in un altro post:"Amara terra mia,amara e bella."
Russo Gerardo La lettura della tua apprezzata prosa " tolstoiana ", in cui la struggente descrizione della natura come assoluto in cui perdersi, quasi in una visione panteistica, interroga anche il senso della vita, richiama alla mente le parole del grande pensatore russo: " La bellezza della natura suscita in me questo sentimento; un sentimento non so se di gioia, di tristezza, di speranza, di disperazione, di dolore o di piacere. E quando arrivo a questo sentimento, mi fermo. Già lo conosco, non cerco di sciogliere il nodo, ma mi accontento di questa oscillazione"
RispondiEliminaBellissima la prosa, amara la riflessione, nostalgico l'animo di chi legge e si accorge di quanto è vero tutto ciò che hai descritto. Un abbraccio.
RispondiEliminaBellissima la prosa, amara la riflessione, nostalgico l'animo di chi legge e si accorge di quanto è vero tutto ciò che hai descritto. Un abbraccio.
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