14 ottobre 2013

Competizione e concorrenza

Negli anni 70, quando ero ragazzo esisteva solo la Rai con due canali: il primo e il secondo.
Mi ricordo che durante le campagne elettorali capitava che facessero Tribuna Politica sul primo ed un documentario sul secondo, così che noi ragazzi non potevamo far altro che andare a dormire.
Verso la fine degli anni '70 nascevano le televisioni commerciali.
Tutti eravamo più contenti perché avevamo più scelta, c'erano più cose da vedere...tribuna politica o i telegiornali che avevano come notizie ricorrenti la crisi in medio oriente o la guerra IRAN-IRAQ non ci facevano più paura!!! 
Ormai avevamo i tre canali Fininvest con i loro programmi altamente educativi e formativi, ricchi di telenovelas, programmi di intrattenimento come Il pranzo è servito, Ok il prezzo è giusto, Il gioco delle coppie, la ruota della fortuna... 
Di fronte a questa rivoluzione culturale che catturò la benevolenza dell'utenza televisiva (quella elettorale sarebbe stata catturata un po' più avanti ...) la vecchia Rai invece di andare dritta per la sua strada di formazione, di informazione, di educazione e di innalzamento del livello culturale a suon di programmi di qualità e di avanguardia, tipici del servizio pubblico, cosa fa? SI ADEGUA!!!
Si adegua all'immondizia culturale delle Tv commerciali che hanno solo lo scopo di abbassare il livello medio di intelligenza degli Italiani e portarli a comprare, a scegliere ed a pensare come hanno pianificato!!!
Con questo abbassamento della qualità del servizio televisivo siamo andati avanti e dopo qualche anno, visto che la concorrenza aveva portato tutti questi buoni frutti abbiamo sperimentato la concorrenza tra gli esercizi commerciali, liberalizzandoli e facilitandone l'apertura, creando despecializzazione ed improvvisazione dal lato degli imprenditori ed abbassamento della qualità dei prodotti venduti, dal lato dei consumatori; poi è venuta la liberalizzazione e la concorrenza tra gestori di energia e di telefonia che ha avuto a fronte di un misero risparmio sulle bollette ( quando non rubano o imbrogliano in altro modo) un incremento del lavoro precario, sottopagato, frustrante e mortificante ovviamente voluto ed incentivato da una certa politica.
Ma il bello è arrivato quando il modello di concorrenza è stato applicato alla sanità ed alla scuola. 
L'intento è stato quello di trasformare il nostro sistema sanitario e farlo simile a quello americano, quando invece Obama lotta per applicare il nostro modello sanitario pubblico in America, e di annientare la scuola pubblica a vantaggio delle prestigiose scuole ed università private, che in cambio di tanti bei soldoni (oltre che di ingenti finanziamenti pubblici scippati alla scuola pubblica) promettono (spesso mantengono) posti prestigiosi e futuro garantito a scapito di quelli che in queste scuole non ci possono andare!!!
Il risultato e' che gli ospedali pubblici muoiono piano piano, per mancanza di risorse e quindi di infermieri, di medici bravi e quindi di ammalati e la scuola pubblica sarà appannaggio solo degli extracomunitari e di altri disgraziati che non potranno fare altrimenti, mentre la brava scuola privata che invece di tendere all'integrazione tende sempre più alla ricerca del proprio pari produrrà specialisti specializzati, incanalati da subito verso una specializzazione in modo da eliminare quanto più possibile spirito critico o interessamento a problemi che non siano precipuamente relativi alla propria famiglia o categoria!!!
Ovviamente questo regime di concorrenza assoluta ha generato un clima di competizione che non è' più quello sano che spronava a fare meglio nel limite delle proprie possibilità ma un ossessivo correre dietro agli altri, a quello che fanno gli altri, a quello che hanno gli altri ... fin da quando si è bambini....bambini vittime dell'egoismo dei propri genitori che ne vedono la risoluzione alle proprie frustrazioni, generando in loro ansie da prestazione continue che si porteranno appresso per tutta la vita...
Chi sta scrivendo non è un troglodita, amante del monopolio o dell'immobilismo, è uno cui non sta bene il mondo così come è stato ridotto, che è convinto che una sana competizione faccia bene, ma che è convinto che l'istruzione e la sanità, almeno, restino saldamente in mano pubbliche a garanzia e nell'interesse di tutti!!!

7 ottobre 2013

Come eravamo


Sono stato al cinema, ieri sera, a vedere un film dal titolo "Anni felici".
Il film era ambientato nel 1974 e la voce narrante era di un ragazzino, figlio dei protagonisti, che aveva la stessa età' che avevo io nel '74, nove anni.

Il film non è' stato un granché , è stato un po' come è accaduto per altri film usciti ultimamente, con lo stesso intento di raccontare gli anni in cui erano ambientati, ma che sono rimasti incompiuti nel loro intento, riuscendo appena a trasmettere una leggera e quasi inavvertita immagine di ciò che erano quegli anni.
È stato un po' come guardare quel programma idiota dal titolo " I migliori anni" condotto da un impresentabile presentatore che ha la velleità di poter rappresentare, evocare e spiegare gli anni andati con una superficialità e banalità disarmanti, per usare un eufemismo. 
Nonostante la sua incompiutezza, il film, per me che ero coetaneo di quel ragazzino è stato molto evocativo.
Per quelli che c'erano in quegli anni, è stato il pretesto per ricordarli quegli anni...
Si, mi ha messo in contatto con la mia infanzia, ho ricordato come mi vestivo, dove e come giocavo, le giornate intere trascorse con mio fratello, le passeggiate con la bici con lui e con mio padre nelle domeniche chiamate "d'austerità" cioè' quelle domeniche in cui a causa del caro petrolio era fatto divieto di circolare con qualsiasi mezzo a motore, delle partite goliardiche organizzate dai grandi al campo sportivo che attiravano il paese intero, i pantaloni senza tasche ed a zampa di elefante che portavo anch'io, le cravatte larghe e coloratissime che si vedevano in giro... 
Però, il film, nel raccontare la storia di uno scultore d'avanguardia, storia, ripeto, abbastanza banale, ha però posto l'accento su quello che è stato il "leit motiv" degli anni '70: la voglia di cambiare.
La voglia di cambiare il sistema, la morale, l'arte, la scuola, la famiglia, lo stato.
I giovani vivevano con la speranza che il mondo che era stato preparato ed organizzato per loro, dovesse lasciare il passo ad un nuovo modo di concepire la vita, che dovesse essere spazzato via dal pensiero nuovo, dal pensiero libero, da quella rivoluzione culturale che passava per la presa di coscienza di se stessi e del mondo circostante, passava per l'emancipazione femminile, per i referendum sul divorzio e sull'aborto, per un sentimento diffuso di solidarietà , di pari opportunità , di uguaglianza e giustizia sociale, di lotta al privilegio...per dirla con Gaber: "qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri"...
Mi sono rivisto in quel film, bambino incosciente ed inconsapevole di ciò che gli stava capitando intorno, che ammirava quelli che quel cambiamento lo stavano realizzando, fosse solo per libertà conquistata di uscire la sera e di vestirsi come gli pareva...
Noi ragazzini, dal canto nostro, godevano indirettamente di quella libertà che si respirava ovunque, portavamo i capelli lunghi e le basette, scoprivamo la Girella Motta, la Gomma del Ponte, i bastoncini Findus....per dirla col ragazzino del film...
erano anni felici, ma non lo sapevamo!