L'11
di luglio di trentacinque anni fa vincevamo Il campionato del mondo di calcio.
Avevo diciassette anni.
Ricordo che ero in vacanza a San Marco di Castellabate ed avevo visto le partite con l'Argentina e il Brasile in un bar che aveva un televisore a colori.
Dopo la vittoria con il Brasile, increduli e felici eravamo tutti corsi in spiaggia a fare il bagno vestiti, per la gioia. Il mondo intero parlava della nostra piccola
Italia e noi ci sentivamo orgogliosi come non mai di essere italiani.
Vivemmo l'attesa fino alla finale con la Germania in un una specie di trance, tanto era inaspettata ed imprevista.
Giunsero le fatidiche 20 e 30 dell’11 luglio 82, io ero a vedere la partita, seduto su una sedia, in strada, col televisore appoggiato sul davanzale della finestra. Eravamo certi di vincere anche quando Cabrini sbagliò il rigore.
Vincemmo e quella notte diventò una notte magica... eravamo campioni del Mondo! Era la prima volta che vincevamo qualcosa.
Ricordo che ero in vacanza a San Marco di Castellabate ed avevo visto le partite con l'Argentina e il Brasile in un bar che aveva un televisore a colori.
Dopo la vittoria con il Brasile, increduli e felici eravamo tutti corsi in spiaggia a fare il bagno vestiti, per la gioia. Il mondo intero parlava della nostra piccola
Italia e noi ci sentivamo orgogliosi come non mai di essere italiani.
Vivemmo l'attesa fino alla finale con la Germania in un una specie di trance, tanto era inaspettata ed imprevista.
Giunsero le fatidiche 20 e 30 dell’11 luglio 82, io ero a vedere la partita, seduto su una sedia, in strada, col televisore appoggiato sul davanzale della finestra. Eravamo certi di vincere anche quando Cabrini sbagliò il rigore.
Vincemmo e quella notte diventò una notte magica... eravamo campioni del Mondo! Era la prima volta che vincevamo qualcosa.
Uscivamo
da un decennio tragico, drammatico, di destabilizzazione sociale e politica,
gli anni di piombo, la nostra economia in fortissimo affanno, la nostra moneta
con un potere d'acquisto così debole da rendere proibitivo qualunque
spostamento o soggiorno all'estero e noi italiani visti sempre come una specie
di Calimero, personaggio di Carosello, che per chi non lo sapesse o non lo
ricordasse era un pulcino "piccolo e nero" con dei fratelli tutti
bianchi.
Noi
irpini, poi portavamo nel cuore e nella mente la tragedia del 23 novembre
dell'80. Quello
fu in nostro riscatto. Il riscatto di un popolo che tornava fiero di essere
italiano e poco importava se lo era per una partita contro l'odiata Germania e
non per la qualità della vita, per l'arte o per il Pil.
Eravamo
italiani, quelli che per una volta avevano vinto, che potevano guardare tutti
dall'alto in basso e dire come faceva il ritornello di una vecchia canzone:
"Beh, cosa guardi, cosa c'è di strano? Ma non lo vedi che son italiano!"
Avevamo
scoperto, come fece Calimero che non eravamo neri, ma solo sporchi e che una
volta lavati eravamo diventati bianchi pure noi!
Quella
vittoria sembrava portare con se' quel decennio bello e difficile, di lotte e
di sconfitte, gli anni 70 che nell'82 non era ancora finito, ma che sembrò
finire proprio quando l'arbitro del Bernabeu prese in mano il pallone e fischiò
la fine della partita mentre Nando Martellini ripeteva:
"Campioni del mondo!"
Il
giorno dopo eravamo nel nuovo decennio, spariva definitamente il bianco e nero
ed entravamo in un mondo a colori.
Ci
saremmo riappropriati di quel benessere, di quella sorta di spensieratezza che
avevamo perso alla fine degli anni 60 con la prima congiuntura economica
post-boom ed avremmo guardato con ottimismo al nostro futuro.
Avevo
17 anni andavo incontro alla vita.
Una
vita che vedevo tinta di azzurro.
Elena Barbato
RispondiEliminaEro come te in vacanza a San Marco di Castellabate, ricordo la sfilata post vittoria con tuo padre avvolto nella bandiera tricolore, un ombrellone da spiaggia in testa e tutti noi dietro a fare baldoria.....io ero poco più che una bambina......eravamo già una grande famiglia!
Antonietta Montone
RispondiEliminaanche io me lo ricordo benissimo era appena nata rossella
Sara Bianchino
RispondiEliminaSono nata solo qualche anno più tardi ma questo racconto è talmente vivido che mi pare quasi di avvertire quel senso di riscatto
Anna Formica
RispondiEliminaSarebbe utile farlo leggere a quelli che non erano ancora nati....è una cronaca vera e appassionata,che esprime il ricordo di un ragazzo come tanti.Io,insieme a tanti ero nella nostra piazza dove era stato allestito un maxi schermo,forse per la prima volta!!
Nicola Clemente
RispondiEliminaE se vi ricordate età una estate calda e siccità.
Luisa Celentano
RispondiEliminaAvrei tante cose da dire ma non o tempo .dico solo bei ricordi mio marito con i miei due figli più grandi e una 127 in giro per la città di Salerno a sbandierare la nostra tricolore con tanto orgoglio !!!!!
Gennaro Montone Ero a mare a bacoli
RispondiEliminaArrivo' a notizia che era nata Rossella poi a vedere la partita reparto chirurgia pediatrica con tutte le mamme dei bimbi (nessun padre 😁😁😁😁)
Si urlava in silenzio
Nicola Trucillo
RispondiEliminaHo ricordi splendidi!
Festeggiai da nababbo. Comode sedute, letti giganti, persone servizievoli al mio fianco... Avevo 13 mesi! 😂
RispondiEliminaArienzo Anna
Momenti che ho vissuto , ed era per noi donne la prima volta che eravamo coinvolte, in qualcosa che fino ad allora monopolio maschile , fu anche quello un piccolo traguardo per il mondo femminile, noi donne a festeggiare in strada . Erano gli anni in cui eravamo pieni di energia e fiduciosi nel futuro
Aniello Novi
RispondiEliminaChe stupendo ricordo
Sono stato oggi in quel bar a San Marco....sono entrato e ho chiesto un caffè.
RispondiEliminaMi guardavo intorno per cogliere particolari che ricordavo; il barista mi guardava incuriosito ed io, togliendolo d'impaccio, gli ho spiegato che lì avevo visto il mondiale dell'82... "avevo dodici anni" mi ha detto e insieme abbiamo ricordato dove fosse il televisore, la porta sul giardino ed altri particolari che lui si è stupito che io ricordassi....
Come in "Autogrill" di Guccini, mentre ricordavamo è entrato un avventore a riportarci al presente...
Faccio per pagare il caffè e lui, commosso almeno quanto me, mi ha detto:" me lo pagherai tra 35 anni, mi raccomando, ti aspetto ". Ci siamo stretti la mano e sono uscito...
Domenico Gelormini
RispondiEliminaBellissimo ricordo... e grande la citazione di Stefano