Sono in treno.
Ho tempo.
Ho tempo per stare da solo e in silenzio.
E penso. Penso a quante serate, nottate abbiamo passato a chiederci,
con i compagni di Viaggio, quelli fissi e quelli occasionali, quelli vicini e
soprattutto quelli lontani, quelli d'inverno e quelli d'estate (che alla fine
hanno finito per coincidere) di quale fosse il senso del nostro esserci, a cosa
bisognasse cercare per vivere degnamente la nostra vita.
Ci siamo chiesti cosa fosse la felicità, se esistesse, come si potesse
raggiungerla o ancora, come si potesse conservarla una volta raggiunta...
Abbiamo solo perso il sonno, senza mai trovare una risposta, una risposta
univoca o condivisa...
Poco ci importava...
Ne avremmo riparlato ancora per altri giorni e notti, tra chitarre,
canzoni, cornetti e nutella, pistacchi ed arachidi...
Nel frattempo, vivevamo.
Sempre con quella sete inappagata, quella voglia di capire, di andare
oltre...
Ma era proprio quella sete che ci spingeva oltre.
Che ci spinge oltre...
Poi mi sono convinto, ci siamo convinti che la felicità fosse uno stato
così fugace da poter essere definita come "quella cosa che appena l'hai
trovata l'hai già perduta"
Poi gli affanni, i dolori, le sconfitte disilludono, segnano,
lacerano...
Ecco, allora, che il chiedersi diventa meno affannoso ed astratto; il
cercare diventa meno ansioso e frenetico...
Senti il sole sulla pelle di prima mattina e ti senti sereno...
Guardi un fiore che si prepara a schiudersi e ti senti vivo...
Che sia proprio quella la soluzione?
Che sia proprio quella la felicità?
Quella che avevamo senza sapere di avere?
Si, penso sia quella...
Semplicemente la VITA.
Gennaro Montone
RispondiEliminaIl punto è che se si ha sensibilità si soffre molto di più
Ma si vive e si gioisce anche di più...
Gennaro Montone
RispondiEliminaÈ un inno alla vita
È un invito a scoprire cosa vale la pena di vivere
E se hai tanti motivi per amare in tante forme diverse e perché uno vive a fondo.
Gennaro Montone
RispondiElimina'Lettera' Guccini
Gennà,se mi consenti,è il contrario...
RispondiEliminaAldo Vastola
RispondiEliminaQuando si parte dall'esperienza ci si rende conto di quanto sia umana la nostra umanità
Loredana Fulchini
RispondiEliminaMolto soggettiva... alcuni sono felici se raggiungono il potere... altri il danaro… altri se vincono un concorso... ci sono poi quelli che sono felici perché riescono ad andare ad un concerto... uscire e vivere una storia d'amore conquistando la donna o ...Altro...
Gennaro Montone
RispondiEliminaLa felicità non è la serenità
Il piacere non è la gioia
La prima è effimera è passeggera legata all'istante .
Alfonso Torello
RispondiEliminaOttimo spunto di riflessione, non posso condividere la locuzione vita = felicità, la vita' per lo più è sofferenza. Ma sono d'accordo sul fatto che è un bene effimero, sfuggente. Per me la migliore definizione di felicità è la serenità.
Gian Luca Filomena Aliberti
RispondiEliminaLa felicità è un effimero inganno della vita più o meno lungo a seconda della nostra concezione di felicità. Ognuno ne è alla ricerca, la rincorre. C'è chi la raggiunge per un breve periodo, chi per molto e chi non la raggiunge mai... ma alla fine la si perde comunque perché si accorge di aver rincorso un suo surrogato creato dall'uomo, i soldi o il potere.
Rino Montuori
RispondiEliminaU Maronn e come siete complicati
Maria Grazia de Giovanni
RispondiEliminaS T R A O R D I N A R I O
Russo Gerardo
RispondiEliminaCaro narratore tolstoiano, hai raggiunto, per via razionale, la saggezza di un famoso padre del deserto che, ad un uomo colto, benestante ma roso dall'inquietudine della conoscenza e provato dalle vicissitudini della vita che gli chiese in cosa consistesse la felicità, rispose : "Vivere, semplicemente".