Da bambino,nei primi anni settanta, vedevo la foto enorme del Duomo stampata sul panettone Alemagna e mi chiedevo dove fosse quel posto con quel monumento così bello e che produceva l'ambito dolce natalizio (il pandoro di Verona sarebbe arrivato anni dopo); guardavo Totò che identificava Milano come " la capitale del Nord" da raggiungere in "quattro giorni di mare"; negli anni '80 Lucio Dalla diceva che "ogni volta che mi tocca di venire mi prende allo stomaco, mi fa impazzire" ; Fossati , nei primi anni 90 la definiva " livida e sprofondata per sua stessa mano".
Fino ad allora non c'ero mai stato e vivevo nel preconcetto che fosse così come la descrivevano questi cantanti o peggio,quelli che ci avevano vissuto per lavoro all'Alfa o alla Pirelli,cioè triste,grigia,senza sole e senz'anima dedita solo a fare soldi.
Mi capita da qualche anno di andarci sempre più spesso,non sempre per vacanza,e imparo a conoscerla sempre un po' di più. Dopo le prime volte in cui indugiavo tra il Duomo,la Galleria e via Monte Napoleone, adesso,mi metto alla ricerca di quella Milano che esprime tutta la sua identità culturale e intellettuale:prendo la metro e scendo alla stazione Lanza della linea verde,esco e mi trovo al piccolo teatro Strelher, cammino per le viuzze eleganti e sobrie di Brera,fino alla pinacoteca e all'Accademia; mi imbatto in localini dove il moderno non ha soppiantato la tradizione,ne ha fatto tesoro; mi siedo in un bar all'aperto dove ottuagenarie signore vestite di tutto punto leggono il Corriere, all'ombra del caldo sole di luglio, affascinandomi;proseguo per via Moscova fino a piazza Gae Aulenti per ammirare prodezze urbanistiche che esaltano la grandezza dell'ingegno umano. Mi vien voglia di vedere il Giambellino, Rogoredo o Porta Romana, i posti cantati da Gaber e Jannacci anche se, come tutti i posti popolari temo abbiano perso la loro originale identità.
Non ho incontrato nessuno che non sia stato affabile o gentile.
Certo, non ha la luce di Roma, il cielo di Ortigia. Ma ci andrei a vivere.
Milàn l'è an gran Milàn!
Fino ad allora non c'ero mai stato e vivevo nel preconcetto che fosse così come la descrivevano questi cantanti o peggio,quelli che ci avevano vissuto per lavoro all'Alfa o alla Pirelli,cioè triste,grigia,senza sole e senz'anima dedita solo a fare soldi.
Mi capita da qualche anno di andarci sempre più spesso,non sempre per vacanza,e imparo a conoscerla sempre un po' di più. Dopo le prime volte in cui indugiavo tra il Duomo,la Galleria e via Monte Napoleone, adesso,mi metto alla ricerca di quella Milano che esprime tutta la sua identità culturale e intellettuale:prendo la metro e scendo alla stazione Lanza della linea verde,esco e mi trovo al piccolo teatro Strelher, cammino per le viuzze eleganti e sobrie di Brera,fino alla pinacoteca e all'Accademia; mi imbatto in localini dove il moderno non ha soppiantato la tradizione,ne ha fatto tesoro; mi siedo in un bar all'aperto dove ottuagenarie signore vestite di tutto punto leggono il Corriere, all'ombra del caldo sole di luglio, affascinandomi;proseguo per via Moscova fino a piazza Gae Aulenti per ammirare prodezze urbanistiche che esaltano la grandezza dell'ingegno umano. Mi vien voglia di vedere il Giambellino, Rogoredo o Porta Romana, i posti cantati da Gaber e Jannacci anche se, come tutti i posti popolari temo abbiano perso la loro originale identità.
Non ho incontrato nessuno che non sia stato affabile o gentile.
Certo, non ha la luce di Roma, il cielo di Ortigia. Ma ci andrei a vivere.
Milàn l'è an gran Milàn!
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RispondiEliminaMatteo Cantarella
RispondiElimina"Milano mia, portami via..".. Eh, il mio compare!
Alfonso Torello
RispondiEliminaNon c'e' niente di bello a Milano, a parte il duomo, che a guardarlo bene non e' neanche tanto bello
Pino Musto
RispondiEliminaluoghi comuni, per chi ci vive o lavora un posto in continuo fermento, io pensavo al tuo essere interista........
Ciro Basile
RispondiEliminaSei andato a vedere il "famoso" Colosseo?
Maria Siano
RispondiEliminaGrande Mimmo,per noi meridionali resta sempre una bella signora
Giuseppina Pellegrino
RispondiEliminaCondivido Mimmo!
Russo Gerardo
RispondiEliminaSe fossi il neosindaco Sala, ti concederei la cittadinanza onoraria per lo struggente e spendido ritratto che hai magistralmente tracciato della città meneghina
Anna A. Formica
RispondiEliminaProssima tappa i Navigli:dalla darsena a porta Ticinese!Organizziamo?Io ci sto!!!
Anna Cortiana
RispondiEliminada milanese e da sempre innamorata della mia Milano sono felice di sapere che tu la apprezzi Milano ha angoli bellissimi che solo chi la gira e la vede con gli occhi liberi da preconcetti apprezza Grazie Mimmo a nome della mia bellissima città