24 dicembre 2016

Il Giorno di tutti

Passeggio nella malinconica solitudine del giorno dopo il "sabato del villaggio."
Non si ode nessun rumore, sembra essersi assopito il mio villaggio, illuminato da un basso sole forestiero che non mi scalda e che rende tutto ancora più irreale.

Foto di Giovanni Galdieri
Tutto sembra volersi riposare dopo la frenesia e l'attesa per Ciò che in un momento è già passato.
È già passato, come ne sono passati tanti di questi Giorni.
Ognuno ha lasciato in me un ricordo, un'istantanea.
Ricordo quello in cui c'era poco ma c'eravamo tutti, quello in cui ho perso a carte tutti i soldi dei regali e quell'altro in cui aveva nevicato e la neve aveva creato un'atmosfera da favola dysneiana.
Ricordo pure quelli in cui ci siamo ritrovati in pochi con le tavole imbandite.

Comunque sia, qualunque sia il ricordo che mi sovviene, mi sento sereno allo stesso modo e penso a quanto saremo fortunati a poterlo vivere ancora questo Giorno con il carico di attese che lo precede perché resta il solo momento autentico in questa vita artificiale, il solo Giorno in cui ci è concesso di sentirci felici come i bambini, di mostrarla a tutti senza pudore quella felicità, di vederla anche negli altri e di augurarsela.
E allora, Buon Natale

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