22 maggio 2016

La luce dell'est

Torniamo a casa con ancora in fronte un rosso e tiepido sole barese.
Sono in autobus seduto di fianco all'autista, mi guardo dietro e vedo i volti stanchi e sereni di quanti hanno trascorso con me questa giornata.
Eravamo partiti presto stamattina alla volta di Matera.

Con la luce pallida e l'aria fresca del mattino ci eravamo spinti oltre gli Alburni, alla volta di quella città che da vergogna d'Italia è diventata patrimonio dell'umanità.

La cronica insufficienza di infrastrutture che caratterizza il nostro Sud ci aveva permesso di inoltrarci all'interno dell'aspro territorio lucano dove imponenti cime dominavano prati accarezzati dal vento e noi che come un baco in una mela ci inerpicavamo su per la vallata. 
Giungiamo a Matera col sole ormai alto, vengo rapito dall'azzurrità del cielo che contrastando con il giallo dei Sassi sprigiona una luce particolare che rende magico quel posto; la nostra guida che ci spiega ciò che vediamo e vuole convincere noi e lui della unicità di quanto stiamo guardando.Gli crediamo ed andiamo a pranzo in un locale all'interno dei Sassi.
Il convivio resta il momento più alto di aggregazione e di condivisione. È il posto in cui ognuno abbassa le proprie difese rispetto al proprio simile perché divide lo stesso destino, lo stesso desco, lo stesso pane.Ci si sente tutti "compagni" (cum panis) e si sta bene.
Ci dirigiamo,quindi,ancora più ad est,a Bari, dove nella Basilica del Santo arriviamo in tempo per incontrare un gruppo di pellegrini montenegrini di fede cristiana ortodossa che venerano lo stesso Santo che veneriamo noi.
Dopo un po' di stupore dei più, ci si convince che Dio è sempre lo stesso nel cuore di ognuno e.... meno aulicamente ci si passa sopra convenendo che il nostro San Nicola è di Tolentino!!!! 

Usciamo della Basilica e percorriamo qualche strada della città pullulante di gente e sempre in quella luce che al crepuscolo è ancora più intensa.
Scrivo qui, sul sedile di fianco all'autista... dietro di me sento i commenti sui posti visitati, sulla bontà dei piatti assaggiati e ...Peppe Lepre che cerca di spiegare qualcosa al suo casuale compagno di viaggio seduto accanto a lui.
È sceso il buio.
Un altro giorno è andato.

Un giorno ben vissuto.

11 commenti:

  1. Gennaro Montone –
    Caro cugino Mimmo. Come scritto tua cugina Antonietta sei davvero bravo.A prescindere Matera Si resta di sasso

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  2. Antonietta Montone –
    Caro cugino sempre più intenso ti prego lascia i numeri e datti alle lettere

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  3. Mauro Loira –
    Dottore sei il n umero1 mi fai ricordare le gite dell'anno 80

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  4. Anna Cortiana –
    Hai narrato talmente bene,che mi pareva di essere con voi

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  5. Annachiara Torello –
    Ho guardato le foto da te precedentemente postate e ho pensato "che peccato non esser lì con loro, qualche volta mi piacerebbe fare una gita col carissimo Mimmo" ...Con questa tua eccellente (come sempre) descrizione, è stato come esser presente, lì con voi... grazie Mimmo. Un bacio grande Emoticon kiss

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  6. Anna A. Formica –
    Sei un mago della battuta. Chapeau😚

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  7. Antonella Formica –
    Il mio scrittore preferito" MIMMO TORELLO "

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  8. Anna A. Formica
    ....quel che resta del giorno...

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  9. Maria Sipontina Valente –
    Complimenti!

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  10. Giovanni Torello-
    Bravo fratello caro,bello.

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  11. Russo Gerardo –
    Posso testimoniare, avendo partecipato all'interessante visita dei "Sassi di Matera" e della Basilica di San Nicola di Bari (o meglio di Myra), che l'appassionante e coinvolgente racconto dell'amico Mimmo non è nato nel silenzio di un ambiente che induce alla meditazione ma in pullman sulla via del ritorno, fra il nostro colorito e vivace vociare, a dimostrazione che la sua feconda e brillante vena narrativa sgorga spontanea, naturaliter avrebbero detto i padri latini. La cugina Antonietta lo invita a lasciare i numeri per abbracciare in toto le lettere ma l'amico Mimmo, da uomo di cultura, conosce bene il motto del poeta latino Orazio:" Carmina non dant panem"( le poesie non danno pane), ragion per cui lo stimato commercialista e l'apprezzato narratore sono inevitabilmente destinati a coesistere.

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