2 luglio 2016

Milano

Da bambino,nei primi anni settanta, vedevo la foto enorme del Duomo stampata sul panettone Alemagna e mi chiedevo dove fosse quel posto con quel monumento così bello e che produceva l'ambito dolce natalizio (il pandoro di Verona sarebbe arrivato anni dopo); guardavo Totò che identificava Milano come " la capitale del Nord" da raggiungere in "quattro giorni di mare"; negli anni '80 Lucio Dalla diceva che "ogni volta che mi tocca di venire mi prende allo stomaco, mi fa impazzire" ; Fossati , nei primi anni 90 la definiva " livida e sprofondata per sua stessa mano".
Fino ad allora non c'ero mai stato e vivevo nel preconcetto che fosse così come la descrivevano questi cantanti o peggio,quelli che ci avevano vissuto per lavoro all'Alfa o alla Pirelli,cioè triste,grigia,senza sole e senz'anima dedita solo a fare soldi.
Mi capita da qualche anno di andarci sempre più spesso,non sempre per vacanza,e imparo a conoscerla sempre un po' di più. Dopo le prime volte in cui indugiavo tra il Duomo,la Galleria e via Monte Napoleone, adesso,mi metto alla ricerca di quella Milano che esprime tutta la sua identità culturale e intellettuale:prendo la metro e scendo alla stazione Lanza della linea verde,esco e mi trovo al piccolo teatro Strelher, cammino per le viuzze eleganti e sobrie di Brera,fino alla pinacoteca e all'Accademia; mi imbatto in localini dove il moderno non ha soppiantato la tradizione,ne ha fatto tesoro; mi siedo in un bar all'aperto dove ottuagenarie signore vestite di tutto punto leggono il Corriere, all'ombra del caldo sole di luglio, affascinandomi;proseguo per via Moscova fino a piazza Gae Aulenti per ammirare prodezze urbanistiche che esaltano la grandezza dell'ingegno umano. Mi vien voglia di vedere il Giambellino, Rogoredo o Porta Romana, i posti cantati da Gaber e Jannacci anche se, come tutti i posti popolari temo abbiano perso la loro originale identità.
Non ho incontrato nessuno che non sia stato affabile o gentile.
Certo, non ha la luce di Roma, il cielo di Ortigia. Ma ci andrei a vivere.
Milàn l'è an gran Milàn!