Frase messa in bocca a don Abbondio dal Manzoni
per evidenziarne l'ignoranza.
Ebbene, oggi il
nipote del Beccaria si rivolterebbe nella tomba al pensiero che i più non
conoscono neanche don Abbondio!
Mi si dirà che la
conoscenza della Divina Commedia, del Decamerone, dell' Infinito di Leopardi
non sono indispensabili per vivere.... che non sapere chi fossero Breugel, Velazquez, Boldini o Signorini non impedisce
di sposarsi e di avere dei figli... che non aver visto Umberto D. , La grande
Guerra, Nuovo Cinema Paradiso o l'Oro di Napoli non delegittima un impegno
politico di rilievo. Non è così.
Non è così se si considera la propria vita, la
propria esistenza, un' occasione unica, (fino a prova contraria) per essere
coerenti con il destino che ci è stato assegnato all'atto del nostro
concepimento o creazione se si vuole, cioè quello di esseri umani dotati di
strumenti enormi per tendere sempre più all''evoluzione di noi stessi, di ciò
che ci circonda, affrancandoci sempre più dal resto del mondo animale di cui
pure facciamo parte.
Capita invece di soffermarsi e pensare che la
malattia del secolo, l'ignoranza, attanaglia il nostro mondo ad ogni livello ed
in ogni ambito, ovviamente con eccezioni che non fanno altro che confermarlo,
che, paradossalmente, la tecnologia, internet, e tutti gli strumenti
informatici che abitualmente usiamo invece di accrescere la nostra conoscenza
la hanno svilita, banalizzata.
Quando c'erano solo i libri e le enciclopedie e si
voleva sapere cosa fosse il cubismo o l'impressionismo per esempio, bisognava,
intanto trovare chi avesse l'enciclopedia cercando tra amici e parenti e poi
effettuare la ricerca, adesso basta cliccare sull' i-pad o sul telefonino ed in
un secondo abbiamo ogni notizia.
Notizia tanto facile da trovare quanto immediata da
dimenticare o accantonare quando non ci serve più visto che all'occorrenza ci
vuole sempre qualche secondo per riaverla!!!
E così creiamo e distruggiamo in un momento
concetti, movimenti, opere che con ciò che hanno prodotto ed insegnato sono
alla base di ciò che siamo oggi.
Io penso che la cultura sia una conseguenza
dell'erudizione, nel senso che l'apprendere ed il conoscere non debbano essere
fine a se stessi, ma debbano portare ad una analisi ed ad una comprensione tale
da generare un modo di pensare che possa cogliere l'essenza piena delle cose e
di ottenere un atteggiamento coerente rispetto al proprio pensiero.
Un popolo migliora se migliora la sua cultura!
Ma l'ignoranza che domina oggigiorno, frutto dell'
indifferenza rispetto a tutto ciò che non si traduce in successo, soldi,
bellezza e potere sta facendo sempre più in modo da far involvere questo nostro
genere umano, da abbrutirlo al punto da togliergli sempre più spesso il gusto
credere in qualcosa e di battersi fino in fondo per ottenerlo; si preferisce
annegare nel mare della maggioranza piuttosto che prenderne le distanze, anche
a rischio dello scherno di tutti e cercare di portare la propria intelligenza
di uomo in un porto sicuro dove poter ritrovare finalmente l'essenza e la
ragione del proprio essere.
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