12 febbraio 2013

CHE CONFUSIONE, SARA’ PERCHÉ’ CI UNIAMO!

Quello che segue è l’articolo che uscirà sul prossimo numero di  “Dentro la Notizia”
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Sembra una canzone dei ricchi e poveri, invece non è cosi.
E’ tutto vero.
L’ultimo giorno utile per farlo, il presidente della giunta regionale, Caldoro ha firmato il decreto che, senza indicarne la data, da’ il via al referendum che “democraticamente” dovrà portare i montoresi di sopra e di sotto ad esprimersi sull’idea di fondere i due comuni per crearne uno nuovo.
“Democraticamente” era ovviamente ironico, visto che se tutti i montoresi quel giorno se ne andassero al mare, in montagna o a vedere la partita, ed andasse a votare l’unico che non ama lo sport o le scampagnate, e voterebbe “si”, la fusione sarà bell’ e fatta!.
Ma come? – ci si chiederà- e allora?... e la volontà dei cittadini? …. ma i montoresi ? ma la democrazia?
Non c’è.
E’ andata a vedere un’altra partita… è assente ingiustificata.
Si, la democrazia, così come del resto col porcellum con cui si voterà alle imminenti elezioni politiche, non è contemplata nel già improvvisato e forzato processo di fusione, poiché la regione Campania, sicuramente su istanza di quei pochi che hanno interesse a che i due comuni si uniscano, ha statuito che il referendum sulla fusione delle due montoro sarà valido a prescindere da quanti montoresi si recheranno alle urne, per cui, ripeto, un solo montorese potrà scegliere e decidere per tutti.
Ma questa assoluta mancanza di democrazia non si evince solo dalla modalità di celebrazione del referendum, ma è una costante di tutto il “processo amministrativo” che ha portato al referendum stesso.
Il “ processo amministrativo”.
Tanti potrebbero immaginarlo come un tortuoso, lungo e travagliato lavoro delle due amministrazioni coinvolte e dei loro funzionari per decidere e mediare su questioni importanti come, per esempio, incontrarsi per scegliere una politica urbanistica comune, una eguale imposizione fiscale, discutere sull’opportunità di cominciare ad unire i servizi, a stipulare accordi insieme o insieme bandire gare per rinnovare gli appalti scaduti o in scadenza…,ma anche semplicemente per scegliere cose più elementari e banali, come per esempio, quale sarà la sede municipale, se ve ne sarà più d’una, come sarà organizzata la scuola primaria e quella secondaria e così via…
Invece no.
Il grande, enorme, lungo e laborioso iter amministrativo è constato di qualche riunione di consiglio comunale, ora congiunto ora disgiunto, in cui, tra i cenni storici, le lodi ai nostri patrioti ed il disinteresse dei più si è arrivati al punto da spingere per un referendum in cui la gente dovrà esprimersi, ma di cui la gente non sa nulla o quasi.
Si, la gente, i montoresi, gli unici ad averne diritto non sono stati per nulla ed in nessun modo coinvolti ne’ singolarmente, ne’ per categorie o portatori di interesse in genere.
Però sono circolati slogan e frottole degne di quelli che stiamo sentendo questi giorni dai nostri leaders nazionali, come per esempio che saranno ridotte le tasse ( per l’imu ci pensa già Berlusconi), verranno ridotti i costi della politica (questo non lo dice neanche il PD) e che, ancora più importante, diventeremo il terzo o il quarto comune della provincia che ci rendera’ forti credibili e considerati.
Si, dovranno tenerci in considerazione quando ci saranno le elezioni regionali o nazionali!!!
Infatti Luigi Famiglietti , sindaco di Frigento, mi sembra poco più di mille abitanti diventerà deputato al parlamento mentre noi resteremo, come sempre, a guardare!
Noi del comitato per il no pensiamo diversamente.
Pensiamo che una grande nazione o un grande comune non significa essere una nazione grande o un comune grande;
pensiamo che un processo epocale come quello cui ci si sta avviando debba passare per una grande partecipazione popolare e non restare appannaggio dei pochi che l’anno, anche legittimamente, proposto;
pensiamo che un referendum debba essere l’atto finale di un lungo e concreto processo di fusione innanzitutto delle culture e delle coscienze di tutti i montoresi e non il contrario;
pensiamo che la volontà di fusione da parte delle amministrazioni coinvolte debba essere “ dimostrata” da azioni politiche ed amministrative serie e mirate e non a chiacchiere, come è avvenuto;
perché’ questa fusione appare dettata più da una logica di palazzo che da reali esigenze della comunità che è alle prese con altre e più impellenti esigenze ;
che questa “frettolosa ed improvvisata” fusione , se avverrà, avrà come unico risultato un lungo periodo di caos politico, sociale o amministrativo.
Ci chiediamo in sostanza: ma quali sono i reali vantaggi per i montoresi ? quale utilità verrà loro tal che saranno pronti a sopportare questo caos e questa incertezza?
Insomma perché’ dovremmo votare per il sì, quando l’unica cosa che unisce le due montoro è la diffidenza reciproca ed una competizione che si andrà sempre più sovrapponendo a quelle frazionali già esistenti e mai debellate all’interno delle due municipalità’?
Ci chiediamo, infine, dopo il referendum, nel caso vincesse il ”Sì “ cosa succederà? aspetteremo una legge regionale che si farà? e quando? e nel frattempo che la regione con i suoi tempi biblici decida, come voteremo l’anno prossimo? tutti insieme o ognuno per conto suo come ora? o forse verrà il commissario ? e per quanto tempo ?

CHE CONFUSIONE. SARA’ PERCHE’ CI UNIAMO!!!

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