Ti prende alle spalle, d’improvviso, ti afferra alla gola e
stringe... stringe, ti fa mancare l’aria.

Passa del tempo e i segni sono ancora evidenti, mi guardo
allo specchio e li vedo tutti in volto... ma lui,l’aggressore non si manifesta, non lo riconosco... mi giro
di scatto per vedere dov'è... non sento più colpi sul viso, ma so che non è
lontano, anzi mi è molto vicino, mi accompagna, lo sento nello stomaco, nelle
viscere, nella mente, sempre più forte e incalzante.
Adesso lo riconosco il mio dolore.
Cammino per la campagna tiepida di un autunno immaturo.
Il vento sbalza le foglie morte dei ciliegi che solo poco fa
erano festanti e fioriti.
Sento i miei pensieri levarsi, poi cadere e di nuovo balzare
in aria come quelle foglie.
Le fermerà l’inverno.
Le rigenera una nuova primavera.