Sono in autobus seduto di fianco
all'autista, mi guardo dietro e vedo i volti stanchi e sereni di quanti hanno
trascorso con me questa giornata.
Eravamo partiti presto stamattina alla volta di Matera.
Con la luce pallida e l'aria fresca del mattino ci eravamo spinti oltre gli
Alburni, alla volta di quella città che da vergogna d'Italia è diventata
patrimonio dell'umanità.
La cronica insufficienza di infrastrutture che caratterizza il nostro Sud ci
aveva permesso di inoltrarci all'interno dell'aspro territorio lucano dove
imponenti cime dominavano prati accarezzati dal vento e noi che come un baco in
una mela ci inerpicavamo su per la vallata.
Giungiamo a Matera col sole ormai alto, vengo rapito dall'azzurrità del cielo che contrastando con il giallo dei Sassi sprigiona una luce particolare che rende magico quel posto; la nostra guida che ci spiega ciò che vediamo e vuole convincere noi e lui della unicità di quanto stiamo guardando.Gli crediamo ed andiamo a pranzo in un locale all'interno dei Sassi.
Giungiamo a Matera col sole ormai alto, vengo rapito dall'azzurrità del cielo che contrastando con il giallo dei Sassi sprigiona una luce particolare che rende magico quel posto; la nostra guida che ci spiega ciò che vediamo e vuole convincere noi e lui della unicità di quanto stiamo guardando.Gli crediamo ed andiamo a pranzo in un locale all'interno dei Sassi.
Il convivio resta il momento più alto di aggregazione e di condivisione. È il posto in cui ognuno abbassa le proprie difese rispetto al proprio simile
perché divide lo stesso destino, lo stesso desco, lo stesso pane.Ci si sente
tutti "compagni" (cum panis) e si sta bene.
Ci dirigiamo,quindi,ancora più ad est,a
Bari, dove nella Basilica del Santo arriviamo in tempo per incontrare un gruppo
di pellegrini montenegrini di fede cristiana ortodossa che venerano lo stesso
Santo che veneriamo noi.
Dopo un po' di stupore dei più, ci si convince che Dio è sempre lo stesso nel
cuore di ognuno e.... meno aulicamente ci si passa sopra convenendo che il
nostro San Nicola è di Tolentino!!!!
Usciamo della Basilica e percorriamo qualche strada della città pullulante di
gente e sempre in quella luce che al crepuscolo è ancora più intensa.
Scrivo qui, sul sedile di fianco all'autista... dietro di me sento i commenti sui posti visitati, sulla bontà dei piatti assaggiati e ...Peppe Lepre che cerca di spiegare qualcosa al suo casuale compagno di viaggio seduto accanto a lui.
È sceso il buio.Scrivo qui, sul sedile di fianco all'autista... dietro di me sento i commenti sui posti visitati, sulla bontà dei piatti assaggiati e ...Peppe Lepre che cerca di spiegare qualcosa al suo casuale compagno di viaggio seduto accanto a lui.
Un altro giorno è andato.
Un giorno ben vissuto.
Gennaro Montone –
RispondiEliminaCaro cugino Mimmo. Come scritto tua cugina Antonietta sei davvero bravo.A prescindere Matera Si resta di sasso
Antonietta Montone –
RispondiEliminaCaro cugino sempre più intenso ti prego lascia i numeri e datti alle lettere
Mauro Loira –
RispondiEliminaDottore sei il n umero1 mi fai ricordare le gite dell'anno 80
Anna Cortiana –
RispondiEliminaHai narrato talmente bene,che mi pareva di essere con voi
Annachiara Torello –
RispondiEliminaHo guardato le foto da te precedentemente postate e ho pensato "che peccato non esser lì con loro, qualche volta mi piacerebbe fare una gita col carissimo Mimmo" ...Con questa tua eccellente (come sempre) descrizione, è stato come esser presente, lì con voi... grazie Mimmo. Un bacio grande Emoticon kiss
Anna A. Formica –
RispondiEliminaSei un mago della battuta. Chapeau😚
Antonella Formica –
RispondiEliminaIl mio scrittore preferito" MIMMO TORELLO "
Anna A. Formica
RispondiElimina....quel che resta del giorno...
Maria Sipontina Valente –
RispondiEliminaComplimenti!
Giovanni Torello-
RispondiEliminaBravo fratello caro,bello.
Russo Gerardo –
RispondiEliminaPosso testimoniare, avendo partecipato all'interessante visita dei "Sassi di Matera" e della Basilica di San Nicola di Bari (o meglio di Myra), che l'appassionante e coinvolgente racconto dell'amico Mimmo non è nato nel silenzio di un ambiente che induce alla meditazione ma in pullman sulla via del ritorno, fra il nostro colorito e vivace vociare, a dimostrazione che la sua feconda e brillante vena narrativa sgorga spontanea, naturaliter avrebbero detto i padri latini. La cugina Antonietta lo invita a lasciare i numeri per abbracciare in toto le lettere ma l'amico Mimmo, da uomo di cultura, conosce bene il motto del poeta latino Orazio:" Carmina non dant panem"( le poesie non danno pane), ragion per cui lo stimato commercialista e l'apprezzato narratore sono inevitabilmente destinati a coesistere.